"Potevi tirargli una testata Hanamichi"

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"Grazie"

Labbra, morbide, carnose, salate, pronte a spianare la strada a quella lingua irriverente e dispettosa che, si era fatta largo nella bocca, spalancata dallo stupore di Hanamichi, ricercando la sua fedele compagna per poter iniziare una danza dal ritmo esotico.

Brividi, brividi e ancora brividi e poi... "WAAAAHHHHH. No! No! No! Maledetta kitsune perversa!"

Hanamichi spalancò gli occhi di colpo, sbraitando come un ossesso in preda al delirio, desideroso di cancellare quell'immagine dalla sua mente e dal suo animo. Di scatto si mise in piedi, spingendo il banco di qualche centimetro in avanti e la sedia all'indietro.

"E'? Cosa?" si guardò in torno stranito, rendendosi corto di non essere affatto al cospetto della volpe molesta, ma bensì,  di fronte ai suoi compagni di classe e al professore. Come al solito, invece che restare sveglio e seguire la lezione si era assopito poco dopo il suono della campanella, lasciando che il ricordo di ciò che era avvenuto quella mattina lo travolgesse ancora una volta.

Diverse paia d'occhi lo osservavano: chi stupite, chi spaventate, chi trattenendo una ristata e sussurrando al compagno di turno ancora una volta quanto fosse stupido e con qualche rotella fuori posto.

Mito lo squadrò perplesso, studiandone l'espressione, il colorito purpureo e le parole senza senso appena pronunciate.

Che diavolo gli prendeva adesso? Lasciare che quel maledetto di Rukawa si approfittasse di lui molestandolo non gli bastava più? Iniziava anche a sognarci sopra? Impossibile!

"Sakuragi!" la voce tuonante del professore, accompagnata dal suono del pugno sbattuto sulla cattedra, spinse il ragazzo a focalizzare la sua attenzione sull'insegnate che, tremante di collera lo invitò a lasciare subito la classe senza fare ritorno fino alla fine della lezione.

"Fuori! Esci subito dalla mia classe. Non solo ti permetti di dormire durante una delle mie lezioni ma, brutto maleducato, osi anche interromperla con i tuoi soliti show! Fuori!" furono le parole taglienti dell'uomo, mentre con il dito indice indicava la porta.

"Mi... mi scusi!" sussurrò imbarazzato il numero dieci, prendendo velocemente le sue cose ed abbandonando l'aula.

"Hanamichi..." Mito cercò di intercettare il suo sguardo, ma il rosso, se ne sottrasse volontariamente. Yohei era troppo bravo a leggerlo, ed in quel momento, l'unica cosa che il ragazzo desiderava era che qualcuno potesse comprendere fino in fondo ciò che per lui era ancora così difficile da decifrare.

Quella mattina, la Kitsune bastarda lo aveva baciato di nuovo. Senza  un motivo, così, tanto per soddisfare il desiderio sadico al quale aveva dato inizio il mese precedente. Rukawa si era preso gioco di lui ancora una volta, il problema più grave però, quello che non riusciva a dare pace ad Hanamichi, era un altro, ovvero la sua reazione a quell'affronto.

A differenza delle altre volte, il rossino, non si era scomposto più di tanto, quasi come se nel suo profondo non si aspettasse altro che godere grazie al sapore del numero undici.

Quando la volpaccia gli si era avvicinata appoggiando le labbra alle sue, così delicatamente da sfiorarle appena, il rosso era rimasto sgomento. Avrebbe potuto o meglio dovuto, allontanare quel maledetto di Rukawa a suon di testate, di pugni, di morsi e perché no calci nelle palle. Invece, Hanamichi, dopo qualche secondo di perplessità, era rimasto lì, fermo come un idiota, con la bocca spalancata dallo stupore, mentre Rukawa si faceva più audace ad ogni secondo, lasciando che la lingua si insinuasse in quella cavità oscura con lo scopo finale di accarezzare la sua.

Non appena le due estremità si erano sfiorate, per Hanamichi non c'era stato tempo o motivo di pensare ad altro. Una scarica elettrica aveva lasciato che nel suo corpo si irradiassero un susseguirsi di brividi incontrollabili e, invece che scacciarla, rifiutarla o staccargliela a morsi, il rossino, aveva accolto quell'organo in sé permettendo alla sua eguale di congiungersi ad essa per dare inizio ad una lotta senza esclusione di colpi.

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