Si alza dalla sedia e mi tira dentro la stanza chiudendosi la porta alle spalle.
"Per favore Dylan, almeno tu credimi"
"perché ti cacci sempre nei guai?" dice con tono freddo e severo
"quella mi ha incastrata, ormai è diventato un hobby incastrarmi" dico sbuffando
"sono tutti contro di te, povera gattina" dice sarcastico accarezzandomi la guancia
"perché non mi credi?" chiedo quasi in lacrime
"sono il direttore e devo far rispettare le regole, non proteggere una detenuta"
"neanche scoparsela, se è per questo" dico inarcando il sopracciglio
"bhe dovrò pur punirti in qualche modo" dice facendo spallucce
"mi stai prendendo per il culo?!"
"vorrei" confessa sorridendo
"ma c'è qualcuno di serio in questo schifo di posto?!" esclamo sbuffando
"dovrò insegnarti un pò di buone maniere!" esclama irritato. Si slaccia la cravatta e me la annoda intorno la bocca a mò di bavaglio "come devo fare con te?" mi sussurra all'orecchio
Io cerco di controbattere in qualche modo, ma dalla mia bocca escono solo suoni soffocati.
"Shh non ti agitare" mi sussurra; si toglie anche la cintura, mi posiziona le braccia dietro la schiena e me la stringe intorno ai polsi ed inizia a delineare il mio corpo con un dito.
"Sembri così indifesa, piccola gattina succube del mio tocco" sussurra guardando attentamente ogni centimetro del mio corpo " sei pronta a sentirmi di nuovo dentro di te? quanto ti sono mancato?" continua a parlarmi, ma io non gli do attenzioni, cercando di restare il più indifferente possibile alle sue provocazioni.
Mi toglie il bavaglio "quindi? niente? stiamo facendo il gioco del silenzio?" nessuna risposta; riprende parola con un tono più infastidito "D'accordo! Allora resta in silenzio, ma se sento solo un fiato ne pagherai le conseguenze!" sentenzia con aria di sfida e fastidio.
Cosa ha in mente? non importa, devo restare indifferente così si renderà conto che non voglio avere niente più a che fare con lui.
Mi guarda intensamente per qualche secondo, col suo solito sorrisetto perverso sul volto. "D'accordo, andiamo" esclama sospirando, mi prende in braccio e mi fa sedere a gambe aperte sulla scrivania "questo non ci serve" dice sfilandomi il pantalone abilmente, lasciandomi leggeri brividi sulle gambe a causa del suo abile tocco.
"che dici questa ci serve?" domanda ironicamente, accarezzando delicatamente i miei slip " ma no , ovviamente" dice sfilandomeli velocemente gettandoli alle sue spalle.
Non ho neanche il tempo di realizzare quello che ha appena fatto che si fionda immediatamente con la lingua in mezzo le mie gambe, questo gesto veloce mi manda in estasi, porto velocemente la testa all'indietro, chiudo gli occhi e stringo il bavaglio tentando di non emettere nessun grido, ma è così difficile. Lui continua a martorizzare i miei punti sensibili con la punta della lingua, mentre con le dita fa leggeri cerchi massaggiandomi, poi stringe leggermente i denti mordendomi, il che mi lancia forti brividi lungo tutto il corpo.
Non riesco più a controllare la mia mente, dalla bocca mi esce un grido estasiato, soffocato dal bavaglio ma lo stesso udibile da Dylan che subito si ferma, si stacca dalle mie gambe e fa un grande sorriso malizioso.
"Quindi hai perso, mia piccola gattina" spiega eccitato "sei pronta alla tua punizione?" non appena lo dice io apro le gambe in segno di sconfitta sapendo cosa mi aspetta "ahaha no, troppo facile così" ride malizioso "scendi e mettiti in ginocchio" non capisco cosa ha in mente, ma ubbidisco.
Mi toglie il bavaglio e con gli occhi indica il suo pantalone , il mio sguardo è confuso:
"Avanti, succhia" mi ordina, alzo lo sguardo verso di lui e sospiro annuendo, si abbassa il pantalone e con i denti lo aiuto ad abbassare anche i boxer, questo mio gesto lo ha eccitato ancora di più, freme per il mio tocco.
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Obey behind bars //Dylan O'Brien
Fanfiction[COMPLETA, DA REVISIONARE] Alice conduce una vita semplice, tutto cambierà quando il suo ex fidanzato le darà una misteriosa busta. Finirà in prigione sotto le grinfie dello spietato e perverso direttore del penitenziario Dylan O'Brien. Cosa accadrà...