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-"Amore? Sono di ritorno. Tra un'ora prendo il volo per Milano" mi avverte Piero. Sorrido tirata mentre la mia testa è  confusa dalla sera prima. Ripenso in continuazione alle parole che mi ha detto Daniel.
-"Finalmente il mio futuro marito si degna di tornare a casa" scherzo facendolo ridere.
-"Lo so che sono troppo assente amore, perdonami. Hai iniziato a pensare ad una data?" chiede serio. Mi sento una merda, perché non ho mai pensato davvero ad una data ed ora come ora non vorrei sposarmi nell'immediato, o forse sì per mettere a tacere una persona.
-"Non ne ho avuto il tempo Piero, perdonami" dico sospirando.
-"Sono settimane che ti chiedo di pensarci e ancora non ottengo una risposta. Sei sicura di volermi sposare El?" chiede serio facendomi sentire una stronza nei suoi confronti. Lui è bellissimo e dolcissimo, l'uomo perfetto.
-"Certo che voglio, è solo un periodo caotico" rispondo in difficoltà.
-"Va bene, sei perdonata. David?" chiede poi dolcemente. Ogni volta che chiama o che mi scrive, chiede sempre notizie su mio figlio. Gli vuole davvero un bene dell'anima.
-"È a basket. Sto aspettando che finisca la partita" dico seduta sugli spalti.
-"Salutamelo e digli che ho un regalo per lui" dice allegro.
-"Riferirò" dico sorridendo e noto qualcuno sedersi accanto a me.
-"Devo andare. Ci vediamo appena arrivo" dice sbrigativo.
-"D'accordo. Buon viaggio" lo saluto.
-"Grazie tesoro. A presto" mi saluta e riattacca.
-"Il grande chirurgo sta tornando a quanto pare" dice l'uomo accanto a me, che conosco molto bene. Mi giro a guardarlo e mi fissa per un attimo prima di tornare a guardare verso il campo dove sta giocando nostro figlio. Il palazzetto è quasi vuoto e ci sono pochissimi genitori.
Daniel indossa una tuta e il berretto della sera prima calato sul viso insieme agli occhiali da sole non troppo scuri.
-"Mio figlio è davvero in gamba, a differenza mia che sono una schiappa" dice a bassa voce.
-"È vero. Gioca a basket da quando aveva sei anni" lo informo.
-"E gli piacciono le auto, come me" dice soddisfatto. Sorrido mentre fisso mio figlio correre in campo con la palla mentre palleggia e la passa ad un suo compagno.
-"Anche le moto" dico guardandolo un attimo.
-"È proprio come me" dice orgoglioso.
-"È la tua fotocopia in tutto, credimi. Anche come si comporta e ha i tuoi stessi atteggiamenti. Ed è cocciuto come te" dico seria e poi sbuffo. Lo sento ridacchiare accanto a me e poggia la mano sulla mia gamba facendomi girare.
-"Non ti permetterò di sposare quell'idiota El. Non lo farai e non mi porterai via mio figlio" dice severo e minaccioso prima di alzarsi e andare via tranquillamente.
-"Merda" dico tremante e sulla gamba sento ancora il suo tocco.

*******

-"No Alex, non hai proprio capito un cavolo. Mi ha minacciata già due volte che non mi sposerò e che non gli potrò portare via suo figlio. Ho il terrore che con i suoi avvocati me lo porterà via e non lo rivedrò mai più" dico spaventata mentre cucino e lei è seduta sullo sgabello come al suo solito.
-"Cavolo che bel casino amica mia. Non immaginavo che Daniel fosse così bastardo" dice la mia amica prima di sorseggiare il vino.
-"Ha ragione. Gli ho tenuto nascosto una cosa così importante" dico seria.
-"Ma lui ti ha abbandonata" mi ricorda.
-"Anche questo è vero" dico mentre spadello la pasta e poi la metto in due piatti.
-"Chef?" mi chiama Domenico, un cameriere.
-"Dimmi Dom" rispondo guardandolo.
-"La vogliono in sala" dice serio.
-"Chi?" chiedo seria.
-"Un personaggio illustre. Vuole parlare con lei" dice senza sbilanciarsi. Alzo gli occhi al cielo e mi tolgo il grembiule prima di lavarmi le mani ed uscire fuori dalla cucina per raggiungere la sala e poi il piccolo salottino privato, preceduto da Domenico. Mi blocco vedendo Daniel seduto al tavolo insieme a Lorenzo e al suo manager e avvocato.
Merda!
Domenico si conceda e rimango da sola insieme ai tre uomini.
-"Buonasera" li saluto con professionalità.
-"Ciao El" mi saluta Lorenzo sorridendo.
-"Salve chef" mi saluta il suo manager.
