s i x

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Sadie's pov
not a father

<<se fosse per me continuerei a baciarti e a scop->>
<<sta zitto>>
<<altriment->>

"Sadie potete accomodarvi a tavola"
"grazie Mikey"

<<Mikey?>> chiede
<<dopo ti spiego>>

Mikey mi prende in disparte e lui se ne accorge.
Mikey: cosa è successo a Miami?
Sadie: ti prometto che dopo te ne parlo
Mikey: dimmi che sei stata attenta
Sadie: lo sono stata
Mikey: abbiamo qualche lezione da aggiungere
Sadie: Mikey, proprio ora che abbiamo le
vongole a tavola?
Mikey: hai ragione

Seduta a tavola, ho il suo sguardo puntato addosso. Sembra che mi stia chiedendo, "che hai fatto?"

"allora Sadie..."stavolta inizia il padre
"parlaci in qualche lingua"

Così inizio a parlare in tutte le lingue che conosco, ovvero tutte quelle che esistono.

La sua espressione di uno che non capisce un cazzo, mi spezza.

"dunque l'azienda resta nelle nostre mani e di conseguenza, il fatto è chiuso qua" mio padre

sto sclerando in polacco ad alta voce
"samdes, ci sono dei polacchi qui"
cazzo.

"signori anche la seconda portata è finita, potete accomodarvi in giardino"

<<evvai round tre arriv->> inizia ma io non lo sto ascoltando

"papà che significa che il fatto è chiuso qua?"
"tesoro semplicemente il contratto non rispetta le regole dell'azienda"

"e con questo?"
"Sadie Hell non capisco dove vuoi arrivare"

mi allontano da lui
Noah era dietro di me, ora sta parlando con i suoi

Vado nel lato della piscina, dove fortunatamente non c'è nessuno e sta da tutt'altro lato della casa.
Meglio non voglio vedere nessuno.
Nessuno tranne

Le sue braccia che mi avvolgono ed io che mi ci fiondo dentro.
<<non voglio lasciarti>>
<<nemmeno io>>

E non ci vuole nulla perché io finisca in braccio a lui.
<<round tre>>
<<continua fino all'infinito periodico>>

Che poi è la terza volta che ci vediamo e la quinta che stiamo insieme, ma sembra di conoscerlo da una vita.

Quando ho parlato con la madre ed il padre, rispondendo alle loro infinite domande sulla mia vita, è rimasto parecchio sconvolto, ci sono tante cose che non sapeva di me.

Ma nei modi di fare, fa ogni cosa senza farmi sentire mai a disagio. Neanche la prima volta, nonostante io fossi ubriaca, mi sono sentita in imbarazzo nel fare qualcosa.

<<hanno detto i miei che domani abbiamo l'aereo per tornare a New York>>
non gli rispondo
<<mi m->>
<<non dirlo>>
<<è la verità>>

La serata così terminò. La sua famiglia lascio quell'entrata. Avrei voluto un addio più degno di noi.

"hai fatto proprio una bella figura oggi, complimenti Sadie Hell" non lo ascolto, bruh sei tutto inutile

"ma alla fine che volevi dire prima?"
"niente padre niente"
"nulla signorina"
"certo, scusi"
"l'educazione, quella che non avete"

"ma sei incoerente?"
"le parole ragazzina"

"prima mi dici che ti ho fatto fare bella figura e poi dici che non educazione perché ti ho detto "niente" invece di "nulla" ma sei serio?"
"educata alle cene, ma non con tuo padre"
"padre, come ti onori"
"che vorresti dire?"

"che non hai mai fatto il padre"
"io ti ho fatta nascere"
"e crescere?"

non parla
"sai mr. Sink, come ti chiamano i tuoi colleghi, non ci vuole solo un po' di sperma per avere dei figli, li devi anche amare, cosa che tu non sei stato in grado di fare"
"nessuno dei miei figli ha mai osato un comportamento del genere"
"non faccio parte dei tuoi figli"

detto ciò, me ne vado in camera
Sono incavolata per Noah, non voglio lasciarlo.
Ma la colpa è sua, sua di colui che non è stato capace di crescere cinque figli, che lui ha deciso di fare.

Non è a conoscenza di quel che c'è tra me e Noah, ma cazzo accontentati, il contratto era perfetto.

Sono sul letto, non piango. Ho orgoglio, no non è vero
solo che non voglio mostrarmi debole. Penserebbe che sto piangendo per lui, potrei, ma gia l'ho fatto.

19 marzo, giorno della festa del papà.
Avevo sei anni, ero in prima elementare. Gli scrissi una lettera perché era come compito, un lavoretto di quelli che si fanno a scuola ad ogni festività.

caro papà, a scriverti è la tua bambina, la più piccola, ma la più intelligente. Sappi che ti voglio tanto ma tanto bene, nonostante tu non sia quasi mai qui. Alle volte i miei compagni pensano che io non abbia un papà, perché non vieni mai alle manifestazioni, ma io so che ne ho uno tanto grande ed importante, sei fantastico papà, ti voglio tanto bene. La tua piccola mrs. Sadie Hell Sink

si da piccola mi vantavo. Non la lesse mai.
Avevo sei anni, ci piansi, ero piccola. Ma fu l'ultima volta che lo feci. La prima fu quando dovette partire per un viaggio, tre anni e non sentirli, come stavo male.

Quando gliela portai gli chiesi di leggerla
"non ho tempo"
"quando ne avrai un pochino, potresti leggerla però?"
"samdes non ho tempo per queste sciocchezze"

buttai la lettera a terra e me ne andai.
Non è stato come nei film, quello dove poi loro vengono a vendere come stai e si scusano. Sono passati quasi undici anni, non è cambiato un emerito cavolo.

Ma che cazz ha questo letto. Fa che l'abbiamo rotto?
Ah no, c'è un bigliettino.

3a.m., quattro cialde, sette misteri
meet me there
-lo sconosciuto che ti sei scopata

ah bene

I have no idea | SoahDove le storie prendono vita. Scoprilo ora