"Lo Shohoku perde un titolare" AVVERTENZE

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Il capitolo contiene scene di violenza ed un linguaggio inappropriato 

Takehiko era seduto su una delle panchine all'interno degli spogliatoi, sudato ed ancora tremante per l'adrenalina che non era scemata del tutto, lottava contro sé stesso per non assecondare il suo desiderio di ritornare in campo e continuare a dare una lezione a quello stronzo di Mori. Quel bastardo che, solo per fare una cattiveria gratuita e, soddisfare così la sua vena sadica, aveva sparso in giro quella voce sui loro senpai.

Inoue non si aspettava davvero che quel maledetto agisse in tal modo.

Certo, visti i suoi comportamenti, per la nuova super matricola della squadra, quel pallone gonfiato, antipatico e provocatore, era una gran bella seccatura da dover sopportare, sempre pronto a provocare e, soprattutto a provocarlo ma, mai e poi mai avrebbe immaginato che per raggiungere il suo scopo di ferire qualcuno, il giovane potesse arrivare a tanto.

"Allora? Si può sapere che ti è preso?" la voce pacata ed alquanto tranquilla di Hanamichi lo raggiunse, distogliendolo da quei pensieri nefasti.

Il kōhai alzò lo sguardo verso il più grande, il senpai, nonostante la scomoda situazione nella qual si trovasse, sembrava alquanto sereno e per nulla turbato. Takehiko si era aspettato che, dopo una simile notizia, Sakuragi si assentasse dagli allenamenti come, del resto, aveva anche fatto in precedenza invece, si era presentato a testa alta senza fiatare e, intervenendo addirittura in sua difesa.

"Senpai io... Mi... mi dispiace tanto per quello che è successo. Avrei... avrei dovuto impedire a quel disgraziato di Mori di sparlare di te e del senpai Rukawa" si scusò il piccolo abbassando il capo in segno di pentimento.

Hanamichi rimase in silenzio per alcuni secondi, non capendo bene a cosa si stesse riferendo il giocatore ma, intuendo, da quelle poche informazioni che, sia Inoue che Mori dovessero sapere molto di più su di lui e su Kaede rispetto agli altri.

Hanamichi si era imposto di stare tranquillo. Quella era stata una delle giornate più difficili e pesanti vissuta negli ultimi anni della sua breva ma intesa vita. Aveva dovuto combattere tutta la mattina contro gli sguardi giudicanti, crudeli ed indagatori della maggior parte degli studenti dello Shohoku. Avrebbe mentito, soprattutto a sé stesso, affermando di non essere stato più volte assalito dal desiderio di fuggire da tutta quella situazione per andare a nascondersi in qualche luogo isolato. Non era preoccupato per lui, o meglio, lo era eccome, tutta quella cattiveria gratuita non gli era passata certo indifferente ma, la sua paura più grande era la possibile reazione di Rukawa a quella notizia. Solo il giorno prima il moro gli aveva fatto intendere di non farsi scappare il loro "segreto" e, nel giro di meno di ventiquattro ore tutta la scuola e, a quell'ora, anche l'intera prefettura molto probabilmente ne era venuta a conoscenza. Il rossino si sentiva uno stupido, se solo non avesse osato così tanto, fosse stato meno avventato e più attento, quel pasticcio non sarebbe mai avvenuto. Inoltre, il fatto che Kaede non fosse presente agli allenamenti, fatto che non si era mai verificato, lo turbava ancora di più.

Rukawa era così arrabbiato e deluso da quella situazione dall'aver deciso di accantonare il basket, quella era la vera tragedia.

"Io... noi... ieri sia io che Mori, vi abbiamo visti. Non volevo spiarvi credimi, desideravo solo recuperare la mia bicicletta. Tu ed il senpai Rukawa vi stavate baciando. Mori mi ha seguito, o forse ha seguito te, o forse si è solo trovato lì per caso non lo so, vi ha visti ed ha iniziato a sputare il suo solito veleno. Gli ho detto non dirlo a nessuno, di farsi gli affari suoi, non mi aspettavo che potesse essere così meschino" confessò tutto di getto il piccolo con un filo di voce.

Quindi era quella la verità, si ritrovò a pensare il numero dieci, stringendo i pugni e valutando, solo per un istante, la possibilità di andare di persona a dare una bella lezione al ragazzo più piccolo che, vista la situazione, era stato accompagnato nella stanzetta adibita a piccola infermeria vicino alla palestra.

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