-"Buonasera chef" mi saluta Daniel fissandomi intensamente. Indossa una camicia bianca e un jeans chiaro.
-"Posso esservi utile?" chiedo seria.
-"Si. Ora ti siedi e facciamo due chiacchiere" dice serio Daniel. Strabuzzo gli occhi.
-"Non posso e lo sai. Cucino per un locale, non mio tra l'altro" dico irritata a braccia conserte.
-"Siediti. Dobbiamo parlare" mi minaccia Daniel. Guardo gli altri due uomini che mi guardano seri. So bene che anche Lorenzo è un ottimo avvocato ed è uno squalo nel lavoro e ciò non mi fa stare per niente tranquilla.
Richiamo Domenico e gli dico di dire al mio secondo di proseguire lui con il servizio. Ho un ottimo staff che se la cava benissimo anche senza di me alcune volte. Volkan, il secondo chef, mi sostituisce tutte le volte che mi assento per stare con mio figlio.
Mi siedo al tavolo e sospiro fissando i tre.
-"Avanti, cosa volete?" chiedo rassegnata.
-"El, sai che sono un avvocato come Mike, il manager di Daniel. Daniel vuole essere a tutti gli effetti il padre di David e vuole riconoscerlo. Inoltre vuole che lo seguiate durante il mondiale" mi spiega Lorenzo. Guardo Daniel con le saette agli occhi e stringo le mani a pugno.
-"David ha una vita qui, una scuola qui. I suoi nonni. Non possiamo lasciare tutto e seguire Daniel per i suoi capricci" sbotto irritata.
-"Come ti ho detto ieri, ha altri due nonni che non vedono l'ora di conoscerlo e assumerò delle maestre che ci seguiranno e David non rimarrà indietro con la scuola" dice serio Daniel. Lo guardo furiosa.
-"Io ho un lavoro, un locale che gestisco e che mando avanti per conto dei proprietari che me l'hanno affidato, ho un fidanzato e sto per sposarmi" dico irritata. Daniel sorride mentre mi mangia con lo sguardo.
-"Il tuo staff è in grado di mandare avanti questo ristorante e tu, ti ripeto, non sposerai quel pesce lesso. Tu verrai con me insieme a mio figlio" dice severo piegandosi verso di me e ipnotizzandomi con il suo sguardo. Il cuore batte furioso nel petto mentre tremo tutta. Ho la testa confusa. Sono terrorizzata.
Per una vita non si è fatto sentire e vedere e ricompare all'improvviso minacciandomi.
-"Ovviamente non resterai senza lavoro El. Abbiamo pensato anche a te" dice Lorenzo.
-"Oh, molto gentile da parte vostra" dico ironica fissandolo.
-"Sarai la chef della McLaren" dice Mike. Sgrano gli occhi.
-"Cosa?" chiedo incredula.
Chef della McLaren.
È una cosa impossibile da realizzare. Stanno scherzando.
-"Sarai la chef ufficiale della McLaren. Dobbiamo pur mangiare qualcosa di decente mentre viaggiamo, no?" dice Mike sorridendo. Li guardo sbigottita e rimango zitta per alcuni minuti.
-"È sotto choc" dice Daniel sorridendo soddisfatto.
-"Io credo sia confusa e non si renda conto" dice Lorenzo.
-"State zitti?" sbotto irritata e confusa mentre mi alzo dalla sedia come fossi ubriaca.
-"Dove vai? Non abbiamo finito" dice Daniel alzandosi anche lui e bloccandomi per il polso avvolgendolo con la sua grande mano.
-"Devo bere" dico confusa.
-"Anche noi" dice Daniel alzando la mano per fare cenno al cameriere.
Domenico arriva prontamente.
-"Chef?" chiede il cameriere.
-"Alex?" chiedo innanzitutto.
-"Sta facendo una testa di chiacchiere a Volkan" dice sorridendo. Alzo gli occhi al cielo.
-"Portami una bottiglia di whisky. La solita e quattro bicchieri" dico prima di congedarlo e mi siedo di nuovo scrollandomi la mano di Daniel di dosso.
-"Lo sappiamo che sarà difficile cambiare tutto all'improvviso, cambiare la propria vita, ma David merita di stare e crescere insieme al padre biologico" dice Lorenzo serio. Lo fisso rimanendo zitta.
-"Per questo ti vorremmo nel nostro team. Sarai presente sempre per tuo figlio. Entrambi lo sarete e sarà ben istruito da ottime insegnanti" continua Mike.
-"Allora, El?" chiede Daniel sorridendo.
-"Se decidessi di non farlo?" chiedo con un filo di voce e il cuore in tumulto, già conoscendo la risposta.
-"In quel caso, Daniel dovrà ricorrere alle maniere legali e strapparti David" risponde Lorenzo. Stappo la bottiglia di whisky e me ne verso un bel pò nel bicchiere prima di berlo tutto. Daniel mi strappa la bottiglia di mano e versa il whisky ai suoi amici.
-"Non succederà mai" lo minaccio tempestosa fissandolo negli occhi, quegli occhi nocciola che ho amato tantissimo.
-"Chef?" mi chiama Domenico.
-"Si?" rispondo guardandolo.
-"C'è David" mi avverte. Mi alzo subito in piedi. Mi giro e fulmino Daniel che si è alzato subito in piedi.
-"Tu stai qui e non ti muovere" lo minaccio prima di allontanarmi.
Mio figlio ogni tanto scende giù per farmi un pò compagnia mentre cucino e cena accanto a me mentre lavoro. È molto amato dal mio staff che lo trattano come un nipote acquisito.
-"David" lo bacio sulla testa prendendolo tra le braccia.
-"Ciao mamma" mi saluta. Lo accompagno in cucina e lancio un'occhiata alla mia migliore amica.
-"Ciao zia Alex" saluta la mia amica.
-"Ciao tesoro" lo saluta accarezzandogli i capelli.
-"Marco dorme?" chiede ad Alessandra.
-"Credo di no. Stava facendo i compiti. Tu li hai finiti?" chiede la mia amica.
-"Scusa amore di mamma, ho dei clienti importati. Finisco di parlare con loro e arrivo. Ok?" dico a mio figlio.
-"D'accordo" risponde sedendosi su un altro sgabello accanto ad Alessandra.
-"Volkan, vedi cosa vuole mangiare David" dico al mio secondo prima di uscire di nuovo dalla cucina e raggiungere di nuovo la piccola saletta con una coppia di mezza età vicino ai tre uomini.
Sorrido alla coppia. Sono clienti abituali e molto gentili. Lui banchiere e lei insegnante.
-"Signori Nasti" li saluto stringendo le loro mani.
-"Ellen, cara. Ti sei superata come al tuo solito. Sei straordinaria" dice la signora Nasti. Le sorrido e sorrido a suo marito.
-"Ellen è davvero una donna molto in gamba. Congratulazioni ancora per quello con cui riesci a deliziarci ogni volta" dice il marito entusiasta.
-"Grazie mille, signori Nasti. È un piacere per me avervi ogni volta qui" li ringrazio felice dei loro complimenti.
-"Non sapevo che conoscevi un pilota famoso" dice il signor Nasti.
-"Amici di vecchia data" dico seria.
-"Si, amici" dice Daniel fissandomi serio, come se fossi presente solo io nella saletta, facendomi surriscaldare e sentire in difficoltà. La signora Nasti sorride sorniona, come colei che ha capito tutto, mentre ci fissa.
-"Buona serata" ci salutano i signori.
-"Buona serata a voi, a presto e ancora grazie" li saluto prima che si allontanano. Sospiro e mi siedo di nuovo. Daniel mi versa un pò di whisky e bevo un sorso mentre lo fisso. Lui mi fissa intensamente e beve un sorso anche lui.
-"Mio figlio? Come mai è qui?" chiede serio.
-"Ogni tanto la sera scende per stare un pò insieme a me mentre cucino e cena qui. Ora sta cenando" spiego prima di bere un altro sorso di whisky.
-"Posso vederlo?" chiede serio.
-"Non mi sembra il luogo ed il momento" dico seria.
-"Non puoi vietarmi..." inizia a dire serio ma lo blocco subito.
-"Non qui Daniel. Siamo in un ristorante cavolo" dico irritata.
-"Allora vengo da te" dice subito dopo.
-"Non puoi" lo minaccio.
-"Sono il padre e posso. Ne ho ogni santissimo diritto" dice minaccioso.
-"Non stasera e non subito. Dovrò parlargli e raccontargli alcune cose prima, dovrò prepararlo" dico seria fissando i tre uomini.
-"Ellen ha ragione, Daniel. È un ragazzino e ha bisogno di tranquillità, di sentire le parole da sua madre" dice Lorenzo al suo amico. Sospiro e lo ringrazio con lo sguardo.
-"E io sono suo padre" dice irritato Daniel al suo amico.
-"Lui non ti conosce ancora. Ti conosce solo per fama. Tu non sai come prenderlo e come dirgli le cose. Lascia fare le cose con calma ad Ellen, per favore" risponde pazientemente Lorenzo.
-"Lascia che Ellen si occupi di raccontargli le cose prima. È pur sempre un ragazzino agli inizi dell'adolescenza" dice Mike al suo amico poggiandogli la mano sulla spalla. Daniel sospira e finisce di bere il whisky. Io faccio altrettanto e poi mi alzo di nuovo.
