Min Yoongi sta per affondare Watson

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Appena fece la sua entrata, Jimin si ritrovò con ventidue paia di occhi addosso.

Deglutendo abbassò la testa e strinse la maniglia delle porta.  L'insegnante che pochi secondi fa era ancora alla lavagna si avvicinò con un dolce sorriso. "Lei è il nuovo studente? Mi hanno avvisata ieri che sarebbe arrivato." Jimin piegò lievemente la testa su un lato e annuì insicuro, infondo non potevano esserci mille nuovi arrivati oggi. L'insegnante sorrise e gli fece segno con la mano di avvicinarsi. "Perché non ti presenti?"

Diamine, quanto odiava questo genere di cose.

"Mi.." Lentamente Jimin si guardò intorno per la classe, c'erano ben più ragazze di ragazzi e tutte quante lo fissavano con occhi grandi. A catturare la sua attenzione però fu un ragazzino infondo alla classe, che in mano reggeva un piccolo aeroplanino di carta e ci giocava allegramente fin quando non scorse la finestra aperta a qualche metro dal suo banco. Con occhi socchiusi e sguardo focalizzato puntò l'aeroplano e lo lanciò. Egli fece un bellissimo volo direttamente fuori dalla finestra, scomparendo poi subito dopo nel cielo azzurro.

Jimin sorrise a quel gesto, gli piaceva quel ragazzo.

"Mi chiamo Park Jimin e sono nato il 13 ottobre 1995, vengo da Busan e ci siamo trasferiti qui a Daegu qualche  giorno fa."

Ci fu qualche attimo di mormorio in classe fin quando l'insegnante non zittì tutti e gli disse di andarsi a sedere in fondo, all'unico posto libero. Jimin sospirò  internamente quando notò che era accanto a quel ragazzo che aveva visto poco prima. Insicuro si sedette al suo posto, appoggiando lo zaino a terra e girandosi subito dopo verso la lavagna. Passò qualche minuto dopo che l'insegnante aveva ripreso a spiegare, quando sentì qualcuno dargli un lieve colpettino alla spalla e sorpreso si voltò, trovando il ragazzo accanto a lui che lo fissava sorridente con una mano posta in avanti. "Piacere, mi chiamo Taehyung." Jimin lo fissò per qualche istante con la bocca lievemente socchiusa, poi esitante porse in avanti la mano che venne calorosamente accolta. "Io sono Jimin." Disse con voce insicura facendo ridacchiare il ragazzo accanto.

Aveva i capelli di un marrone scuro e gli occhi di altrettanto colore, il viso aveva dei lineamenti bellissimi che fecero incantare il biondo, che rimase folgorato dal piccolo sorriso a forma di scatola. "Lo so." Disse con tono allegro. Aveva una voce profonda, che ricordava un senso di casa e appartenenza. Confuso da quella riposta corrugò le sopracciglia. "Ti ho visto sta mattina davanti a scuola con Yoongi e Namjoon-hyung. Sappi che hai tutta la mia stima fin dal momento in cui hai pestato Yoongi, era ora che qualcuno gli dicesse di no."

Jimin spalancò gli occhi e imbarazzato sorrise lievemente. "Diciamo che se lo meritava."

Taehyung annuì ampiamente,

._.

La giornata proseguì bene, Jimin strinse maggiormente amicizia con Taehyung e entrambi decisero di lasciare a parte gli onorifici e trattarsi entrambi come eguali. Da quello che capì, Taehyung sicuramente era più quel genere di ragazzo stravagante che si mette a saltare per strada con tre coni gelato in mano e due caffè bollenti urlando Bang Bang Bang dei Big Bang senza alcun contegno.

"Domani andiamo a scuola insieme?" Domandò Taehyung all'uscita con ampio sorriso e lo zaino verde scuro appoggiato sulla spalla. Jimin annuì e estrasse il telefono, svelti si scambiarono numero e si dissero 'ciao' con un urlo e uno sventolare della mano imbarazzato.

