-Trappola

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Ero furiosa, mi diressi verso la mia cella imprecando contro chiunque mi guardasse.
 
"Guardia fammi entrare" ordinai all' uomo appostato fuori la mia cella. La mia compagna stava, come sempre, sdraiata sul lettino di sopra, sempre silenziosa, intenta a scrutare ogni tuo singolo movimento.
 
"Non è giornata" le dissi rivolgendole un occhiataccia in risposta ai suoi occhi curiosi

"Niente isolamento sta volta?" chiese con tono indifferente 

"Magari" sospirai sdraiandomi sulla mia branda

"Vik ti cerca ancora, ti ha vista di nuovo andare dal direttore, crede che avete una relazione" insinuò lei con aria saccente

"non avete nient'altro da fare che fantasticare sulla mia vita sessuale?" chiesi sbuffando sul duro ed ispido cuscino 

"Non stai negando che ci sia qualcosa tra voi"

"Si qualcosa c'è: odio"

"Tutte vorrebbero farselo, ma lui ha occhi solo per te" esclamò perplessa "ma tu lo sai che sei l'unica prigioniera ad essere entrata nel suo ufficio?" Chiese infastidita sporgendosi dal suo letto

"Dovrei sentirmi lusingata? Onorata? Pff, odio lui, odio questo posto" esclamai coprendomi la faccia col cuscino, soffocando le lacrime. Mi sentivo incompresa e tradita, nessuno mi amava. "Nessuno mi ha mai cercata in tutto sto tempo e oggi il mio ex se ne esce dicendo che non farà niente per provare la mia innocenza" sussurrai abbracciando il cuscino.

"bella merda" esclama la mia compagna, non le rispondo e poco dopo mi addormento abbracciata al cuscino

                                                       *l'indomani in mensa*

Era tutto  esattamente come al solito, non c'era traccia del direttore e non vedevo neanche Vik. Era tutto fin troppo silenzioso.

Appena finii di mangiare quella sbobba, mi rifiuterò sempre di chiamarla cibo, mi diressi in cortile per prendere un pò di aria e magari schiarirmi le idee.

"Stronza non crederai di farla franca, oggi me la pagherai" urla una voce alla mie spalle, decisi di girarmi molto indifferentemente

"me lo immaginavo che fossi tu, Vik" dico beffarda "non ho voglia di litigare, vai a rompere le palle a qualcun altra"

"ragazze" urla facendo un gesto con la mano di avanzare "questa è la resa dei conti, non c'è posto per entrambi qui dentro" vengo accerchiata immediatamente da decine detenute 

"ma in realtà si, babbea, abbiamo un intero penitenziario a disposizione, non ti basta lo spazio?"

"o tu o io" ripete scandendo le parole, avanza verso di me. Il cerchio si stringe sempre di più, mi guardo attorno, ma non trovo vie d'uscita

"d'accordo, lo hai voluto tu" dico lasciando cadere la felpa a terra.

Fa uno scatto verso di me tentando di colpirmi con un pugno, ma riesco a schivarlo e gliene do uno io a sua volta, la colpisco e perde l'equilibrio per qualche secondo, la tiro a terra e mi posiziono su di le, la sto per colpire di nuovo, ma lei invece di di difendersi comincia a ridere

"che hai da ridere, buffona?" chiedo con un pugno caricato

"guardie, guardie, mi sta aggredendo, aiutatemi" urla a squarciagola, la folla creata intorno a noi si dissolve, tutte fanno finta di niente, mentre lei, ancora sotto di me, sorride compiaciuta

"sei una bastarda bugiarda" le urlo mentre le guardie mi trascinano via

"prigioniera 7294 lei sta superando il limite" dicono mentre mi trascinano di forza dal direttore, bussano alla porta ed entrano spiegando la soluzione 

"signore, la prigioniera 7294, ha di nuovo creato una rissa, aggredendo una sua compagna con cui aveva già avuto molteplici diverbi" spiegano con tono serio

"ci penso io, ora uscite" ordina con tono roco e severo.





Obey behind bars //Dylan O'BrienDove le storie prendono vita. Scoprilo ora