Capitolo 20 - Sono Orrenda

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Passai tutte le vacanze di Natale a casa a studiare e a cercare delle università, facendo domanda solo nelle migliori di tutto il Giappone. Nessuno mi avrebbe impedito di rivedere Mina, nessuno.

Durante questo periodo, Nayeon era anche passata a casa e aveva cercato invano di convincere mia madre a farla entrare in camera mia. Potevo sentire la sua voce, ma non potevo parlarle e questo, la prima settimana, mi avrebbe distrutta dentro. Ma ormai avevo sviluppato una sorta di immunità verso le emozioni. Niente mi faceva più piangere, così come niente mi faceva più ridere... Ero diventata una macchina in grado solo ed esclusivamente di studiare, perlomeno fin quando non avrei raggiunto il mio obiettivo primario: Mina.

Le mie giornate erano tutte uguali: Mi svegliavo, facevo colazione, andavo in camera e studiavo fino all'ora di pranzo. Dopo aver finito di mangiare, studiavo di nuovo fino all'ora di cena, mangiavo e tornavo in camera per studiare di nuovo prima di andare a dormire. Se mia madre voleva che studiassi e nient'altro, era esattamente quello che avrei fatto.

Era un banale martedì e domani sarei finalmente tornata a scuola. Sentii bussare alla porta e mi girai verso di essa: «Posso?» Domandò mia madre prima di entrare in camera. Non risposi e la guardai. «Chaeyoung, vuoi per favore parlarmi?»

«Per dirti cosa esattamente?»

«Qualunque cosa, non potremmo semplicemente tornare come prima?»

Sbuffai una risata: «Come, secondo te, potrebbe tornare tutto come prima se mi hai tolto tutto?»

«Io non ti ho tolto tutto, hai ancora noi... Io tuo padre e tua sorella siamo qui...»

«Spero che tua stia scherzando»

«Chaeyoung...»

Mi girai di nuovo sulla mia scrivania e ripresi a studiare: «Chiamami quando è pronta la cena» Non aggiunsi altro e mia madre uscì dalla camera in silenzio.

Quella fu la conversazione più lunga che avevamo avuto questi giorni e la trovai del tutto ridicola e senza senso... Ok, magari avevo esagerato un po', ma mi aveva tolto Mina e Nayeon, non si meritava altro da me.

Sentii di nuovo bussare alla porta e mi girai spazientita: «Mamma che vuoi ora?»

Vidi una piccola figura uscire dalla penombra della porta: «Sono io...»

«Oh ciao Lia, che ti serve?»

«Potresti darmi una mano con i compiti di matematica?» Aveva il libro in mano e mi guardava con occhi spaventati, come se le mettessi paura. Da quando mia sorella era spaventata da me?

«Ok, vieni qua» Si avvicinò a me e le diedi una sedia per far si che si sedesse accanto a me sulla scrivania. «Qual è il problema?»

«Non riesco a risolvere questi...» Mi indicò dei problemi sul suo libro.

«Va bene, cercherò di spiegarteli, ma dovrai risolverli da sola mentre studio le mie cose, poi te li correggerò ok?» Lia annuì e cominciai a spiegarle gli esercizi.

Non passò molto tempo che sentii una mano picchiettarmi la spalla: «Vanno bene così?» Mi domandò con voce sottile.

Presi il suo libro in mano e cominciai a controllarli: «Si hai fatto tutto bene»

«Dici davvero?» I suoi occhi si illuminarono e non potei fare a meno di accarezzarle la testa: «Mina aveva ragione, sei molto brava a spiegare matematica» Appena sentii il suo nome smisi di accarezzarla. «Che c'è? Ho detto qualcosa di sbagliato?»

«No, non ti preoccupare, tu non centri niente...»

«É per quello che te e la mamma non parlate più? Sai, sono abbastanza grande e non capisco perché non vogliate dirmelo...»

Proibito || MichaengDove le storie prendono vita. Scoprilo ora