Come tutto è iniziato

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Nina, escort italiana che "pratica" in Svizzera. Ovviamente questo non è il mio vero nome e non svelerò mai la mia vera identità. Non posso.
Tutto è iniziato pochi mesi fa, in un momento della mia vita in cui stavo letteralmente grattando il fondo. Tutto andava storto, o quasi. La pandemia in corso aveva stroncato ogni possibilità di trovare un impiego, il mio ragazzo e la sua famiglia mi davano addosso perché non contribuivo alle spese ed effettivamente non avevo un euro in tasca. Sono stata dipinta come un mostro succhia soldi. Perché non lo hai lasciato, direte voi. Be', abbiamo una bambina. Non è così semplice e comunque lo amo. E dopo mille colloqui fatti a vuoto, l'ultima spiaggia era proprio lavorare in un bordello. Non è stata una decisione facile, è stata una scelta discussa e valutata.. quindi avrete ben capito che il mio ragazzo è a conoscenza di ciò che faccio e lo accetta. Perciò, sapendo che in Svizzera è legalmente possibile lavorare come escort, ho contattato il club più vicino per capire cosa dovevo fare per iniziare.

Prima parte: polizia cantonale. Ho preso appuntamento all'ufficio che si occupa delle prostitute e sono andata a dichiararmi. Semplici formalità: nome e cognome, nome "d'artista", numero e luogo di lavoro e una supercazzola gigantesca su leggi, regolamenti e possibilità di reinserimento in futuro.

Seconda e ultima parte (piuttosto breve): primo giorno al club. Giul (il propietario del club), mi ha dato le chiavi della mia camera e spiegato come funziona: tariffe minime, igiene e sicurezza in caso di clienti molesti.

Il mio primo giorno nessuno ha suonato alla mia porta. Ho passato la serata a parlare con le altre prostitute, in cerca di consigli e supporto morale. Il secondo giorno invece ho avuto due clienti: il primo, un ragazzo bellissimo, simpatico, di cui vi riparlerò e il secondo purtroppo non lo ricordo. Ma in questo mestiere è difficile ricordare ogni cliente, anche questo è un argomento che affronterò nei prossimi capitoli.
Al rientro a casa ho pianto. E così anche nei giorni successivi, per almeno una settimana. Poi, passa. Ci si abitua.

Ed è così che tutto ha avuto inizio.

Diario di una escortDove le storie prendono vita. Scoprilo ora