8 × Grazie.

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Ed eccoci qua, arrivati davanti la fatidica casa. Nel parcheggio non c'è la Ford blu di mia madre, la mia ipotesi è corretta - è andata a fare la spesa.-

«Che bella casa..» sussurra Lorenzo.
«Rachele hai bisogno di una mano?» chiede il moro.

«Beh, se volete darmi una mano ne sarei felice.»

Mi avvicino alla porta ma per qualche strano motivo, rimango per un attimo pietrificata al suono della porta che si apre. Mi ricordo quando mio padre, una volta, mi disse che la porta era da riverniciare e io, come una bambina spensierata e felice, mi ero proposta di aiutarlo almeno un milione di volte. All'inizio era convinto e disse che non era lavoro per una bambina di 6 anni ma dato che ero cocciuta, continuai a chiedere di pitturare e alla fine cedette. Mi diede pennello e vernice e passammo tutto il pomeriggio a divertirci.

Lorenzo mi mette la mano sulla spalla, riportandomi alla realtà. Il nostro sguardo si incrocia per un secondo e posso giurare di vederlo sorridere.

«Allora.. Corriamo in camera mia e prendiamo tutto il più velocemente possibile.» istruisco ai due ragazzi vicino a me. Annuiscono e corriamo in camera mia.

Prendo le due borse più grandi che ho in modo da riuscire a fare entrare tutto.
«Adesso sbrighiamoci, mia madre potrebbe arrivare da un momento all'altro.»

Jar si fionda sul comò e Matt sull'armadio. Io prendo le felpe poste nei cassetti dell'armadio.

«Queste le porti vero?» chiede Lorenzo tirando fuori dal cassetto un paio di slip neri in pizzo. «Muoviti e non fare il coglione.» rispondo scazzata. Lui ride e mette tutto l'intimo nella borsa.

Dopo 5 minuti abbondanti abbiamo svuotato l'intera stanza - libri, vestiti, e cose di valore sono nelle borse. - riesco a chiuderle a malapena.

Sentiamo un rumore vicino, troppo vicino - una portiera sbattersi. -

Una scossa di terrore ed adrenalina si fa largo lungo la mia spina dorsale. «Muoviamoci» ci illumina Matt. Ci dirigiamo verso la porta della camera e sentiamo le chiavi aprire la porta d'ingresso.
Oh cazzo, sono sull'orlo di una crisi isterica. Okay Rachi, calma e pensa.

Idea!
«Scendiamo dalla finestra, sarà alto neanche un metro. » propongo, spalanco la finestra e i ragazzi scendono per primi cosi da poter passarli le borse.

Scendo e corriamo il più velocemente possibile lontano da quella maledetta casa.

«Ragazzi, vi ringrazio per l'aiuto.»

«Figurati. Non puoi capire l'adrenalina che ancora mi scorre nelle vene ahah.» dice il moro. Ci incamminiamo verso casa e facciamo a turno per portare le borse.

Vado nella mia nuova stanza e sistemo il contenuto delle borse. Mi piace molto l'aria intima, "familiare", di questa casa. Io purtroppo non l'ho mai "respirata" davvero un'aria del genere; anche perché la mia non era davvero una famiglia. Non rimpiango nulla, perché penso che doveva succedere. Diciamo che sono una ragazza alquanto filosofica riguardo la "vita". Diciamo che sono in pace con me stessa.

Mi butto sul letto morbido ed accogliente con le coperte blu e fisso il soffitto. Sono stremata e la mia testa è un buco nero.

Qualcuno bussa alla porta e mi "risveglia". «Entra.» sono sicura che sia Lorenzo. Infatti, il rosso entra e chiude la porta dietro di se, mentre io continuo a fissare davanti a me.

«Tutto bene?» chiede avvicinandosi.

«Diciamo di si.»lo guardo sdraiarsi vicino a me. Per fortuna il letto è matrimoniale. Ma tutta sta confidenza dove l'hai presa? Okay che sei un angelo bonazzo sceso in terra ma non riesco ancora a fidarmi.

Dark Angel.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora