"Incontri, scontri e confessioni"

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"Rukawa"

Hanamichi sentì la tranquillità irradiata da quel luogo uscire dalla porta spalancata della palestra, oltrepassando la figura ferma a braccia conserte e lo sguardo fisso.

Il volto del volpino non fece trasparire nessuna emozione.

Il moro restò fermo, in attesa di una qualsiasi reazione da parte del rosso.

Fra tutte le persone che Hanamichi avrebbe potuto incontrare, il fatto che la kitsune fosse il primo volto conosciuto, dopo il suo rientro a scuola, era da considerarsi come uno scherzo davvero beffardo giocatogli dai Kami*. 

Che diavolo aveva fatto nelle sue vite passate per meritare quella punizione?

Possibile che, fra tutti, proprio lui fosse entrato in quel momento in palestra, spettatore involontario del suo primo fallimento a stagione non ancora iniziata?

Se almeno Hanamichi fosse riuscito a realizzare un dunk perfetto, avrebbe potuto gasarsi come sempre, davanti agli occhi giudicanti di Rukawa, invece, l'ulteriore beffa era sopraggiunta con quell'errore clamoroso.

"Maledetto" si sentì gridare Hanamichi.

Non potendo rischiare di perdere la faccia davanti al suo nemico, il rosso decide di giocare d'astuzia esordendo con una spiegazione assai poco convincente.

"E così sei venuto a spiare il genio! Volevi vedere se la mia bravura era diminuita dopo l'incidente. Ah!" Esclamò puntando l'indice verso il moro "Ma io sono stato più furbo e te l'ho fatta. Sapendo che mi avresti pedinato ti ho giocato un bel tiro. Non sprecherei mai una delle mie micidiali schiacciate da tensai indiscusso del basket per te! Con il rischio che tu possa rubare la mia tecnica e fare tua la mia grandezza!" concluse con un sorriso beffardo in volto.

Kaede rimase in silenzio, nessuna emozione trasparì dal volto, una maschera vuota priva di umanità.

Poi, dopo aver ascoltato quelle assurdità senza senso, si rivolse al rosso come sempre, con un'alzata di spalle senza emettere un fiato.

Rukawa non aveva voglia di perdere tempo assecondando le scemenze di quel baka**.

Il suo unico intento era quello di riuscire a liberarsi del rosso, il più in fretta possibile, per potersi concedere la pace dei sensi che, solo il rimbalzo della palla su quel parquet era in grado di donargli.

"Allora..." continuò Hanamichi sicuro di essere riuscito nel suo intento "Hai perso la lingua? Forse dovremmo sfidarci in un bel one to one così da poter stabilire una volta per tutte chi sia fra noi il vero campione" continuò il rosso nel disperato tentativo di suscitare una qualsiasi reazione nel suo interlocutore.

Quello che Hanamichi sopportava ancora meno del giovane che gli stava di fronte era la totale aria di superiorità che, il ragazzo, si portava sempre dietro in qualsiasi occasione. Certo, c'era anche quella fastidiosa questione della sua dolce Haruko che, come ulteriore disgrazia, fra tutti i suoi conoscenti, s'era proprio invaghita di quell'algido ragazzo dagli occhi freddi ed impenetrabili.

Kaede iniziò a sentire la sua pazienza venir meno, per quel giorno di idiozie ne aveva ascoltate veramente tante. Prima sul tetto con quelle ochette che si erano messe a spettegolare impedendogli di riposare poi, quel cretino di Sakuragi che, dopo aver sbagliato una schiacciata realizzabile perfino da un bambino di cinque anni senza esperienza, aveva pure il coraggio di nascondersi dietro ad una serie di assurdità prive di senso continuando ad autoproclamarsi genio del basket.

Patetico, davvero patetico.

Si certo, il volpino doveva ammetterlo, rispetto all'inizio dell'anno precedente il rosso era leggermente migliorato, e, grazie alla sua presenza in campo, la loro squadra si era portata avanti nei campionati nazionali della stagione appena conclusa ma, a parte quello, il contributo di Sakuragi allo Shohoku restava sempre il minimo del minimo indispensabile.

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