"Niente male il Rossino"

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"Fumikomuze akuseru

kake hiki wa naisa, sou dayo

youru wo nukeru"

La voce aspra di Masafumi Gotō rimbombava, attraverso le cuffiette, nelle orecchie di Kaede stordendolo con quel ritmo rock alternativo misto al pop, l'ala piccola dello Shohoku avrebbe potuto tranquillamente definire gli Asian Kung-Fu Generation la sua band preferita.

Il giocatore di basket se ne stava tranquillamente sdraiato in un angolo appartato e, riparato dal sole tiepido di metà aprile, del tetto del Kōkō (scuola superiore).

I ciliegi erano in piena fioritura e, i due grandi alberi situati al centro del giardino dell'edificio, emanavano quell'intenso profumo di primavera che pizzicava dolcemente le narici del ragazzo.

L'anno scolastico era iniziato da poco meno di una decina di giorni e, Kaede, si sentiva già stanco ed annoiato da tutta quella routine ritrovata. Le vacanze estive, ed il relativo ritiro con la nazionale giapponese juniores di Basket, erano infine giunte al termine lasciando nel ragazzo un senso di appagamento accompagnato dall' insoddisfazione.

Il giocatore di basket avrebbe volentieri protratto quell'esperienza nel tempo.

La sua professionalità e la capacità di gioco erano ulteriormente migliorate passando dallo stato di perfezione ad uno, se possibile, ancora più elevato. All'interno della squadra, il giovane, aveva potuto finalmente affrontare degli avversari degni di tale appellativo superandoli tutti, in capacità e tecnica, allenamento dopo allenamento. Nessuno era davvero riuscito a far vacillare la sua convinzione di potersi quasi definire il miglior giocatore di tutto il Giappone. Presto sarebbe riuscito a mantenere fede alla promessa fatta al mister Anzai così da poter coronare finalmente il suo grande ed unico sogno, quello di andare a giocare negli Usa.

Per il momento, però, lo studente avrebbe dovuto accontentarsi di continuare a far parte della squadra di basket del liceo, impegnandosi nel portarla per quell'anno alla vittoria dei campionati nazionali.

"Itsuwaru koto ni nareta kimi no sekai wo

muritsubusu no sa, shiroku..."

Sulle note dell'ultima strofa, Rukawa sentì il sonno farsi largo in lui accompagnandolo in stato di dormi-veglia rilassante.

Dormire, dopo il basket, era la sua più grande passione.

Siccome la stagione sportiva scolastica non era ancora stata avviata e, il nuovo capitano della squadra, Ryota Miyagi, playmaker dello Shohoko, si stava dedicando ancora all'organizzazione del club ed al relativo reclutamento delle nuove matricole, per il momento Kaede, a scuola, poteva dedicarsi solo ad uno dei suoi due interessi. Ecco perché, in quel pomeriggio soleggiato, si era ritirato sul tetto invece che dedicarsi alle attività scolastiche come la maggior parte degli altri studenti.

Con gli occhi chiusi e la musica oramai spenta, il ragazzo si preparava ad appisolarsi quando, il suono stridulo e fastidioso di una voce che non gli era del tutto sconosciuta lo irritò a tal punto dal costringerlo a spalancare le palpebre.

"Ragazze ve lo sto dicendo, oramai è completamente guarito... Già dalla prossima settimana potrà nuovamente tornare a frequentare le lezioni. State sicure che, per quando il capitano della squadra avrà completato il reclutamento delle nuove matricole, Sakuragi sarà pronto a scendere di nuovo in campo"

Chi aveva osato disturbare il riposo dell'algido Kaede Rukawa, altri non era che la nuova vice manager della squadra ovvero Haruko Akagi, la sorella minore dell'ex capitano della squadra Takenori Akagi, ormai frequentate una delle migliori università del paese, ma, soprattutto, amore segreto della persona più irritante e stupida che Kaede avesse mai avuto modo di conoscere: Hanamichi Sakuragi.

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