CAPITOLO EXTRA "Fujoshi"

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Mito se ne stava in piedi, immobile davanti a quello scaffale  altissimo e, stracolmo di piccoli volumi dalle copertine realizzate con colori sgargianti per dare subito all'occhio.

Rosse, verdi, gialle... per non parlare poi delle immagini, rigorosamente selezionate dagli editori, per catturare il numero piú alto di pubblico fan del genere.

Yohei non poteva certo definirsi una persona appartenente a  quell'immensa fetta di giapponesi e stranieri che, al solo leggere titoli come "Mi vergogno da morire" o "Il tiranno innamorato", scoppiava in un'immenso  boato di acclamazione dando in escandescenza ad ogni data stabilita per la pubblicazione  di un nuovo volume. Rischiando, magari, di appostarsi fuori dalla libreria di quartiere, per essere sicuro di riuscire ad acquistare una fra le tante copie in edizione speciale a tiratura limitata.

Ecco, lui non era proprio quel tipo.

Davanti a quello scaffale immenso, sul quale troneggiava in cima la scritta Boy Love, il ragazzo ci era finito per amicizia e nient'altro. Sí, perché il diretto interessato al  genere, distava solo qualche metro da lui e,  in quel  preciso momento,  stava cercando di fare leva su tutto il suo coraggio per riuscire a consegnare la  lista di titoli, che teneva fra le mani, alla  commessa del reparto.

Hanamichi Sakuragi,  il  suo migliore  amico  praticamente da quando erano venuti al  mondo, quel sabato mattina lo aveva implorato, pregato e, fatto leva sulla loro sacra amicizia, affinché lo accompagnasse  in quella missione segreta, alla ricerca dei volumi necessari in grado, secondo le idee bizzarre del rossino, di fornirgli le giuste conoscenze in campo amoroso ed intimo.

"Ti prego Yohei! In nome della nostra sacra amicizia..." aveva esordito il giocatore  di basket presentandosi alle prime luci dell'alba a casa sua e, cercando di accattivarsi il suo benestare, offrendo in dono dei deliziosi dango* preparati dalla madre la sera prima.

"Accompagnami ti prego! Non posso andarci da solo. Tu non devi fare nulla, solo venire con me. Ayako mi ha dato questa lista vedi..." aveva continuato il numero dieci sventolandogli sotto il naso un foglietto bianco, mezzo accartocciato,con sopra scritti quelli che, a tutti gli effetti, sembravano essere dei titoli alquanto bizzarri di manga boy love. "Mi ha assicurato che questi sono i classici più importanti del genere. Insomma, quelli che non possono mancare nella biblioteca di un vero esperto del settore. Devo averli capisci? Come  posso procedere con la maledetta volpe se, non mi faccio un po' di cultura?"

Dopo aver ascoltato quella spiegazione bizzarra ma, in perfetta sintonia con il carattere e, l'ingenuità del suo amico, Mito non aveva saputo se rispondere a quell'invito con un "Ma sei cretino?"o semplicemente scoppiando in una sonora e divertita risata. Alla fine si era trattenuto da qualsiasi commento e, rassegnato al suo destino di migliore amico di un ingenuo idiota, alzando gli occhi al cielo e sospirando forte, aveva acconsentito a fare da spalla al rossino in quella missione d'amore.

Yohei, all'inizio della frequentazione fra Hanamichi e Rukwa, come tutti del resto, era partito abbastanza sospettoso nei confronti del moro. Per lui e, probabilmente per il mondo intero, scoprire che la volpe ricambiasse i sentimenti di Sakuragi era stato un vero trauma. Poi, con il passare del tempo, un po' per  il modo in cui il numero undici aveva gestito la questione dell'articolo del giornalino scolastico e, grazie anche allo stesso rossino, che aveva introdotto il fidanzato nella loro cerchia di  amici, alla fine,  Mito si era rassicurato, appurando che i sentimenti della famosa "volpe artica" fossero autentici e sinceri. Nonostante Kaede continuasse ad essere un ragazzo di poche parole che, in gruppo si esprimeva per lo più con onomatopee decifrabili solo da Hanamichi, averlo intorno, uscirci ogni tanto insieme per una bevuta e,  vedere finalmente il suo amico d'infanzia sereno ed innamorato per davvero, era piuttosto piacevole per Yohei e per gli altri membri della Gundan. Per tutti loro, l'importante era la felicità del rossino e basta.

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