XIX. Quite a different evening.

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E difficile... Ho sempre trattato le persone come se avessero un cuore e un animo come il mio, duro fuori ma fragile dentro ma non tutti sanno essere altrettanto gentili e delicati.
E va a finire sempre che quella delusa sia io, non so perché do tutta me stessa agli altri sapendo che fa male... Si farà male ricucire tutte le ferite da sola. Non ho visto la persona che essi sono veramente la verità è che vedo sempre la persona che sarebbero essere ma ho continuato a dare fino a quando mi hanno via tutto lasciandomi vuota.

- Ma ti sei vista? Tu e le tue gambe da Smigol che ti ritrovi Stronza! -

E Juliette che sta parlando mentre mi supera giungendo faccia a faccia con Selene.

- Tu invece sei la solita amicona che protegge l'amichetta del cuore o mi sbaglio?... Cristo mi fate così pena. - Dice quest'ultima giocherellando con la gomma da masticare prima di farsi vento alla folta chioma bionda.

- Selene ti sei mangiata per cena panino è frustrazione? Smettila con tutto questo body shaming hai perso la solidarietà femminile a casa oppure nelle mutande di qualcuno? - Ribatto restando a guardarlo il suo viso sconvolto.

Non riesco ancora a trovare il vero motivo per cui il mio cuore sta battendo forte nella gola, sento gli occhi di qualcuno fissi insistenti sulla mia figura. Mi guardo attorno e man mano che metto a fuco la mia scarsa vista intravedo due ragazze che stanno parlando, la ragazza dai capelli più scuri mi dà la schiena mentre l'altra dai capelli rosso rame gli sta sorridendo. Riconosco subito la seconda, la testa inizia subito a fare male mentre un vortice di nausea di travolge lo stomaco, Brianna.

Ho bisogno di andarmene. Devo andarmene.

Con la testa che mi gira spintono tutti quelli che mi ritrovo davanti compresa Selene che mi guarda con faccia stranita "Aria tutto bene?" Sento la voce di Alexander mischiata a quella di Juliette. Sento le gambe gelatina penso che a momenti se non mi siederò cadrò in ginocchio, così mi faccio spazio tra la folla andando a scontrarmi contro qualcuno che mi rovescia tutto il drink addosso.

- Brutta stronza guarda dove metti gli piedi! -
E sempre Juliette quella a urlare contro la ragazza che si sta scusando con viso mortificato.

- Scusami io non volevo... Sono mortificata. -

La ragazza si copre la bocca con il palmo della mano mentre sembra che a momenti stia per scoppiare in lacrime mentre la osservo indietreggiare mormoro un flebile "non importa" è me ne vado via anch'io.

Appena metto piede fuori dal locale una ventata fredda mi si scaglia contro facendomi rabbrividire sul posto la testa mi gira in un modo assurdo le gambe stanno per cedere e mi sento fottutamene strana.

- Aria vuoi dell'acqua? -

Alexander mi raggiunge con un espressione preoccupata appena si accovaccia a terra al mio fianco le sue sopracciglia folte sono si aggrovigliano in una smorfia confusa.

- Prendi il telefono dalla mia giacca...- sussurro appoggiando la testa sul muro freddo appena Alexander allunga la mano nella tasca della mia giacca per afferrare il telefono.

- Qual è la password? -

- Ciambella la password è... Ciambella. - sussurro.

Digita in fretta sullo schermo senza fare troppe domande per la password piuttosto insolita è poi con i suoi occhioni verde smeraldo mi squadra aspettando di dire come procedere.

- Scrolla nella rubrica è chiama "Ash la scimmia" poi... Poi metti in viva voce okay? -

Lui annuisce solamente senza troppe domande, nel frattempo vedo uscire dalla porta del locale Juliette con al suo fianco Petch che resta pietrificato appena guarda la mia figura rannicchiata sul pavimento lurido.

FIRSTLOVEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora