Apro l'armadio e prima di decidere cosa indossare ricordo le parole di Gaia riguardanti il voler vedere il vero me stesso.
Punto il jeans chiaro strappato e dal cassetto sottostante prendo la felpa grigia con sopra stampata la scritta "Chicago" e la giacca di pelle nera.
Metto nel portafoglio l'oggetto metallico indispensabile per la riuscita della mia idea per stasera, ed esco di casa. Mio padre é già uscito circa un'ora e mezza fa per andare a lavoro quindi chiudo la porta a chiave, facendole fare almeno tre giri nella serratura.
Per la seconda volta in una settimana mi ritrovo di fronte casa di Gaia, solo che questa volta l'aspetto fuori in macchina. Mi ha mandato un messaggio appena prima che l'andassi a prendere, dicendomi di avvisarla tramite cellulare quando fossi arrivato affinché lei potesse scendere.
La vedo uscire di casa e venire verso la macchina. Anche lei sembra aver cambiato tipo di vestiario. Un jeans aderente le mette in evidenza le gambe lunghe, per non parlare del fondoschiena. Sopra, un cappotto tinta unita beige.
Entra nell'auto e si lascia sprofondare sul sedile, buttando fuori un forte sospiro trattenuto.
"Scusami se ti ho chiesto di aspettare fuori, ma mio padre é arrivato prima da lavoro oggi e non mi è parso il caso di assistere al momento imbarazzante delle presentazioni tra voi due" spiega lei, sebbene non capisca cosa voglia intendere. La sera prima con sua madre è filato tutto liscio come l'olio. Perché col padre dovrebbe andare diversamente? Spero solo che non le imbarazzi farmi conoscere suo padre.
Lei mi guarda e deve aver capito cosa sto pensando perché si affretta a parlare di nuovo, mentre fa svolazzare una mano nel vuoto come a voler cancellare ciò che ha appena detto.
"No, che hai capito. Non é per te che sarei imbarazzata, ma per mio padre" specifica lei e continua "É un tipo estremamente protettivo e non vede di buon occhio nessuno dei ragazzi con cui esco o conosco. Una volta immagina che mi ha visto baciarmi sotto casa ed è sceso si corsa, in pigiama, a fare una sfuriata a me e a quel povero ragazzo con cui stavo uscendo. Da quel giorno non mi ha più richiamata" ride lei al ricordo. Contrariamente a quello che possa credere Gaia che io stia pensando, sono felice che abbia un padre così geloso se ciò significa averla tenuta lontana dai ragazzi. Odio l'idea che qualcuno possa averla avuta nel modo in cui vorrei averla io.
"È per questo motivo che non ti ho mai vista in nessuna discoteca, allora?" le chiedo, capendo una volta per tutte perché non le frequentasse.
"Esatto. É pignolo anche per come mi vesto. Se mi avesse visto con gli abiti dell'altro ieri sera non mi avrebbe fatto uscire di casa" scuote la testa e chiude gli occhi, come frustrata da quella situazione.
"Mi dispiace per lui, ma se ha la convinzione che con un jeans tu possa apparire meno attraente si sbaglia di grosso" le assicuro io, continuando a squadrarla mentre penso a quanto sia bella anche con dei vestiti così semplici.
Lei avvampa per l'imbarazzo ma non per questo diventa più timida. "Anche tu non sei niente male" mi sorride maliziosa.
Aziono la macchina e parto a tutta velocità verso il centro storico della città.
Gaia abbassa il finestrino ed il rumore del vento, insieme al suo soffio, invadono la macchina.
Guardo ad intermittenza -per evitare di finire contro un palo- nello specchietto e vedo Gaia mentre scruta il paesaggio che ci passa accanto con spensieratezza. Deve essersi sentita osservata, perchè si volta a guardarmi ed incrocia i miei occhi, accorgendosi dei miei sguardi. Mi sorride, trasmettendomi quella stessa tranquillità che le avevo vista riflessa negli occhi poco prima. Allungo la mano che era appoggiata sul cambio, fino a sfiorare la sua con le dita. Lei non mi respinge nè sembra avere intenzione di farlo, ed al contrario la incrocia con la mia.
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Come cibo per la vita
RomanceCosa vi aspettate quando in una storia entra in scena il solito bel ragazzo dallo sguardo ammaliante? Che si comporti da prevenuto snob egocentrico? Andrea non è nulla di tutto ciò. Ma è sicuramente uno che ci sa fare con le ragazze. Tutte tranne...