-"Torno da nostro figlio, se non vi dispiace" li avverto.
-"Va bene" risponde Lorenzo.
-"Promettimi che gli parlerai e gli dirai tutto" dice serio Daniel fissandomi intensamente. Annuisco in silenzio e poi vado via, raggiungendo in fretta la mia cucina dove mi rifugio dentro.
Bacio mio figlio sulla tempia mentre mangia la sua cotoletta e patatine e io riprendo la mia postazione.
-"Allora?" chiede Alex.
-"Non ora. Era lui e non posso parlare ora" le rispondo prendendo in mano una nuova comanda appena arrivata in cucina.
-"Saletta" mi avverte Domenico, riferendosi ai tre uomini nella saletta privata che hanno ordinato.
Leggo la comanda e do gli ordini al mio staff per gli antipasti mentre io inizio a preparare gli ingredienti per un primo e due secondi.
-"Sei chiaramente sconvolta" dice la mia amica.
-"Molto. Non puoi immaginare" dico tesa e lancio un'occhiata a mio figlio che chiacchiera con la lavapiatti.

*********

-"David?" chiamo dolcemente mio figlio mentre è accoccolato tra le mie braccia e siamo nel mio letto matrimoniale. Ogni tanto dormiamo insieme quando entrambi abbiamo bisogno di coccole.
-"Dimmi" dice sospirando contro il mio petto.
-"Ti ricordi quando qualche anno fa mi hai chiesto di tuo padre?" dico con un filo di voce mentre il cuore pompa velocemente e accarezzo la sua schiena.
-"Certo, e tu mi hai risposto  che era un vecchio amore" risponde serio.
-"Amavo molto tuo padre. Più della mia vita stessa. Ci frequentavamo solo da due mesi ma io ne ero innamorata follemente ancora prima che lui mi chiedesse di uscire. Veniva ogni anno a Milano in vacanza e trascorreva le sue vacanze sul lago di Como insieme alla sua famiglia" racconto con un nodo in gola.
-"E poi?" chiede curioso.
-"Lui è dovuto partire. È dovuto andare via per iniziare la sua carriera di pilota" dico tremante.
-"Pilota? Guida gli aerei?" chiede serio. Sorrido e gli bacio la testa.
-"No amore mio, niente aerei. È un pilota di formula uno" dico seria mentre il cuore mi si arresta per la prossima domanda che già immagino.
-"Formula uno? Chi è? Lo conosco?" chiede eccitato spostandosi per guardarmi. Sorrido e gli accarezzo il viso.
-"Certo che lo conosci e se ti guardi bene allo specchio gli somigli anche parecchio, amore" gli dico seria. Mi guarda confuso.
-"Hai anche appena ricevuto un suo autografo" continuo. Sgrana gli occhi sorpreso e salta sul letto con lo sguardo illuminato.
-"Papà è Daniel Richarde?" chiede incredulo ed eccitato. Annuisco mentre lo guardo. Scoppia a ridere e inizia a saltare euforico sul letto.
-"Shhhhh, calmati o ci cacceranno dal palazzo" gli dico riprendendolo e facendolo sedere.
-"Perché non me l'hai mai detto?" chiede poi serio. Gli accarezzo il viso mentre lo fisso.
-"Perché avevamo perso i contatti appena lui è partito per iniziare la sua carriera. Non è finita proprio bene tra noi due e ho scoperto di aspettarti poco dopo la sua partenza. Non sapevo come rintracciarlo e non sapevo nemmeno se voleva dei figli nella sua vita. Come per magia è ricomparso qui dopo tutti questi anni e ha scoperto di te" gli spiego. Mi fissa serio e poi mi abbraccia forte facendomi scoppiare a piangere dopo giorni pieni di stress.
-"Come l'ha presa?" chiede preoccupato. Mi asciugo le lacrime e alzo le spalle.
-"Non proprio bene per averglielo tenuto nascosto, ma ti vuole conoscere e vuole riconoscerti come suo figlio" gli dico prima di baciarlo sulla guancia.
-"Mamma, non piangere" dice dispiaciuto mio figlio abbracciandomi di nuovo.
-"Lo so amore, è che ho paura di perderti. Tu sei tutto il mio mondo, il mio amore infinito. Meriti di conoscere tuo padre e di passare del tempo con lui, ma finora siamo stati sempre solo io e te" dico seria.
-"Ma mamma, io ti amo e non ti lascerò mai" dice stringendomi forte. Quasi singhiozzo mentre lo stringo a me e lo bacio tutto respirando il suo profumo, il profumo che non smetterò mai di amare.
-"Ti amo anch'io, figlio mio" rispondo piangendo.

RITORNIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora