Mi asciugo le lacrime che continuano a rigarmi la guancia e vado al parco. L'unico posto isolato e tranquillo dove posso andare.
LORENZO'S P.O.V.
«Matte, usciamo?» chiedo guardando l'ora sul telefono, sono le 14:32. Ho voglia di uscire.
«Dove vorresti andare?» chiede il moro sdraiato sul mio letto.
«A fare un giro(?), dai prendi lo skate.» mi alzo dalla sedia e vado verso l'armadio, prendo il penny posto sulla mensola superiore.
«Va bene dai.» Il moro si alza e prende il suo skate.
«Mà, io esco!» urlo per farmi sentire «A dopo!» risponde lei, è sempre indaffarata a fare la casalinga.
Usciamo di casa, Matt si gira e mi guarda «Andiamo al parco?»«Per me va bene.» un sorriso sbuca sulle sue labbra e ci dirigiamo al parco facendo i dementi, come sempre ahah.
***
«Shh Matt, guarda.» siamo appena entrati nel parco e c'è qualcuno, sull'altalena. È una ragazza mora, messa di spalle.
«Ma non è.. Rachele?» chiede Matt cercando di mettere a fuoco la ragazza che leggermente dondola sull'altalena davanti a noi. «Mi sa di si.. Vado a parlarle, tu vai pure alla pista.» Matt annuisce e va.
Salgo sul penny e in pochi secondi sono da lei. Non si gira, penso non mi abbia sentito e deduco che stia ascoltando la musica.
Metto il penny nello zaino e busso dolcemente sulla sua spalla. Avvicina le mani al viso e si volta. Sta piangendo, toglie gli auricolari e li mette via, insieme al telefono.
Appena mi guarda, un senso di malessere mi pervade e non ne capisco il motivo; non sono mai stato male per nessuno tranne che per Matt.
Lei è.. non so.. diversa. È stronza perché vuole essere lasciata sola ma non vuole sentirsi tale.Abbassa di nuovo lo sguardo, mi siedo sull'altalena vicina.
«Che succede?» chiedo. Sì, sono preoccupato. Aspetto come risposta un "vaffanculo".«Niente..» scrolla le spalle. Non mi ha mandato a quel paese, incredibile.
«Se non succede niente perché piangi?» metto la mia mano sotto il suo mento e le alzo il viso. Ha le guancie rosse.
«Non sono cazzi tuoi.» eccola lì, mi mancava la sua finezza.
«Bene, allora ciao.» non vuole che l'aiuti, non mi lascia, perciò a cosa servo? Mi alzo e prendo lo zaino che avevo lasciato sull'erba.
I nostri sguardi si incontrano per un attimo e boh, non riesco a decifrare l'emozione che sto provando. Mi avvio verso la pista.«Aspetta..» sussurra lei, sempre a sguardo basso. Mi volto e la raggiungo. Pensavo che non sarebbe crollata davanti a nessuno ma ho intenzione di aiutarla.
«Sono successe troppe cose, comunque perché ti interessa?» chiede, si alza e si sdraia sul prato. La guardo e la seguo, sdraiandomi affianco a lei.
«Non so perché..» sorrido, contagiando anche lei. È bellissima anche se piange.Guardiamo entrambi il cielo blu, alcune nuvole passano, coprendo e scoprendo il sole.
«Hai intenzione di dirmi cosa succede o dobbiamo rimanere tutto il pomeriggio a guardare il cielo?» sorrido. «Puoi fidarti di me.» finisco.
«Come faccio a fidarmi se neanche ti conosco?» è tornata al colore naturale. Ha ragione, come faccio a dimostrarle che si può fidare di me?
Annuisco «Beh, ti fidi e basta.»
«Non è così semplice Lorenzo. Ti ringrazio dell'aiuto e lo apprezzo molto ma trovo la soluzione a tutto da sola, ho sempre fatto così.» sposta lo sguardo su di me, poi di nuovo al cielo.
«L'unico grosso problema è che non ho una casa..» si siede di scatto trattenendo le lacrime, mi siedo anch'io e mi avvicino a lei.
«Beh, non so se mia madre mi lascia, ma se vuoi ti posso ospitare. Ho una camera in più per gli ospiti.» sorrido, spero accetti; così avrò la possibilità di conoscerla meglio e spero di riuscire a capirla. La mia curiosità è troppo forte e ho intenzione di sapere perché non ha una casa.
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Dark Angel.
Hayran KurguLei, la nuova arrivata, quindi a vista di tutti sfigata e asociale. Lui, il popolare della classe, a vista di tutti figo e intelligente. Volete sapere cosa succederà tra i due? Bene, siete nella storia giusta.