Capitolo Quattordici

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Taemin mi prese per mano notando che stavo camminando senza una reale direzione, siccome non ne conoscevo, e mi guardò
"Vieni che ti faccio strada" sorrise portandomi verso l'edificio.

Le mie gambe tremavano, non riuscivo a capacitare me stesso di trovarmi davanti ad una delle agenzie più famose di tutto il mondo. Mi sentivo fiero di essere partito così, dal nulla, ed essere arrivato davanti al mio sogno, ma ciò portava dentro di me anche una forte paura che dopotutto era dovuta alla domanda insidiosa nelle mie orecchie: "Avrei confermato le loro aspettative?"

"A che pensi?" mi chiese Taemin mentre mi portava verso un corridoio, abbastanza largo e scuro, dove c'era l'ascensore che avremmo utilizzato per arrivare al nostro piano

"Penso che non voglio deludere nessuno, non credo di poterlo sopportare" sussurrai guardando atterra

"Uh? Semmai dovesse andar male vuol dire che ci hai provato no? Non è orgoglio questo?"

"Non mi preoccupa la sconfitta, ma la mia famiglia. Per me vincere significa anche riavere ciò che loro mi hanno tolto fin da sempre"

"Mh? E cosa?"

"La libertà" annuii toccando la collana, che si trovava ancora al di sotto della t-shirt bianca che indossavo, stringendola

"Ti ho detto di stare tranquillo Jiminie, la tua mente deve restare libera. Pensa solo al tuo corpo che si muove a ritmo di musica, alle note che ti entrano nelle orecchie e al vento che tu stesso crei quando ti muovi e che ti attraversa" sorrise facendomi entrare in ascensore facendo scivolare una mano lungo schiena

Le sue parole mi avevano letteralmente fatto rimanere di stucco, gli diedi ragione guardandolo con ammirazione.

"Vedi Jiminie, questo lavoro, la danza, è come se fosse un pò egoista. Perché? Devi pensarci notte e giorno, costantemente, come se fosse il tuo ragazzo o la tua migliore amica, non puoi permetterti di distrarti o fare passi falsi. L'attenzione, quindi, ricade e deve ricadere sempre e solo su quello che stai facendo,c hiaro?" mi portò una mano sul viso accarezzandolo leggermente.

Sorrisi e mi morsi le labbra annuendo. Probabilmente era uno dei migliori insegnanti mai avuti ed io ero stato fortunato ad averlo incontrato.

Una piccola scossa in ascensore ci fece capire che eravamo arrivati al quindicesimo piano, e che quindi dovevamo scendere.
Taemin mi prese ancora per mano, lasciandomi camminare seguendo il ritmo dei suoi passi, giostrandosi bene, fra quei corridoi lucenti e profumati che sembrava conoscere da una vita.
Mi fece arrivare davanti ad una fila, infine, abbastanza povera di persone che aspettavano il loro turno. Il dubbio quindi mi sorse spontaneo: era questa la fila che avrei dovuto fare per il provino? E perché la gente era così poca nonostante si trattasse di un progetto aperto a tutti?

La paura inizio a farsi sentire, più forte.

"Jiminie, qui è dovrei dovrai andare per il tuo provino. Hai dell'altro tempo in più, davanti a te ci sono ancora tre persone, perciò corri a cambiarti e rimani qui. Il tuo posto è questo" disse indicando un numero che si trovava atterra, ed era il 195.

Annuii e sorrisi riconoscente, afferrando il necessario
"D'accordo"

"Io ti aspetto dentro, non spaventarti appena mi vedrai assieme agli altri giudici" sorrise facendomi l'occhiolino, mimandomi un 'buona fortuna', per poi sparire dietro la porta chiusa in seguito.

Sgranai gli occhi, rendendomi conto che Taemin era proprio uno dei giudici e sospirai correndo verso uno dei bagni più vicini cambiandomi velocemente. Se avevo già intenzione di dare il meglio, dopo tale scoperta avrei dovuto impegnarmi ancora e ancora di più; non volevo deludere nessuno, figuriamoci lui.

"Rain in the pine grove"// Yoonmin (completata) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora