yep, ancora single

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Jeon Jungkook non avrebbe mai pensato di trovarsi in quella situazione: davanti a un vecchio palazzo mezzo sderenato e con un espressione confusa che desiderava solamente sapere dove si trovasse il suo compagno di scuola.

Titubante pensò al messaggio di Yoongi, che, con sua immensa sorpresa, gli aveva dato l'indirizzo di Taehyung, senza dire nulla,  ma Jungkook in quel momento non ci aveva pensato troppo e aveva semplicemente spostato la sua attenzione sulla sua desitnazione.

Ora, osservando il palazzo davanti a lui, gli tornarono in mente le parole di Taehyung quando gli aveva raccontato della sua casa. "Sai, nel mio palazzo tanti anni fa il condominio si è messo d'accordo, invece di mettere i numeri alle porte degli appartamenti, avremmo tutti messo il nome di un animale, così era impossibile confondersi! Mia madre allora decise per il coniglio, siccome sosteneva che fosse un animale carino e innocente, come la nostra famiglia!" Jungkook a quelle parole aveva riso semplicmente e non vi aveva più pensato, ora però gli venne solo da scuotere la testa per il suo egoismo e superficialità.

Taehyung gli aveva sempre parlato della sua vita, cercando di intrattenerlo e farlo ridere il più possibile, lui in cambio gli aveva dato solo frasi brevi o sguardi distratti, da vero stronzo.

Il moro osservò il campanello e con un lieve sospire schiacciò il tasto su cui scritto "coniglio". ci furono alcuni attimi di silenzio e poi il suono di qualcuno che manovrava il campanello sull'altra linea. "Chi è?" era una voce femminile, abbastanza profonda, Jungkook ipotizzò che fosse la madre. In modo imbarazzato si schiarì la voce e si protò una mano dietro alla testa, "Ehm..mi ciamo Jungkook, sono un compagno di scuola di Taehyung. Sono passato a prenderlo.." la sua frase venne interrotta a metà quando sentì una voce di sottofondo incomprensibile attraverso il microfono. Ci fu un attimo di silenzio e poi un gran fracasso che fece venire un brivido al moro, preso alla sprovvista. "Scusa-- scusa eccomi, ehm sì, Taehyung oggi non sta benissimo quindi non viene a scuola, lui--" Jungkook si avvicinò subito al microfono. "Che ha? Sta bene? Posso entrare solo per salutarlo?" ci fu un altro lungo attimo di silenzio e poi il click che faceva il cancello quando si apriva.

._.

Kim Taehyung era nel panico.

Aveva insultato  sua madre in tutte le maniere quando aveva schiacciato il tasto per aprire il cancello e era corso in camera, spogliandosi in tutta fretta. Sentiva il cuore battergli a una velocità assurda e per un istante dovette fermarsi e prendere aria. Nel completo panico afferrò il suo pigiama e se lo infilò, avendo appena il tempo di riuscire anche a buttarsi sotto le coperte, che sentì la porta di casa aprirsi e la voce della signora Kim echeggiare.

Okay sì, sono fottuto.

;-;

Jungkook fece il primo passo nell'appartamento e notò subito che non era una delle migliori case in assoluto, con le pareti leggermente crepate negli angoli e le porte fragili. Sorridendo in imbarazzo si rivolse alla giovane donna davanti a lui, che lo stava osservando curiosamente. "Buo-buongiorno.. mi chiamo Jungkook." Il corvino porse la mano e sussultò  leggermente quando la signora Kim la afferrò con un ampio sorriso e scosse energicamente la presa.

I due si fissarono negli occhi per un lungo istante e quando finalmente l'imbarazzo lo divorò completamente Jungkook abbassò lievemente la testa per fare un breve inchino. La signora Kim sgranò gli occhi e si trattenne stento dal ridere, con una mano sopra alla bocca fece segno con l'altra al ragazzo, di alzarsi. "Su via te ne prego, non ricevo inchini da fin troppo tempo per poterne ricevere uno all'improvviso."

Jungkook volle sprofondare.

Si ricompose velocemente e sorrise, dandosi il tempo per poterla scrutare da cima a fondo: le somiglianze tra lei e Taehyung erano strabilianti, i lineamenti quasi identici, perfino il sorriso quadrato era come una copia perfetta.

"Vuole che la accompagno da Taehyung?" Domandò ella d'un tratto, spaventando a morte il povero ragazzo.

