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-"No David. Stasera resti a casa con i nonni. Non si discute. Domani hai due interrogazioni" dico irritata a mio figlio. È passato qualche giorno da quando Daniel si è presentato inaspettatamente nel ristorante in cui lavoro, proprio sotto casa mia.
-"Ma mamma" dice scocciato.
-"Niente mamma. Ora finisci di fare colazione e andiamo a scuola" dico severa mentre sistemo la cucina. Da un pò di giorni sono irritabile e giro sempre guardandomi intorno, con la strana sensazione di essere vista e seguita da qualcuno.
-"Ma Marco è a qualche metro da casa nostra" dice con tono triste.
-"So dove abita Marco e ti ho detto che devi impegnarti nello studio. Anche zia Alex è irritata con voi due che passate i pomeriggi a giocare alla PlayStation" dico seria fissandolo. David sbuffa e poi si infila il cucchiaio di cereali in bocca mentre ha la testa appoggiata alla mano. Anche lui ha lo stesso colore degli occhi del padre, i stessi capelli ricci e castani e lo stesso naso aquilino ma più raffinato. È la sua fotocopia.
-"Quando mi porti a vedere il Gran Premio di Monza? Sono grande ormai" dice spiazzandomi. Rischio quasi di strozzarmi con il caffè che sto bevendo. È patito anche lui di macchine e moto, d'altronde buon sangue non mente. Suo padre un grande appassionato di moto, macchine e..... basket.
So che segue la formula uno e la moto gp ogni tanto, insieme a Marco. Quando è con me gli vieto di guardarle, sempre con il timore che possa scoprire da un momento all'altro chi è suo padre.
-"Puoi scordartelo. Non ti porterei mai a vedere una cosa così rischiosa e in mezzo a tutto quel casino" dico seria. Mio figlio sbuffa.
-"Allora lo chiederò a zia Alex e zio Luca" dice sorridendo e sfidandomi. Alzo gli occhi al cielo.
-"Tu non chiederai proprio nulla a nessuno. Finisci di fare colazione. È tardi" dico guardando l'ora.

********

-"El" sento quella voce calda chiamarmi. Rimango bloccata prima di salire in macchina. Fisso ad occhi sgranati mio figlio che guarda con occhi accesi verso l'uomo dietro di me.
-"Non muoverti e non fiatare" dico a bassa voce a mio figlio.
-"Ma è Daniel Richarde" dice a bassa voce David.
-"So chi è. E tu rimani buono e zitto qui" dico a David prima di girarmi. Rimango sorpresa come sempre dalla sua bellezza straordinaria e dal suo corpo possente. È primo mattino e indossa una tuta e una maglietta nera.
-"Cosa ci fai qui?" sbotto irritata. Con il mento indica l'interno dell'auto mentre ha le mani nelle tasche della tuta.
-"Tuo figlio?" chiede serio. Faccio un cenno confermando.
-"Devo andare. Già siamo in ritardo per la scuola" dico seria provando ad infilarmi in macchina ma mio figlio ovviamente non mi ascolta e balza fuori dalla macchina, tutto euforico e con il diario in mano.
-"Tu sei Daniel Richarde" dice allegro mio figlio avvicinandosi. Questa scena l'avrei voluta evitare. Daniel lo fissa sorpreso e con occhi sgranati. Mi guarda per un istante con mille domande nello sguardo.  Cerco di rimanere impassibile mentre il cuore batte furiosamente nel petto e tremo di paura.
-"Si, sono io. E tu sei David" dice Daniel sorridendo.
-"David. È tardi. Sali in macchina" dico severa a mio figlio.
-"Mamma, un autografo e andiamo" dice mio figlio contento.
-"No. Ora andiamo" dico prendendolo per mano.
-"Solo un autografo El. Tranquilla" dice Daniel facendomi bloccare. Prende il diario di mio figlio e inizia a scriverci sopra per poi restituirglielo. David lo prende tutto felice leggendo cosa c'è scritto sopra e Daniel gli scompiglia i capelli ricci.
-"Grazie Daniel. Sono il ragazzo più felice del mondo" dice David felicissimo saltellando sul posto.
-"Andiamo, forza" gli dico aprendo la portiera posteriore e salta sù allegro.
-"La borsa del basket" dice poi serio.
-"Te la porta nonno quando ti viene a riprendere a scuola" gli dico prima di chiedere la portiera. Mi giro quando sento le parole di Daniel trapassarmi l'udito e il corpo. Parole dette piano per non farsi sentire.
-"È grave El. Me l'hai tenuto nascosto" dice con voce seria e furiosa prima di vederlo allontanarsi a grandi passi. Salgo in macchina tutta tremante non sentendo nemmeno le cose che sta dicendo mio figlio, preso dal momento di felicità.
Lui lo sa.
Lui sa chi è David.
Beh, difficile non fare uno più uno. È praticamente la sua fotocopia. Ecco perché ho sempre evitato di andare in giro quando sapevo che lui era a Milano.
-"Mamma come conosci Daniel Richarde?" chiede curioso mio figlio.
-"È un vecchio amico. E non fare domande" dico scocciata mentre guido e continuo a tremare.

RITORNIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora