Capitolo 25

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Merda, merda, merda. Non può essere vero. Non come in quelle dannate serie televisive in cui accade sempre l'evento più prevedibile ed improbabile allo stesso tempo.

Non so come spiegarle che tutto quello che ha visto non é come può sembrare. Anche questa é una frase fatta ma nel mio caso non potrebbe essere più corretta. È vero che Ketty mi ha baciato ed io non ho fatto nulla per impedirlo o respingerla, ma l'unico motivo è che non mi sono reso conto della situazione fino a quando non ho visto lo sguardo di Gaia, sorpreso e deluso. Il dolore che le ho letto negli occhi mi ha attraversato con la potenza di mille lame.

Come posso spiegarle che tra me e Gaia il bacio é un gesto di amicizia, oltre il quale non c'è nulla per entrambi? Sono stato un coglione perché so che non avrei dovuto permettere che accadesse,  dal momento che sto frequentando Gaia. Anche Ketty sa che non deve farlo se ho una ragazza. È una regola che abbiamo stabilito tempo fa e che fino ad ora ha sempre rispettato. Oggi però lei non ha la lucidità per ricordarlo, e per me è divenuto un gesto così abituale da accettarlo senza pensarci.

So che se le spiegassi come stanno le cose probabilmente non mi crederebbe o peggio ancora mi manderebbe a quel paese ancor prima di permettermi di parlarle, ma devo almeno provarci.

Siamo in una villa sperduta, lontana dalla città, e lei non ha una macchina con cui tornare a casa. Non può essere andata chissà dove. Spero solo che non abbia chiesto a qualche ragazzo che non conosce di accompagnarla a casa.

"Andrea, dove stai andando?" chiede Ketty quando mi vede allontanarmi dal divano dove eravamo seduti insieme qualche secondo prima. Non deve essersi accorta che Gaia ci abbia visti. Dovrò parlarle di quello che è successo, ma ora non servirebbe a nulla e mi farebbe perdere solo tempo. Eppure non posso lasciarla da sola sul divano in questo stato.

Come uno spiraglio di luce in una mattina grigia, vedo Claudio passare accanto a me.

"Claudio!" lo fermo "Fammi un favore, rimani quì con Ketty e tienila d'occhio".

"Va bene, amico. Ma perchè hai questa faccia stravolta? Gaia ti ha già mollato per un altro?" scherza lui, ma ritorna subito serio non appena nota che la mia espressione non ha intenzione di cambiare.

"Ci penso io a Ketty. Qualunque cosa sia successa va da lei" asserisce in fine.  

Mentre faccio il giro della casa, setacciando tutte le stanze almeno cinque volte -e trovando in più di una, ragazzi in atteggiamenti non propriamente innocenti-, penso alle parole di Claudio e, all'idea che davvero Gaia possa andarsene con un altro ragazzo, seppur per ripicca, mi fa montare dentro una rabbia incontenibile. Inizio a capire meglio come si deve essere sentita Gaia quando ha visto me e Ketty poco fa, e mi dispero ancora di più all'idea di non averla trovata. Non capisco dove possa essere andata a finire. Fuori non c'é più nessuno dato che sta piovendo da mezz'ora. Sono sicuro che abbia cercato un posto dove rimanere sola, dal momento che non conosce praticamente nessuno dei ragazzi invitati alla festa e...

Continuo a ripetermi che sono un idiota. Esco a grandi passi dalla porta principale e mi ritrovo sotto la pioggia mentre percorro il perimetro della casa. La trovo dal lato posteriore della villa, seduta con le ginocchia al petto sulla piccola parte di pavimento asfaltato, coperto dal tettuccio spiovente superiore. I suoi capelli bagnati sembrano avere una tonalità castana sotto la luce della lampadina -unica fonte luminosa-, fissata al muro sopra le nostre teste. La musica ad alto volume si sente ancora e cozza con l'ambiente intimo che la pioggia contribuisce a creare.

"Hai freddo?" riesco a vedere la pelle d'oca che le ricopre le braccia, sebbene tenti di nasconderle, incrociandole tra loro.

Gaia non mi degna di uno sguardo né tanto meno di una parola. Continua a guardare dritto, oltre me, e probabilmente oltre tutto ciò che la circonda.

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