Jungkook scosse freneticamente la testa e sventolò le mani, sentendo il viso accaldarsi, "No no! Non c'è bisogno!" Si affrettò a dire, aggiungendo un piccolo sorriso incerto alla fine. La signora Kim lo osservò per un lungo istante, i suoi occhi immobili e la faccia monotona, Jungkook deglutì, incerto se l'aveva offesa. "Benissimo." Disse la donna d'un tratto, sfoggiando un piccolo sorriso e appoggiando la mano sulla sua spalla per spingerlo verso il minuscolo corridoio sulla destra.

"Prima porta a sinistra."

:0

I passi nel corridoio di Jungkook  erano perfettamente udibili anche dalla stanza di Taehyung, lenti e misurati. Egli non metteva troppo peso su nessuno dei due piedi e sembrava avere un ritmo regolare, simile a quello di una danza popolare. Taehyung fissò con occhi grandi e insicuri la porta bianca della stanza, aspettandosi di vederla muoversi, ma non accadde nulla. Passò un minuto, poi un altro e poi cinque, fin quando, tutto d'un tratto, la maniglia si abbassò, provocando un lieve sussulto da parte del bruno.

Lentamente e esitante sbucò dentro una testa fin troppo familiare, e come un fulmine nel bel mezzo della tempesta, Taehyung si sentì avvampare, coperto da un grande velo di calore e imbarazzo. Aveva visto quel viso contorcersi in più modi meno di quarantott'ore prima, i ricordi non si erano ancora del tutto stabilizzati e vedere così, all'improvviso, la figura del corvino, provocò non pochi brividi per tutto il corpo.

"Hyung?"

Ah no. No no e  no, Taehyung non avrebbe sopportato il tutto così facilmente, ci mancava solo quello.

"Taehyung-" Esclamò con voce fintamente roca, stringendo maggiormente il piumino al petto e affondando lievemente la testa nel cuscino, sperando di poterci sprofondare dentro. Jungkook alzò svelto lo sguardo, non aspettandosi certo queste, come prime parole e tantomeno con tanta foga.

I due si fissarono per un lungo istante, lasciando che il silenzio colmasse quel fastidioso senso di vuoto che entrambi provavano. Jungkook sentiva che qualcosa non andava, non sapeva bene come descriverlo, ma era come un sesto senso, un avviso, da parte del suo stesso corpo. Qualcosa non andava.

Taehyung invece sentiva che il suo sguardo e i suoi occhi si stavano colmando di terrore ogni istante di più e pregò con tutto se stesso che egli non si avvicinasse al letto. "Ti prego," ricominciò, questa volta con voce più lenta, ma ancora spaventata. "Chiamami solo Taehyung."

Era strana come richiesta, se ne rendeva perfettamente conto, era il più grande, si meritava di essere dato del 'hyung', eppure al momento, si sentiva tutt'altro che più grande, si sentiva piccolo e indifeso, rannicchiato nel letto, come sull'orlo di morte, mentre paura e timore lo colmavano.

Jungkook corrugò le sopracciglia per un istante, ma decise di non indagare ulteriormente e optò per il semplicemente annuire, incertamente. Si avvicinò al letto, facendo tremare incoscientemente il maggiore. "Come stai? Tua- tua madre mi ha detto che non ti senti tanto bene.." incominciò  lentamente, insicuro sul come formulare la frase. "È vero?" Si vergognò immediatamente della stupida domanda, che diamine gli saltava in mente?? Chiedere a una persona se sta fingendo di stare male— umiliato voltò la sua testa verso la finestra, dalle tende spalancate e la luce che vi penterà a attraverso; fuori il cielo era leggermente tinto qua e là da piccole chiazze bianche, mentre di tanto in tanto, a causa del forte vento, si vedevano due o tre foglie secche svolazzare per aria.

"Sì, ho il raffreddore e la febbre, mi sa che oggi a scuola non vengo."

La risposta arrivò breve, senza alcune emozioni all'interno e Jungkook, immediatamente, ne capì il significato.

Taehyung, lo stava mandando via.

——-

Il capitolo fa schifo e prob non ha neanche molto senso, ma ho avuto un attimo di bloccò e ora so più o meno come continuare sta storia.

La trama in realtà è già tutta ideata, ho solo bisogno di trovare tempo e voglia per scrivere rip

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 02, 2021 ⏰

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