"Troviamo un accordo maledetta Kitsune!"

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"Non è che ci stai pensando troppo? Ti è piaciuto così tanto?"

Quelle parole ma, soprattutto il tono di scherno con cui vennero pronunciate, furono la miccia che accese totalmente la folle rabbia di Sakuragi.

Abbandonata l'idea di colpire il moro con la testa, Hanamichi, decise di passare all'azione usando i pugni ormai liberi da impedimenti. Il primo fu davvero potente, un colpo ben assetato che centrò il volpino al fianco destro.

"Brutto pervertito, hai anche il coraggio di chiedermi se mi è piaciuto? Che schifo! Mi fai schifo!" continuò Hanamichi cercando di colpirlo nuovamente.

Piaciuto? Come poteva, quel maledetto maniaco, ipotizzare anche solo una cosa del genere. Come potevano essere piacevoli quelle labbra sottili, salate e irriverenti? Ma che cosa aveva nel cervello il volpino, segatura?

"Perché non lo dimentichi e basta come ho fatto io allora, stupida testa rossa" fu la risposta di Rukawa.

Dopotutto sarebbe stato normale scordarsi di quell'evento. Kaede, nel profondo, era consapevole di aver fatto un grande torto a Sakuragi con quel gesto, ecco perché, stava lasciando correre. Certo se fosse capitato l'inverso, molto probabilmente il moro avrebbe reagito con una bella alzata di spalle ed un semplice "Idiota" per poi tornare a giocare ma, non tutti reagivano allo stesso modo.

Si ok, forse aveva esagerato, ma il numero dieci la stava facendo troppo lunga. A sentire lui sembrava che invece di aver appoggiato a malapena le sue labbra su quelle umidicce del rosso, il numero undici, lo avesse sbattuto al muro per infilargli la lingua in bocca con lo scopo di giocare a ping-pong con le sue tonsille.

Per carità, Kaede preferiva lasciare quel "privilegio", se così si poteva definire definirlo, alla Akagi e ai suoi denti storti.

"Dimenticarlo? Dimenticarlo? Come faccio maledetto. Mi hai baciato, mi hai baciato, mi ha baciato" continuò sbraitando il rosso.

Come osava trattare l'argomento così, come se fosse stata la cosa più naturale del mondo.

Dimenticare? Si, forse avrebbe potuto farlo, ovviamente dopo aver ucciso la volpe, averle strappato quegli spaghetti che si ritrovava in testa al posto dei capelli, ed averci fatto una treccia da tenere in camera sua come trofeo. Forse allora si, che ci sarebbe riuscito a scordarsi per sempre di quel torto subito.

"Smettila di fare il bambino capriccioso Sakuragi. Se non la pianti lo dirò alla tua fidanzata. Immagina la faccia della Akagi se lo sapesse. Non vorrai rischiare di far spegnere così la sua "passione" per te?" Rukawa lo stava stuzzicando, non aveva creduto per un solo istante che la ragazza provasse dei sentimenti per il rosso e, benché a lui non importasse nulla di quella situazione, in quel preciso momento, avrebbe fatto o detto qualsiasi cosa per spingere il rossino a distarsi e farlo scendere dal suo inguine. "Adesso basta. Ti sei sfogato abbastanza, imbecille che non sei altro. Se mettessi tutte queste energie nel basket, forse saresti un giocatore meno mediocre" lo rimproverò cercando di liberarsi.

Ad ogni parola uscita dalla bocca del moro, l'ira di Hanamichi si accendeva sempre di più.

Ogni singolo vocabolo era un insulto, e questo, il rosso, non poteva accettarlo.

il ragazzo era una furia, urlava e si dibatteva seduto a cavalcioni sul moro, sbraitando cose sempre più incoerenti ed offensive.

Kaede iniziava a stancarsi di quella situazione.

Sebbene dopo il primo colpo ben inferto, gli altri si fossero fatti più leggeri, trasformandosi quasi in carezze velate, il ragazzo, continuava a parlare a raffica senza fermarsi nemmeno per riprendere fiato.

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