Capitolo 11.

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SIETE LA MIA OSSESSIONEEE.

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Un  giorno dopo

“Quelle che cazzo sono?” domandò Louis esasperato indicando due grossi borsoni vicino alla porta della camera di Zayn.
“Valige”.
“Vai in vacanza?” domandò Harry stringendo la mano di Louis.
“No” rispose Zayn guardandolo in modo non troppo amichevole “No, me ne vado”.
“Possiamo parlare prima?” domandò Louis alzando un sopracciglio.
“Potremmo, sì. Ma se volevi davvero parlare con me, in modo sincero, non ti portavi lui”.
“Harry può sentire qualsiasi cosa dobbiamo dirci”.
Zayn rise scuotendo la testa: “Stronzate”.
“Perché te ne vai?” domandò Louis ignorando la risatina dell’amico.
“Perché dovrei restare? Per te? Mi sembra tu abbia scelto... per Liam? Non mi parla. Nemmeno mi lascia spiegare. Lo chiamo da giorni... non mi risponde”.
“Vai da lui invece di chiamarlo” si intromise Harry.
Zayn scosse la testa.
“Perché no? Vuoi stare con lui?” domandò Harry “Se lo vuoi, se lo vuoi ancora devi trovare il modo di farti perdonare. Devi farlo...”
Zayn mise le ultime due magliette nello zaino aperto sul suo letto. Rimase un attimo a guardare i suoi vestiti appallottolati nei bagagli. Si guardò intorno. Guardò la stanza dove era stato bambino, ragazzo. La stanza un tempo tappezzata di foto di lui e Louis. La stanza dove aveva fatto l’amore con Liam un sacco di volte. La stanza dove si era fatto di un sacco di droghe, dove aveva guardato porno al computer e dove aveva pianto un sacco di notti per i più svariati motivi. Si morse un labbro: “... non lo so se voglio che mi perdoni”.
Louis guardò per terra. Sentì Harry prendere fiato: “Io non voglio tu vada via”.
Zayn lo guardò inespressivo: “Dovresti odiarmi Harry. Dovresti davvero...”
“Perché dovrei?”
“Tua sorella è morta per colpa mia. Quel giorno in stazione abbiamo litigato e lei è andata via perché non voleva stare lì con me. È andata da Max, per colpa mia...” disse Zayn scuotendo la testa “... e l’uomo che ami è andato a letto con me perché io non gliel’ho impedito”.
Louis strinse la mano di Harry che nel frattempo cercava di regolarizzare il respiro e il battito cardiaco. Zayn proseguì: “Josh è morto perché io non ho chiamato subito la polizia quella notte. Forse avrei potuto farlo... avrei potuto salvarlo. Liam era una persona felice prima di stare con me... le sue magliette non sapevano di fumo e non litigava con sua madre. Camera sua era più in ordine. Non viveva con l’ansia che qualcuno si schiantasse in moto o che qualcuno lo tradisse. Mia madre aveva un marito... se n’è andato per colpa mia.. Alex...”
“Non è colpa tua” disse Louis guardandolo negli occhi “Non è colpa tua” ripeté.
“Sì che lo è...”
“Noi abbiamo provato a salvarlo. Ci abbiamo provato nella maniera sbagliata ma ci abbiamo provato. Non è colpa tua e non è nemmeno mia”.
Zayn scosse la testa con la sguardo fisso nel vuoto, perso nei ricordi. Fece un respiro e si riscosse dai pensieri: “Voglio andare via” disse chiudendo lo zaino “Non farò più del male a nessuno...”
“Sei importante per me. E lo sei anche per Liam...”
“Anche per me...” disse Harry “...non andare”.
“No. Non voglio stare qui...”
“E dove vai?”
“Non lo so. Via”.
“Zayn, non fare stronzate” disse Louis lasciando la mano di Harry e avvicinandosi all’altro “Se vuoi andare via qualche giorno vai pure ma poi torna o giuro che ti vengo a cercare, ovunque tu sia”.
Harry si morse un labbro cercando di ricacciare indietro le lacrime che non sapeva nemmeno perché stavano nascendo nei suoi occhi. Forse l’aver sentito parlare di Gemma, forse per tutti i ricordi del 2009. Forse perché la mano di Louis non stringeva più la sua. Allungò un braccio e strinse di nuovo la sua mano in quella di Louis.
Zayn seguì i movimenti di Harry e lo guardò negli occhi. Rimasero a fissarsi qualche secondo mentre Louis parlava. Nessuno dei due lo ascoltava più. Harry guardava Zayn e Zayn guardava Harry nel più silenzioso discorso al quale entrambi avessero mai partecipato.
Zayn distolse lo sguardo e si mise in spalla lo zaino.
“Mi stai ascoltando?” domandò Louis mentre Zayn stava prendendo anche le due valige. Stringeva le maniglie dei bagagli come fossero l’unica ancora di salvataggio da tutto quello che aveva intorno.
Harry si guardava i piedi e cercava di decifrare mentalmente gli sguardi che si era scambiato con Zayn.
“Pensa ad Harry. Non a me. E non venire a cercarmi” disse il proprietario della camera, del vuoto che stava lasciando e di quella scia di tristezza che stava lasciando dietro di sé. Uscì dalla stanza mentre Harry abbracciava Louis e mentre questi diceva: “Io ti aspetto”.

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