Durante il tragitto di ritorno, con le cuffie nelle orecchie e 'Eight' di IU e Suga a palla, gli sfrecciò accanto una moto nera, non toccandolo per poco. Jimin fece per urlare, ma pochi istanti dopo notò il modello della moto e il casco sul guidatore che gli sembravano fin troppo famigliari.

"Pft, sto iniziando ad avere le allucinazioni."

;-;

"Ma cosa—"

A bocca aperta fissò la stessa identica moto nel giardino di casa sua pochi istanti dopo con accanto una macchina grigia. Esitante schiacciò il pulsante per aprire il grande cancello e fece la sua entrata nel giardino.

In ambito di denaro Jimin non stava male, avevano una grande casa e di vestiti ce n'erano sempre troppi, mai si era veramente lamentato in ambito di proprietà fisiche. I suoi genitori gli volevano molto bene e sì, a volte non c'erano né per lui né per suo fratello a causa del lavoro, ma erano occasioni e l'affetto c'era sempre e comunque.

"Mamma?" Appena fece un passo in casa sentì le prime voci fare eco nella casa, riconobbe quella di sua madre e suo fratello e altre più sconosciute, poi una più  profonda, probabilmente quella di suo padre e una che appariva più raramente che invece gli sembrò  già un minimo più famigliare.

Lentamente percorse tutto il corridoio fino ad arrivare a sbucare nel salotto e, cazzo, sentì il sangue gelarli nelle vene e il cervello smettere di funzionare per qualche istante. Immediatamente, notando che eccetto lui  nessuno l'aveva notato, si fiondò fuori dalla stanza, correndo su in camera sua.

Non appena si ritrovò nel suo habitat, serrò la porta a chiave e buttò giù lo zaino.

Cosa cazzo ci faceva lui lì?!

Passò qualche istante e sentì la voce dei suoi genitori che probabilmente l'avevano sentito entrare seguite poi subito dopo dai suoni di qualcuno che saliva le scale e poi bussava alla sua porta. "Hyung? Mamma e babbo vogliono che scendi, abbiamo ospiti." Jimin spalancò gli occhi e andò in panico per un istante, freneticamente si guardò intorno scorgendo subito la cabina armadio sul lato opposto del letto a castello matrimoniale. "D-digli— digli che mi cambio velocemente." Disse, inizialmente con un minimo di balbettio.

Sentì Jihyun esitare inizialmente ma poi dare un okay e tornare subito dopo giù all'ennesimo richiamo di loro madre.

Jimin sospirò.

Poi andò in panico.

Svelto corse a vedere cosa indossare e mentre cercava freneticamente nella stanza gli tornò in mente il commento fattogli qualche ora prima quella mattina. Sorrise lievemente arrivando poi a formare un piccolo ghigno.

Ti piace il mio culo Min Yoongi? Bene, allora guarda questo.

:0

Jihyun stava cercando di trattenere le risate.

Lui e suo fratello erano complici fin da quando egli aveva quattro anni. Prima tendevano sempre a litigare ricevendo innumerevoli punizioni dai loro genitori, poi il seienne Jimin aveva deciso di proporgli un patto: non avrebbero più litigato a patto di diventare complici in ogni genere di piano mai organizzato da entrambi e di aiutarsi sempre a vicenda. Certo, le litigate c'erano ancora qua e là, ma erano diminuite drasticamente ed entrambi provavano un affetto incredibile per l'un l'altro.

Park Jimin
K'ay, sto per scendere

Park Jihyun
Okay, hai preso i pantaloni che ti ho detto?

Park Jimin
Si si, grazie fratellino

Erano bastati pochi messaggi per fargli capire cosa era successo a scuola e subito i due avevano deciso cosa fare. Jihyun sorrise.

Park Jihyun
Min Yoongj sta per affondare signor Watson.

Jihyun si guardò intorno, i suoi genitori stavano allegramente parlando con quelli del così detto 'Min Yoongi', mentre accanto a lui c'era un altro ragazzo che avevano presentato come loro figlio, Jeon Jungkook. Da quanto aveva capito Jungkook aveva un anno più di lui e sicuramente era una persona socievole e simpatica.

Pervert || y.m ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora