18.𝕋𝕙𝕖 𝕆𝕟𝕖 𝕎𝕚𝕥𝕙 ℍ𝕖𝕣 𝕎𝕖𝕒𝕜 𝕊𝕡𝕠𝕥

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Tu sei vertigine,
tu sei fuoco,
tu sei abisso,
tu sei lampo,
tu sei tutto quello che mi fa paura
e tutto quello che mi affascina.



Tu sei vertigine,tu sei fuoco,tu sei abisso,tu sei lampo,tu sei tutto quello che mi fa paurae tutto quello che mi affascina

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📍𝙼𝚘𝚗𝚝𝚊𝚞𝚔, 𝙷𝚊𝚖𝚙𝚝𝚘𝚗𝚜 (𝙻𝚘𝚗𝚐 𝙸𝚜𝚕𝚊𝚗𝚍)

𝙳𝚎𝚌𝚎𝚖𝚋𝚎𝚛 𝟸𝟾𝚝𝚑

𝟷𝟽.𝟹𝟶 𝚙.𝚖.

«Tuo padre è il proprietario di una delle Seven Sisters?» quasi mi strozzai, sollevando gli occhiali da sole sulla mia testa- rimasi a bocca aperta di fronte alla tacita maestosità del cottage, circondato da un silenzioso ed ampio prato, che andava a scontrarsi, in lontananza, col blu dell'Atlantico.

«La migliore, dicono» precisó Niall, anticipando Harry, che a differenza mia si caló gli occhiali da sole per nascondere le tracce scure sotto ai suoi occhi stanchi «2,3 acri, una riserva che concede privacy invidiabile, quattro camere da letto, due bagni e sei caminetti» spiegó, sbattendo la portiera alle sue spalle «un'oasi accessibile solo a qualcuno di schifosamente ricco» punzecchió il suo amico, tirandogli una spallata affettuosa.

«Disse colui che posa il culo su un jet privato» replicó, calandosi sulla testa un beanie nero ed incrociando le braccia al petto dopo aver scaricato i nostri bagagli.

«Dormito male?» lo schernì Niall, schioccandogli davanti alla faccia le dita, per richiamare l'attenzione di Harry, che chiaramente non era a disposizione di nessuno in quel momento.

«Non ho dormito» taglió corto, con un sibilo, che mi fece roteare gli occhi al cielo- poche volte aveva mostrato il lato più tagliente ed ermetico del suo carattere, e a mie spese avevo imparato che non era il tipo da incupirsi, se non per un valido motivo.

«Ha sbattuto la testa?» sussurró Niall, al mio orecchio, lanciandogli un'occhiataccia che mi fece sorridere- lo osservai, sospirando, mentre la sua mascella si serrava nervosamente, accompagnata da uno sbuffo che lasciava dietro di sè una tensione che mi sembrava quasi di poter toccare con mano.

Scossi la testa, recuperando la mia valigia, che tirai dietro di me incamminandomi lungo il vialetto- il rumore delle ruote su di esso, interrompeva lo scroscio delle onde in lontananza, un suono che mi era mancato terribilmente «si comporta così quando si trova costretto a stare dove non vuole» dissi, facendo spallucce, sentendo i suoi passi alle mie spalle.

«Ed ignorarlo è la soluzione?» ridacchió, sollevando le sopracciglia «voglio dire, il fatto che tu lo ignori non pensi che lo possa turbare ulteriormente?»

«Mi infastidiscono le persone che si arrabbiano col mondo per un problema di cui il mondo non ha colpe» sospirai «e lui lo sa perfettamente» tagliai corto, arricciando il naso «perció quando si deciderà a concedermi udienza senza che sbuffi ogni due secondi, saró ben lieta di essere presente per lui.»

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