"Attenzione: Volpe sull'orlo di crisi di nervi"

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Miyagi era sempre stato un ragazzo piuttosto allegro, burlone, ma serio sulle questioni importanti. L'anno precedente a fine stagione di gioco, gli allora studenti in uscita della squadra e, la maggior parte degli attuali membri dello Shohoko, nella quasi più totale unanimità, si erano riuniti per discutere e raggiungere il verdetto finale che lo avrebbe visto nuovo capitano della squadra. Un po' se lo era aspettato e, un po', il giovane playmaker, ci aveva sperato di ottenere quel ruolo. Era riuscito bene a nascondere la sua emozione quando, lo stesso Takenori Akagi, con un'affettuosa pacca sulla spalla e, augurandogli di realizzare il sogno della vittoria anche per lui, lo aveva nominato ufficialmente davanti a tutti i presenti, fra emozioni trattenute e lacrime appena accennate. Era stato il momento più emozionante di tutta la sua vita e, nonostante gli sforzi di trattenersi, non appena la sua musa ispiratrice, nonché donna angelo ed unico suo amore da che ne aveva memoria, gli si era avvicinata stringendolo in un caloroso abbraccio trasbordante speranza per il futuro della squadra e stima per la sua stessa persona.

"Ayakuccia!" era infine scoppiato in lacrime il nuovo capitano della squadra sotto lo sguardo benevolo e divertito dei suoi compagni di squadra, mentre un Mitsui piuttosto giocoso gli aveva ribadito ancora una volta quanta mancanza di virilità vi fosse in quella reazione esagerata.

"Sei proprio un palle mosce" lo aveva preso in giro l'allora numero quattordici con un tono scherzoso. Nonostante quell'anno per loro fosse iniziato nel peggiore dei modi, fra scontri, insulti e tanta rabbia, il rapporto fra i due giovani si era stabilizzato e, da quando il miglior tiratore da tre punti era rientrato in campo, con il tempo, pazienza e la conoscenza reciproca, i due giocatori erano perfino riusciti a stabilire un legame di stima dal sapore amicale. Merito anche di quel collante, quella testa calda e rossa che, quel giorno non era presente a causa dell'infortunio, ma che aleggiava fra loro con la sua essenza divertente e stimolante.

"Ah!" si ritrovò a sospirare nostalgico il ragazzo calciando il muretto della scuola in attesa che la sua dolce Ayako lo raggiungesse, quelli si che erano bei momenti spensierati, fatti solo di giochi, battute e tiri a canestro. Dove il problema più grosso era riuscire a tenere a freno quello scapestrato di Hanamichi ed invogliarlo a dedicare più attenzione alla palla in campo e meno alla Akagi o a Rukawa. Rukawa, forse il sentimento di Hanamichi per il moro era nato proprio in quei momenti, su quel campo da basket e, per tutto quel tempo, il numero dieci si era solo nascosto dietro al desiderio di primeggiare, quando in realtà il suo unico intento era quello di catturare l'attenzione del numero undici su di sé con i suoi show.

Quando la sera precedente la manager della squadra lo aveva chiamato in tarda serata per dirgli che avevano un problema, a Ryota era uscito più che naturale rispondere semplicemente con un "Fammi indovinare, questo problema si chiama Hanamichi Sakuragi vero?"

Nonostante non sospettasse ancora che dietro allo strano comportamento del rosso vi fosse un moro dal carattere freddo e distaccato, in cuor suo il capitano si era aspettato che, l'ala piccola della squadra, c'entrasse con lo strano comportamento adottato dal rossino negli ultimi tempi. Il perché, Ryota, non avrebbe saputo spiegarlo, ma il suo sentore era sempre stato quello. Come tutti, e forse anche più degli altri, quando era saltata fuori quella storia piuttosto assurda della nascita della coppia Akagi-Sakuragi, il numero sette non ci aveva creduto nemmeno per un secondo al fatto che i sentimenti della giovane fossero del tutto veritieri ma, forse per codardia o per paura che il numero dieci la prendesse troppo male e la squadra ne risentisse, si era spinto a tacere e, pregare tutti i kami che quelle sue congetture fossero errate. 

Poi, Hanamichi era cambiato, in peggio. 

Sempre nervoso, scostante distratto. Certo, c'era stata quella voce maligna messa in giro, sulla sua presunta impotenza, che non gli aveva giovato ma, Miyagi sapeva che il rossino stava nascondendo altro e che, qualunque cosa fosse, poco o niente centrava con la nuova vice-manager della squadra. Poi, la sera precedente ecco quella secchiata d'acqua gelata in pieno viso che lo aveva finalmente risvegliato.

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