Capitolo 14

228 26 0
                                    

Arrivati alla macchina le apro lo sportello per farla entrare. Raccomando di mettere la cintura e partiamo. Tento di mantenere una guida nei limiti di velocità consentiti e rispettare tutti gli stop -osservati di rado- e gli altri obblighi segnalati, per non darle l'impressione di essere un pirata della strada.

"Scusami per il comportamento di mia madre. Ha questa mania di dover fare una sorta di interrogatorio a tutte le persone con cui esco" dice scocciata.

"Non preoccuparti. Almeno credo di stargli simpatico, adesso" dico sperando che sia così. Non perché m'interessi l'approvazione di Isabella, ma perché so che a Gaia importerebbe, essendo sua madre.

"Sicuramente. Appena le hai detto che farai odontoiatria le si sono illuminati gli occhi. A proposito, è vero?" mi chiede Gaia curiosa. Rimango un po' confuso dalla sua domanda.

"Perché non dovrebbe essere vero?" cerco chiarimenti.

"Non ti offendere, ma non mi sembri proprio il tipo da dentista. Mi aspettavo quasi che dicessi a mia madre di voler fare un lavoro strano, come l'ecologista ad esempio. Mi sarebbe piaciuto vedere la sua faccia sconvolta mentre glielo dicevi" ride di gusto all'idea.

"Ehi! L'ecosistema é una faccenda importante" dico ironico.

"Non ne dubito, ma sarebbe un mestiere troppo noioso. Così come anche il dentista, non credi?"

Faccio un profondo sospiro interiore prima di risponderle.

"È un lavoro sicuro. Ed oggigiorno é quello l'importante" mi aspetto quasi che mi dia ragione, ma vedo dallo specchietto che storce la bocca.

"Certo" commenta poco convinta.

Tra di noi cala un silenzio imbarazzante. Tamburello con le dita sul volante mentre lei fissa con sguardo perso fuori dal finestrino.

"Non mi hai ancora detto dove andiamo" cerca di recuperare una conversazione.

"Eccoci arrivati" le indico il ristorante di fronte al quale ho appena parcheggiato.

"Cucina giapponese?" chiede Gaia sorpresa.

"Ho pensato ti potesse piacere. Non mi dire che non ti piace il sushi?". Il motivo principale per cui l'ho portata quì è che questo è uno dei ristoranti più eleganti della città ed ero sicuro che lo avrebbe adorato.

La mia idea però non deve essere stata poi così buona dato che non sembra colpirla molto.

"No, figurati, adoro il sushi, solo sono sorpresa della scelta"

"Come mai?" chiedo ormai entrato in panico.

"Non saprei. Non mi sembra un luogo da primo appuntamento. Ma non ti preoccupare, me lo dicono sempre le mie amiche che sono strana, quindi cancella tutto. È perfetto" mi sorride, solo che qualcosa mi pare cambiato rispetto ai suoi soliti sorrisi spontanei, quasi questo fosse uno di circostanza.

Entriamo nel locale ed un uomo alto in giacca e cravatta grigia ci accoglie.

"Buonasera signori". Ha la voce strascicata che ti aspetteresti da un damerino antipatico quale sembra, ed io quasi gli scoppio a ridere in faccia, ma mi trattengo. Se fossi venuto con Ketty probabilmente sarebbe stata lei la prima a sghignazzare, ma per Gaia sarebbe sicuramente irrispettoso.

"Salve, ho prenotato un tavolo a nome Biucci"

Il damerino ci fa strada fino al nostro tavolo e ci porta i menù. In realtà qualche mese fa -sotto natale- ho vinto un coupon per venire a mangiare in questo ristorante, grazie ad un sorteggio della chiesa che frequenta mio padre. Con questo avrei potuto avere tutto a metà prezzo, altrimenti non mi sarei mai potuto permettere di venirci.

Qualche minuto dopo ci portano un piatto centrale pieno di ogni sorta di pesce crudo preparato in svariate maniere. Ci impiego un attimo per riuscire ad utilizzare correttamente le bacchette. Gaia non sembra riscontrare i miei stessi problemi.

"Come va lo studio?". Davvero il meglio che riesco a fare è aprire un argomento riguardante la scuola?

Fortunatamente Gaia non la prende come una domanda idiota ed inizia a gesticolare con le mani mentre parla. "Abbastanza bene. Mi dispiace solo che, materie che per me non hanno la minima importanza, come matematica e fisica," fa una piccola ma dolce smorfia mentre nomina le materie che devono averle dato qualche rompicapo in questi ultimi anni "vadano a diminuire il tempo che vorrei impiegare per esercitarmi in ciò che più amo, la musica"

"Che strumento suoni?" chiedo curioso di scoprire nuove cose su di lei.

"So suonare il piano e la chitarra discretamente, ma il mio cavallo di battaglia è il violino. Adoro quel suono morbido e malinconico che ogni volta mi fa contrarre le budella per l'emozione" le brillano gli occhi mentre mi parla liberamente della sua più grande passione. Vorrei potermelo permettere anche io.

"Quindi vorresti entrare in conservatorio?"

"Questa é l'idea, se riesco a superare l'esame per essere ammessa" incrocia le dita in segno scaramantico.

"Ed i tuoi genitori sono d'accordo? Probabilmente vorrebbero che tu andassi all'università". Immagino si siano opposti con tutte le loro forze alla sua scelta.

"All'inizio non ne erano entusiasti ma hanno dovuto capire che la mia strada é la musica e la percorrerò con o senza il loro consenso. Sarebbe stato stupido fare qualcosa che non mi piace. Potrei anche laurearmi con il massimo dei voti ed avere successo ma ciò non cambierebbe il fatto che non sarei felice, e contrariamente a ciò che si pensa, non sempre i soldi fanno la felicità. Ora i miei genitori vengono a tutti i miei concerti organizzati dalla scuola di musica che frequento e non potrebbero essere più fieri di me"

"A volte può essere più complicato di così" dico abbattuto. Lei sembra intristirsi.

Non penso possa capire la mia situazione. Gaia può permettersi di avere una scelta. Anche se dovesse cadere, avrebbe sempre i genitori che la aiuterebbero ad alzarsi, mentre io non avrei nessuno.

Come cibo per la vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora