Transizione

799 11 0
                                    

La prima settimana in un bordello è una specie di test, una fase di transizione. Se, passata il tempo, piangi su te stessa più del primo giorno, allora è il caso di smettere. Molta gente pensa che siano soldi facili, ma non è così, non lo è per niente anzi. Ci vuole fegato, non è un mestiere che può praticare chiunque. Ti macchia.

La mia prima settimana è stata davvero dura. Una volta rientrata a casa, piangevo. Piangevo anche la mattina dopo, mi sentivo sporca dentro, mi mettevo in discussione. Mi sembrava di tradire il mio ragazzo, di tradire me stessa, era una sensazione orrenda. Non mangiavo. E cercavo di farmi forza.. anche Elia (chiamiamo così il mio ragazzo, non è ovviamente il suo vero nome) mi sosteneva al massimo. "Amore non mi stai tradendo, so cosa fai, so che non ti piace e tu non sai quanto ti ammiro per il sacrificio che fai". C'erano giorni in cui mi dicevo basta. Non vado più, fine. Ma poi pensavo che, se avessi smesso, mi sarei sentita dire che ero una frignona. Per cui ho tenuto duro, ho iniziato anche a confrontarmi con le altre ragazze del club. Una di loro, Natalia, la vera e propria veterana del mestiere, è quella che ha addolcito i primi giorni. "Omini tutti uguali, tu guarda solo portafolio tesoro, quando danno bei soldi tu no piangi più". Rumena, 40 anni, palesemente rifatta, una dolcezza pungente nei modi, non capisci mai se è sincera o se è solo una facciata. E Beatrice, un'altra donna rumena che mi ha confortata, dicendomi che tutte passiamo la "fase del rifiuto". Che se fossi riuscita ad accettare questo lavoro, poi sarei diventata forte. A suo modo voleva anche spaventarmi, un giorno mi aveva fatto questa supercazzola sul mondo della prostituzione dipingendomi come un pulcino indifeso, cosa che forse ero a quel momento.. se ci penso ora rido. Ma vi parlerò delle ragazze nel prossimo capitolo.

In ogni caso, passata la settimana, non mi pesava più, ho iniziato a veder la prostituzione come un vero e proprio lavoro. La sensazione di riuscire ad accettare questo mestiere e accettarmi, è una sensazione di invincibilità. Paradossalmente ho acquisito più sicurezza in me stessa.

Questa è stata la mia transizione, probabilmente ognuna di noi la vive in maniera differente. Da casalinga incompresa e non ascoltata a donna forte e autoritaria. È triste dire che sia stato questo a farmi finalmente sentire donna, sentire forte. Ma è appunto la triste verità.

Diario di una escortDove le storie prendono vita. Scoprilo ora