Angosciata, con lo stomaco chiuso e la voglia di gridare. Gli ultimi giorni al club prima delle vacanze sono un calvario. Stasera esitavo quasi a non andare, finché Dan non mi ha scritto che sarebbe sicuramente venuto al bar con gli amici. Quasi contenta, mi sono vestita, truccata, come se dovessi andare ad un appuntamento. Sono arrivata al club e ho preso un cliente che voleva solo essere preso a schiaffi. I cento franchi più facili della mia vita. Dopodiché ho ammazzato il tempo insieme a Crystal, una delle ragazze.
E poi l'ho visto entrare. Ed è come se avessi avuto i brividi insieme ad una vampata di calore. Mi sono seduta subito insieme a lui, salutandolo e facendo quello che non faccio mai con gli altri clienti, cioè provocarlo, provocarlo fino a farlo diventare matto. Sapevo che non sarebbe venuto in camera, me lo aveva già detto che quella sera voleva solo bere un bicchiere con gli amici, che lo avevano trascinato a forza fuori di casa.
Mi offre da bere. Mi siedo sulle sue gambe, baci sul collo, provocazioni. Tutti, e dico proprio tutto, avevano capito che fra di noi c'era qualcosa. Ci hanno detto "avete uno sguardo complice, vi piacete, avete cambiato faccia entrambi.. vi siete già visti e non una volta sola". Continuava a far battute sulle altre ragazze, a stuzzicarmi per rendermi gelosa. E non sapete quanto lo sono, ma lo nascondo a morire. Quando ho fatto per alzarmi e andare a cercare altri clienti, lui mi ha trattenuta; quando un suo amico, scherzando, mi ha detto "vieni da me, visto che lui in camera non viene", Dan mi ha abbracciata e, rivolgendosi all'amico, ha detto "è mia". Abbiamo continuato a scherzare e provocarci a vicenda, fino ad un istante. Quell'istante. Quello in cui il tempo e la musica sembravano essersi fermati, mentre ci guardavamo negli occhi, con il desiderio di volerci baciare. Con il desiderio di lasciarci andare. È lì, proprio in quell'istante, che ho sentito il mio cuore tremare. Una tortura. Non c'è stato un bacio, ne niente. È stato uno di quegli istanti che ti travolgono come un uragano. Un fulmine a ciel sereno.
Sono rimasta lì, tutta la serata insieme a lui. Il tempo è volato. Alla chiusura, io, Anna e Chiara (nuova ragazza), siamo andate con Dan e i suoi amici a bere un altro bicchiere in un appartamento di uno di loro. Due ore a parlare del più e del meno e poi a casa. Daniele che mi tiene la mano come fossi la sua ragazza mentre percorriamo il corridoio al buio, per andare verso le macchine. Il suo abbraccio quando mi saluta prima di andare via. Il suo profumo addosso mentre guido, tornando a casa. E una tristezza immensa che mi assale mentre penso che tutto questo sia dannatamente malsano e sbagliato.Elia non si merita del male, io non posso permettermi di sentire quello che ho sentito. Mi sento sbagliata, stupida e totalmente persa. Dan non sarà mai mio e io non sarò mai sua. Non ci sarà mai niente. Forse un'amicizia, ma come potrebbe mai essere mio amico se non riesco a guardarlo negli occhi, senza avere quelle fastidiosissime farfalle allo stomaco?
Seppellirò ogni tipo di sentimento nei suoi confronti, esattamente come farò con il ricordo di aver praticato questo mestiere. Penserete che io sia una brutta persona, che già il mio mestiere è una schifezza e che faccia ancora più schifo provare qualcosa per qualcuno che non sia il mio ragazzo. Per un cliente.
Io però da un lato mi sento quasi sollevata: nonostante tutto, non ci ho perso l'anima. Non vedo gli uomini come oggetti, come mezzi di guadagno, ma come persone. Questa sottospecie di sentimento/sensazione nei confronti di Daniele ne è la prova. Sono ancora umana.

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Diario di una escort
De TodoTutto quello che leggerete è reale. Ho deciso di raccontare il mio mondo, il mondo di una escort, della prostituzione al giorno d'oggi. Prometto di non traumatizzarvi.