Se lo dici tu, Mister 'io so tutto e voi siete tutti ignoranti'

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Jimin odiava la scuola.

No, non perché era un sistema tossico diretto da un governo incapace e no, neanche perché lo forzava ad alzarsi presto, semplicemente, non la sopportava. (Okay, forse un pochino era anche perché doveva alzarsi presto, ma poco..)

Con un live broncio sul viso raccolse lo zaino sulla soglia della porta e con un movimento svelto se l'appoggiò sulla spalla sinistra per, poi fare un paio di passi indietro e ricontrollassi un'ultima volta allo specchio. Inutile mentire, lo faceva tutte le mattine, era istintivo controllare sia vestiti che viso. Accennò un lieve sorriso, riabbassandolo però poi subito dopo, sentendosi ridicolo. Le labbra gli brillavano lievemente grazie al minuscolo strato di illuminante e la soffice pelle del viso era debolmente illuminata dall'olio messo pochi secondi prima.

Rilasciò un lieve sbuffo facendo rimbalzare un minimo le labbra e si girò verso l'uscita. Durante il tragitto sulle scale si passò una mano tra i capelli biondi e sorrise, sentendoli soffici come sempre, gli capitava a volte, si svegliava una mattina e non aveva neanche il tempo di toccarseli che già sapeva che erano tutti sporchi e grassi. Odiava quella sensazione.

"Ma', io esco, ci vediamo dopo!" Esclamò alzando la voce e ricevendo pochi attimi dopo una riposta con lo stesso accento vocale, solo più femminile. "Hai mangiato i biscotti che ti ho appoggiato sul comodino?", annuì, più a se stesso che ad altri. Svelto afferrò la giacca di pelle. "Sì! Ci vediamo dopo!" E senza dire altro o aspettare risposte, si fiondò fuori.


Subito venne investito dal fresco venticello d'inizio autunno e con un lieve sorriso si infilò la giacca con qualche difficoltà causata dallo zaino e estrasse il telefono con le cuffie. Spotify era la prima e ultima applicazione che usava durante la giornata, era l'unica app che aveva sulla home siccome era anche l'unica che importava davvero.

._.

Come già detto, Jimin non apprezzava molto la scuola e, sicuramente, il fatto che fosse il primo giorno in un edificio scolastico completamente nuovo non gliela faceva apprezzare di più, tanto meno vedere già i primi studenti che lo fissavano curiosi durante l'arrivo. Appena si trovò davanti si fermò per un istante e osservò l'edificio.

Sembrava stesse per crollare da un momento all'altro.

Sospirò, sapeva già che sarebbe finita male.

Se lo sentiva addosso! Si canzonò da solo.

Lentamente e con calma estrasse il telefono con l'intento di fermare le musica e togliere le cuffie, ma ebbe appena il tempo di accendere lo schermo che un studente gli passò accanto correndo e spingendolo via con forza. Lì il suo telefono partì per un lancio fin troppo alto per la sua sicurezza e atterrò con un altrettanto grave tonfo. Imprecò sottovoce e svelto fece un passo avanti per poi sporgersi in avanti e afferrare l'oggetto, ma anche sta volte la fortuna non sembrava essere sul suo lato.

"Bel culo."

Jimin si bloccò.

Lentamente sbatté le palpebre e cercò l'origine della voce a testa in giù.

Non fu troppo difficile e quando la trovò dovette serrare le labbra per non dire qualcosa di cui sicuramente si sarebbe pentito più avanti.

Era un ragazzo, o almeno, quello cercava di essere, perché Jimin per un solo istante prese in considerazione l'esistenza degli angeli.

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