Capitolo 17

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"Allora é fatta. Non ti avrebbe dato un'altra possibilità se non le fossi piaciuto" afferma sicura Ketty.

"Non ci sbilanciamo. Mi ha solo fatto capire che come mi sono comportato ieri sera non le è andato a genio, non che come sono gli piaccio" faccio io un po' scaramantico ed un po' perché credo a ciò che dico.

"Ma dai, come si fa a resistere a questa tua aria da bel ragazzaccio?" mi tira un pizzico sulla guancia, strattonandola.  

"Sta ferma" la scanso e mi massaggio la guancia con una mano.

"Forse è per questo che vuole uscire con te" porta il dito indice sul mento, pensierosa "L'amica deve averle detto di quanto tu sia stato bravo in quel bagno in discoteca ed ora vorrà provare anche lei. Si deve essere stancata di tutti quei bellimbusti ingessati che la circondano ed ora vorrà provare l'ebrezza del ragazzo bello ed impossibile con i controca" non le faccio finire la frase che la afferro per la testa, incastrandola nel mio braccio sinistro mentre con la mano destra le do una strigliata in testa, scompigliandole tutti i capelli. Lei urla a più non posso. Per fortuna che il professore della prima ora non si é presentato a lezione ed abbiamo l'aula scoperta.

Ketty mi da un morso sul braccio ed io la lascio andare.

"Blé! Che schifo" fa delle piccole pernacchie con la lingua mentre tenta di pulirsela "Devi farti assolutamente una ceretta alle braccia. Ho sentito tutti quei disgustoso peli sulla lingua".

"Così impari a dire scemenze" non sono arrabbiato ma divertito.

"Sì sì, poi non venire a piangere da me dopo che le avrai fatto assaggiare il cono gelato e lei ti avrà mollato" dice acida, ancora indispettita dal mio gesto.

"Sistemati i capelli. Sembra che un uccello ci abbia fatto il nido" la prendo in giro sghignazzando.

Ketty cerca disperatamente una superficie riflettente dove specchiarsi. Opta per lo schermo inattivo del cellulare. Cerca di sistemare i capelli come meglio le é possibile. Non con grandi risultati.

"Me la pagherai" minaccia lei, col solo risultato di farmi ridere ancora più forte.

La campana della seconda ora suona e purtroppo non abbiamo la fortuna di avere buco anche per questa lezione. Entra il professore di filosofia. Neanche si prende il tempo di sedersi ed appendere il cappotto che subito dice: "Stamattina interroghiamo".

"Oggi sicuro mi chiama" prospetta Ketty.

Ed infatti. "Caterina Geraldi e Giulia Berni alla cattedra". 

"Che palle" sussurra Ketty mentre si alza dalla sedia.

Non sono preoccupato per la sua interrogazione perché so già che andrà benissimo. Non per altro Ketty ha la nominata di prima della classe dalle medie. Il bello é che non deve fare neanche chissà quale sforzo per andare bene. Ha una memoria pazzesca e riesce a ricordare pagine e pagine anche solo leggendole una volta sola. La invidio tantissimo per questo e lo sa.

A dimostrazione di tutto ciò, dopo mezz'ora circa, Ketty si ritira al banco con un bel nove.

                                               ***

Capita a volte che Ketty non venga il sabato a scuola dato che va a trovare con la sua famiglia dei parenti che vivono fuori paese, e dove rimangono per tutto il fine settimana. Sua madre è molto legata alla sorella, che però si é dovuta trasferire per motivi di lavoro con la sua famiglia. É una biotecnologa ed in Italia é già difficile trovare lavoro, essendo la ricerca per nulla finanziata, quindi sebbene controvoglia ha dovuto andare a vivere nella città in cui é stabilita l'azienda dove lavora. Per Ketty ogni volta é una tortura partire, non perché le dispiaccia non uscire con gli amici il sabato o perché non le piaccia la città dove abitano gli zii, ma per sua cugina, Valeria. È di un anno più piccola di noi e non si sa per quale assurdo motivo, odia Ketty. Quando stanno insieme ai loro genitori si mostra uno zuccherino, mentre appena si ritrovano da sole, prende ad ignorarla.

A volte é anche riuscita a convincere i genitori, i quali non le credevano quando gli raccontava di come si comportasse Valeria, a lasciarla stare a casa mia mentre loro erano via. Mi conoscono da una vita e si fidano ciecamente di me. Fino a qualche anno fa erano addirittura convinti che io e Ketty stessimo insieme. Non potrei immaginare situazione più assurda.  

Fatto sta che questa volta, nonostante le molteplici suppliche, non è riuscita a dissuaderli ed è dovuta partire con loro.

Mi preparo psicologicamente alla Ketty irascibile e taciturna che avrei rivisto lunedì a scuola.

Anche se non lo da a vedere so quanto ci stia male. In fondo é sangue del suo sangue e fa sempre male quando qualcuno così vicino a te, ti tradisce. Chi meglio di me la potrebbe capire?

Cerco di prendere più appunti possibili durante le lezioni così da poterli passare a Ketty. Forse questo l'avrebbe leggermente calmata e trattenuta dallo scatenare la sua ira contro di me.

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