Marzo 2008 - Ballo di primavera“Che te ne pare di quella?” domandò Alex strofinandosi gli occhi. Decisamente troppo alcol in corpo e la stanchezza di un’intera giornata a pesargli addosso. Aveva sonno ma doveva prima completare una missione: “Dai Lou, cazzo... puoi farmi il favore di sceglierne una e fartela?”
Louis scosse la stessa guardandosi intorno. Alzò la voce per superare il frastuono della musica nella palestra: “Sai dov’è Zayn?”
“A fare quello che dovresti fare anche tu” rispose Alex con lo stesso tono “Si sta facendo una...”
“E tu perché non ti fai nessuna?” domandò Louis alzando un sopracciglio.
“Non preoccuparti che io a differenza tua ho già dato...” rispose sorridendo.
Louis si appoggiò al tavolo allestito a bar. Bottiglie vuote, rigorosamente niente alcolici, qualcosa di immangiabile preparato dal comitato genitori del liceo di Doncaster. Si guardò intorno.
“Permesso” disse una voce femminile alle sue spalle.
Louis si girò e incrociò lo sguardo attento di una ragazza della sua età. Capelli di un biondo tinto e ciglia finta.
“Avanti” rispose Louis spostandosi con un mezzo inchino.
“Sei da sola Edward?” domandò Alex.
“No” rispose la ragazza guardandolo schifata. Prese due coca cola e un tè alla pesca “Ma anche lo fossi sarebbe meglio che stare con te...”
Louis bevve un sorso di aranciata e si coprì la bocca ridendo.
Alex sbuffò: “... certo, certo... con chi sei qui?”
“El e Gemma...” rispose lei prima di sparire tra la folla.
“Ottimo” disse a quel punto Alex sfregandosi le mani “Tu chi vuoi?”
“Che?”
“Quale vuoi. El o Gemma? L’altra me la tengo io” sorrise Alex mentre si tastava le tasche in cerca del telefono. Sbuffò domandandosi chi cazzo lo disturbasse di sera quando tutti sapevano che era al ballo.
Louis lo guardò perplesso.
“Senti... ehm... devo uscire per un pochino... torno tra un’oretta... tu... vai da Gemma e El... prendi quella che vuoi, ok? A dopo” concluse frettoloso Alex senza ancora rispondere alla chiamata che illuminava lo schermo del suo telefono.
“No, ehi... no.. aspetta” tentò Louis quando ormai Alex sgomitava per uscire dalla palestra.
Si guardò intorno. Doveva almeno trovare Zayn.
Camminò lungo le righe che segnavano il parquet dello stanzone, seguì lo scotch bianco che delimitava il campo di pallavolo durante l’ora di ginnastica. Ignorò chiunque lo salutasse o gli domandasse come mai non ballava.
Ecco, lui non ballava. Lui odiava i balli. Odiava sapere dov’era Zayn se la risposta non era: accanto a me.
Sbuffò ogni volta che gli sembrò di intravederlo tra la gente e si bloccò di colpo quando invece lo inquadrò davvero.
Era seduto sui gradoni delle tribune. Sulle sue gambe era mezza sdraiata una ragazzina minuta con i capelli legati da un fiocco rosso a pois bianchi. Ridevano entrambi quando lei gli avvicinava una bottiglia di birra alla bocca e poi la allontanava sporgendo invece le labbra.
Erano esattamente dal lato opposto rispetto al Louis e al suo malumore.
Louis socchiuse gli occhi, cercò di richiamare a sé tutto l’autocontrollo possibile e si incamminò.
Superò la gente sgomitando in mezzo ad un ballo lento e schifosamente romantico. I ragazzi danzavano ordinati e sembravano lasciargli libera la visuale su Zayn solo quando la bocca di quest’ultimo era impegnata a baciare quella dannatissima ragazzina. Louis camminava con gli occhi fissi sulla sua meta. Camminava e cercava di mantenere la calma.
Quando ormai i passi a dividerli erano appena una manciata. Zayn spostò lo sguardo e lo posò su quello lucido e distante di Louis.
“Posso avere una birra?”
Zayn si scostò la ragazza di dosso e si guardò intorno: “Non sei con Alex?”
“No è uscito. Posso avere una birra?”
“Ne ho solo un’altra ed è di...”
Louis sorrise e guardò la ragazza: “Posso avere la birra?”
“In realtà vorrei berla” rispose lei con fare poco amichevole e per niente lieta di essere stata interrotta.
Il rossetto sbavato e il trucco comunque eccessivo.
“La tua bocca mi sembrava impegnata e sono certo dopo la sarà ancora di più” sorrise Louis allungando una mano verso la bottiglia “Quindi la prendo lo stesso tesoro”.
Zayn assottigliò lo sguardo: “C’è qualche problema Lou?”
“Nessuno” rispose questi allontanandosi di nuovo.
La musica era cambiata, qualcosa di più ritmato e ripetitivo.
Scostava la gente senza più badare almeno a non far male agli altri. Li spingeva e sgomitava nel modo più brusco che riuscì a mettere in atto.
Sentì una mano afferrarlo per un braccio.
Zayn.
“Torna da quella” disse Louis senza guardarlo o fermarsi.
“Posso sapere cos’è successo?”
“No”.
“Allora usciamo a berci qualcosa, stiamo qua fuori. Vuoi fumare?” domandò Zayn soffiando piano le parole all’orecchio di Louis.
“Non mi va”.
“Bene, mi farai solo compagnia allora...” sorrise Zayn.
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L'attimo prima di dopo
FanfictionSequel di: Un gettone e tredici minuti Larry-Ziam -- "Quando Harry scese dal treno e respirò per la prima volta in otto mesi l'aria di Doncaster, l'aria di casa, tutto tornò ad essere dolorosamente vero. Si guardò intorno mentre il secondo binario...