Capitolo Sedici

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"Nuove stelle brillano sotto al cielo della BigHit, o meglio dire Hybe. Un nuovo talento giunge sul podio delle classifiche con una sola ed unica esibizione, che ci ha concesso sul palco della grande città di Seoul e che ha steso i cuori di tutti catturando ogni sguardo per poterselo sentire addosso.
Capelli di un colore diverso ogni settimana, abbigliamento che non conta di nessuna forma, fisico scolpito, viso angelico, occhi determinati, voce melodiosa e tenacia nel sague..."

"...sto parlando del giovane Park Jimin!" rise Taemin abbracciandomi da dietro, leggendo uno dei tanti articoli sui vari siti internet

Scossi la testa, mentre cercavo di aggiustarmi il trucco tramite lo specchio personale, e lo guardai dal riflesso
"Hey, sei più esaltato di me?"

"Sei il mio gioiellino Jiminie, è ovvio che lo sono" sussurrò dandomi un bacio sul collo.

Beh, erano passati tre anni dalla mia ammissione alla Hybe e tutto era cambiato radicalmente.
Appena il mio cervello finalmente capí che ero entrato a far parte di un'importante agenzia, subito scattai all'opera dando il massimo e il meglio nell'iniziare a oltrepassare barriere e conservare traguardi.

Il primo passo fu quello di finire la scuola con ottimi voti, ed infatti è quello che feci. Mentre c'erano pratiche e prove al mattino, di sera dedicavo tutto io mio tempo allo studio e solo così potei finalmente concludere in gran bellezza, seppur a distanza, senza rivedere i miei compagni, come mi avevano già spiegato.

Il secondo fu, invece, quello di parlare con i miei amici. Decisi che il modo migliore per farlo era sicuramente raggrupparli tutti qui a Seoul spiegandogli la situazione. Dapprima Taehyung e Jungkook non erano cosi fiduciosi nel lasciarmi qui, avevano paura che potessi aver bisogno di loro e sarebbe stato umiliante non poterci essere, a detta di Taehyung.
Poi, però, se ne fecero una ragione, capendo che stavo crescendo, stavo maturando e che quella esperienza mi avrebbe fatto solo migliorare.
Gli altri ragazzi, invece, erano super emozionati e contenti per me fin da subito, e insieme promisero di venirmi a trovare.

Nell'arco di tre anni, infatti, lo fecero davvero spesso e ne rimasi sorpreso più che contento. Mi aiutava averli vicino e sentire il loro calore nonostante ogni volta cercavo di ripetergli di evitare quei viaggi così stancanti ma loro erano fermi un un punto: non mi avrebbero mai lasciato.

A seguire, c'era la mia famiglia che, per i primi tempi, continuava a tenermi lontano ed emarginato dal loro cerchio. Ovviamente avevano saputo del mio successo, della mia attuale situazione, ma non ebbi nessun incoraggiamento e ciò non faceva altro che far aumentare il mio menefreghismo verso di loro.
Come infatti il primo passo, verso una piccola speranza, non lo feci di certo io, anzi, la mamma.

Da lì in poi tutto risultò in salita. Iniziarono a sciogliersi piano piano convincendo anche il papà e mio fratello, iniziarono a chiamarmi spesso e chiedermi come andassero le prove finché non mi vennero a trovare nel luogo in cui mi trovavo.

Di fianco a me, giorno e notte, c'era sempre e solo Taemin, che non voleva assolutamente staccarsi per nessun motivo al mondo. Più lo conoscevo e più pensavo alla persona mervigliosa che era e di come ne avessi proprio bisogno di uno come lui nella vita.
Taemin era l'esempio di giovane ragazzo da seguire e, tralasciando i nostri quattro anni di differenza, lui si prendeva cura di me come se davvero fossi il suo gioiellino, il suo bambino.

Il suo comportamento, però, non era dettato dalla fama o dal successo che il mio nome portava, anzi. Taemin piangeva, rideva, si terrorizzava per me, mi rendeva parte della sua quotidianità senza farmelo pesare e mai mi avrebbe tradito.

Non come Yoongi.
Lui da quel giorno alle audizioni non lo vidi né sentii più. I suoi social, almeno per me, erano spariti e mi capitò solo di vederlo ogni tanto in giro per la struttura dell'agenzia, ma oltre ad una scia di sguardi lanciati alla ceca, non ci fu altro.
Namjoon mi disse che Yoongi si era confidato e, mi intimò che dovevo lasciarlo completamente stare, dimenticarmi di lui, per il mio bene e per la mia sanità mentale. Dovevo avere la forza di non conoscerlo più come il migliore amico che mi era sempre stato accanto fin dalla tenera età, ma come Min Yoongi, il produttore numero uno della Hybe.

Fu un momento buio la chiacchiera che feci con Namjoon, mi lasciò un vuoto dentro tale da farmi rendere conto di quanto stupido fossi stato per tutti quegli anni.
Per Yoongi era bastato un aereo e una ragazza, dei soldi e della fama, per dimenticarsi di me, mentre io...
Io nonostante la cancellazione che, decisi di avviare come un processore nel mio cervello, non riuscivo a scordare ciò che lui aveva fatto per me.
Era impossibile, andiamo!

Essere un idol di fama mondiale, cresciuto in così poco tempo, aveva i suoi pro e contro. Bisognava essere forti di animo, non abbattersi mai, cancellare dalla testa il fatto di ricevere solo commenti positivi e rassegnarsi accettando anche le critiche.
Passai dei momenti davvero pesanti, dove l'unica luce che desideravo era la mia vita prima di poter diventare Park Jimin, era la mia quotidianità, i miei amici, le ubriacate al bar e le notti passate a fare cazzate.

Cose che non avrei riavuto più indietro.

A questo punto, all'età di venti anni, decisi che piangersi addosso e ricordare i vecchi momenti era come puntarsi una pistola alla gola e sparare senza mai morire.
Per questo iniziai a metterci tutto l'impegno per cercare di essere il miglior Park Jimin che la mia famiglia, i miei amici, i miei fan potessero mai desiderare.

Quella vita, poco a poco, iniziò a piacermi davvero tanto. Mi sentivo al sicuro ogni volta che salivo sul palco e, il terrore di essere guardato male o giudicato, mi passò lasciando spazio solo ed esclusivamente alla passione che usciva fuori ogni volta che la mia voce incontrava il ballo.

"Jiminie, a cosa pensi?" sussurrò Taemin tenendo le sue mani sulle mie spalle

Sorrisi, risvegliandomi da quel piccolo stato di trance, per poi alzarmi e guardarlo
"Nulla Taemin, sto solo pensando all'intervista che dovrò fare dopo"

"Oh stai tranquillo, ne hai fatte molte altre no?"

"Certo, questo si, ma sai come sono i giornalisti, troppo invadenti..."

"Lo so, lo so bene. Ma avrai sempre me. Ti supporto da dietro le quinte come ogni volta, mh?"

Annuii e lo abbracciai
"Grazie Taemin" sussurrai

Mi voltai verso il suo viso eblo afferrai baciandolo a stampo. Notai quando Taemin stesse aspettando proprio questo visto che mi afferrò per la vita approfondendo il tutto nel modo più voglioso possibile.

In quei tempi passati lì, io e Taemin ci avvhicinammo davvero molto finché non capitammo proprio come in quel momento. Come infatti quello non era il nostro primo bacio, bensì uno dei tanto capitati nel corso del tempo.
E dopo tutto questo, vi starete chiedendo, continuavo a pensare alla stessa persona? Beh, si.

"Sei così dannatamente bello, Jiminie" sussurrò facendomi indietreggiare verso il letto e quindi sedere sulle sue gambe.

Sorrisi sistemandomi per bene prima di poter far scontrare i nostri bacini, ormai ingrossati, più del dovuto.

"Come ti sembra?" sorrisi mettendogli una mano fra i capelli stringendoglieli forte

"Oh...non riesco a pensare" si morse le labbra cambiando con un movimento brusco tutta la situazione e facendomi ritrovare sdraiato sotto di lui, quindi si avvicinò lasciandomi dei baci lungo il collo e sul petto.

"Cerca di farlo allora, non rovinarmi la pelle con i succhiotti" sussurrai allargando leggermente le gambe per permettergli di mettersi comodo

"Ormai" rise morendomi forte mentre le sue mani iniziarono a vagare sulle gambe entrando, silenziosamente, nei miei pantaloni

"Vorresti sentirmi urlare il tuo nome, vero" sospirai

"Ne sarei fiero ed eccitato"

"Allora fallo" mi morsi le labbra per poi chiudere gli occhi

Dei brividi iniziarono a salire lungo tutto il mio corpo, le sue mani esperte e grandi continuavano a darmi piacere ed io, in quei sospiri sussurrati all'orecchio, immaginavo la voce di Yoongi.

"Rain in the pine grove"// Yoonmin (completata) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora