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Seokjin rise vedendo padre e figlio confabulare, sembravano lui e suo padre quando dovevano cucinare delle nuove scoperte culinarie.

«Ok, prima di ucciderci facciamo colazione» rise di gusto Hoseok un po' ingelosito.

«Allora, che ne dite dei miei famosi Pancake?!» esclamò Chin-Hae circondando il fianco del figlio maggiore con il braccio sorridendo; Hoseok a quella vista si ingelosì ancora di più e strinse i pugni, ma, senza mai togliere il suo sorriso dalle labbra.

«Allora accomodatevi che ve li preparo» esordì vedendo tutti annuire.

«Jin, siediti e non ti azzardare a toccare la mia cucina mentre faccio i Pancake, se no non ti faccio neanche entrare in cucina» chiarì Chin-Hae squadrando scherzosamente Seokjin.

«Ok, ok non tocco la cucina» rise Seokjin alzando le mani scherzosamente.

«Yoon-sun?» lesse Jungkook sul calendario del giorno prima. «Chi è?» chiese poi.

Chin-Hae spalancò gli occhi a sentire quel nome e abbassò il capo piangendo silenziosamente, mentre Yoongi corse in camera sua. Come se tutto si fosse bloccato, Padre e Figlio non riuscivano ad riprendersi.

«Cos'è successo?» chiese Seokjin allarmato.

«Jin Hyung vai in camera di Yoongi» ordinò Jungkook prendendo per un braccio il patrigno e andando verso camera del padre e madre.

«O-ok» balbettò Seokjin andamdo da Yoongi, vedendolo nel letto singliozzante, lo turbò e non poco. «Era il suo nome?» chiese un po' timoroso Seokjin a Yoongi.

«D-ella m-mia b-bambina? Si...» singhiozzò Yoongi stringendosi forte la pancia al ricordo.

Era non solo pesante fisicamente ma anche mentalmente per chiunque lo sapesse. Seokjin trattenne a stento le lacrime, e pensò a ciò che il padre gli disse anni prima, "se vuoi affrontare il passato devi ricordarlo con orgoglio per averlo passato".

«Sai, qualche anno fa affrontati un momento tragico, non era nulla in confronto a ciò che hai passato tu, ma mi rimasero impresse le parole che dicette mio padre, disse: "se vuoi affrontare il passato devi ricordarlo con orgoglio per averlo passato", ricorda la perdita della tua bambina come se tu riuscirai, in futuro, a ridargli la vita e l'amore che non le hai potuto dare, passa alla pagina successiva del racconto e non soffermarti su questa, se vuoi portare il suo nome avanti, devi passare alla pagina successiva ricordandola, se passi la pagina non significa che vuoi dimenticarla vuol dire che la porterai con te nel tuo cuore anche se è passato, ma il passato ci fa crescere» sorrise alla fine Seokjin stringendo la presa sul ragazzo.

«Grazie...» sussurrò Yoongi a Seokjin, asciugandosi le lacrime e cercando di rialzarsi. «V-vado da mio padre» confessò poi, alzandosi e avviandosi in camera del padre, chiedendo a Jungkook di uscire.

«Appa...» sussurrò abbracciando il padre.

«Yoon, e colpa mia scusa» disse il padre sentendosi in colpa per molte cose, le maggior parte mai dette al figlio.

«Appa, non è colpa tua, e successo dobbiamo passarci sopra, la porteremo nei nostri ricordi... e ti giuro che avrò un'altro figlio anche se mi dovesse cascare il mondo io voglio ricordarla con un bambino o bambina» confessò Yoongi determinato della sua promessa.

«Yoon...» sussurrò il padre.

«Lo avrò con una persona che amerò» continuò sorridendo al padre.

«Quando sarai pronto, non voglio che ti lasci» sussurrò il padre abbracciando il figlio.

«Ora basta piangere, dovremmo ringraziare Seokjin per averci fatto ragionare» rise Yoongi asciugando le lacrime del padre.

«Ho dei Pancake da preparare!» esclamò il padre e a Yoongi venne automatico infilare i pollici nelle fossette del padre, essendo che le sue mani erano poggiate sulle guance.

«Fallo più spesso, mi ricordi tua madre» confessò Chin-Hae e Yoongi sorrise malinconico.

«Dai andiamo» ribatté alzandosi e prendendo il padre per mano portandolo in cucina.

«Va tutto bene?» chiese preoccupato da fuori la porta, Jungkook.

«Va meglio, mi serve Seokjin e Taehyung, me li potresti chiamare» chiese Yoongi al fratello mentre il padre tornava in cucina a cucinare i suoi Pancake.

«Seokjin, Taehyung vi vuole Yoongi» sussurrò Jungkook ai due interpreti, che andarono da Yoongi in corridoio ed entrarono in camera di Jungkook di nascosto.

«Allora, dovrebbe avere un disegno di te nel cassetto del comodino» sussurrò Yoongi aprendo il cassetto indicato e trovando il disegno che poggiò sul letto, «C'è una dedica per te sotto il letto» confessò.

«Dove?» chiese Taehyung impaziente.

«Voglio sapere una cosa» confessò Yoongi, i due ragazzi fecero segno di parlare, «Piaccio a Hoseok?» chiese mantenendo un tono tranquillo anche se moriva dalla voglia di sapere la risposta.

«A Hobi piace una persona, si; ma non posso ancora dirti chi è. Perché lo hai chiesto?» chiese Seokjin ghignando un po'.

«M-mi piace» confessò Yoongi diventando color porpora per l'imbarazzo. Seokjin e Taehyung furono più che felici di quella risposta. «Tieni» disse poi porgendo un quaderno con le dediche di Jungkook per Taehyung.

«Forse posso rimediare un'appuntamento» confessò ghignando Seokjin.

«Preferisco vederci in una caffetteria e parlare in casa, non mi piace uscire molto» confessò Yoongi.

«E così sia, ti mando il mio indirizzo e poi vi lascio soli» confessò Seokjin riponendo ciò che Taehyung aveva nelle mani. Si incamminarono per la cucina e Seokjin si assicurò di mettere Yoongi vicino Hoseok e Taehyung vicino Jungkook.

«Ecco a voi» esclamò Chin-Hae servendo i Pancake con tanto di fossette.

Dopo la colazione i ragazzi parlarono tranquillamente in salotto, quando suonò il campanello.

«Vado io» disse Yoongi amdando ad aprire, se fosse stato per lui non l'avrebbe mai aperta.

«K-Kai» balbettò svenendo di colpo, Yoongi.

«Yoon chi è?» chiese il padre dirigendosi verso la porta e vedendo il viso di chi non avrebbe mai voluto vedere, sembrava.

«Signor Min, mi scuso per tutto il dolore che ho procurato ma a quei tempi avevo paura di avere un figlio... sono venuto qui per scusarmi...» confessò quasi piangendo Kai, anche se non era propriamente vero. Che aveva in braccio Yoongi svenutogli in braccio.

«Non posso perdonarti ma posso ringraziarti che hai capito i tuoi errori e non hai fatto cadere mio figlio ora dammelo, se non ti dispiace puoi andare» chiarì il padre prendendo il figlio in braccio a mo' di sposa.

«Volevo... chiedere d-di-» chiese balbettando Kai ma Chin-Hae lo interruppe.

«Era all'ottavo mese ed ha avuto un aborto spontaneo» chiarì il padre e Kai cadde in ginocchio e pianse dal dolore, un'altra perdita.

«Ora vai nessuno oltre, me, mio figlio e te sanno questa storia e di là ci sono degli ospiti» chiarì Chin-Hae e Kai si scusò ancora correndo a casa sua per inghiottire il dolore della perdita di un'altro bambino.

N/A
Non prendetevela con Kai, lui è una vittima. Comunque qui ci ho pianto sia scrivendolo che rileggendolo, non ho parole. E poi, uno dei personaggi ha una fotocopia in persona. :)

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