Epilogo

94 13 59
                                    

Mancava meno di un minuto alla fine della partita. Cinquantasette secondi, il tempo di segnare il punto della vittoria. Dagli spalti regnava il silenzio totale, più di un centinaio di ragazzi con il fiato sospeso ed il battito del cuore a mille, erano tutti concentrati su quell'unica figura che, solitaria e concentrata, stava per dare vita ad una delle azioni più limpide e stratosferiche di tutta la partita.

Il numero dieci era pronto, dopo una lotta all'ultimo rimbalzo con il marcatore di turno, del quale, in quel momento al giocatore, la conoscenza del nome risultava davvero superflua, il rossino era pronto per deliziare il suo pubblico. I suoi compagni di squadra, le male lingue, che fino ad allora lo avevano schernito e considerato non all'altezza di quella maglia che, con tanto orgoglio indossava da più di un anno, concentrato su quel cerchio metallico, pronto per segnare il dunk supremo.

Concentrati Hanamichi, non puoi sbagliare. La posizione; controlla le gambe il rossino continuava a ripetersi quel mantra mentre, giunto a pochi passi dal canestro, si preparava all'azione.

Adesso. Come ti ha fatto vedere la volpe. Elevazione, guarda bene la traiettoria...ecco ci sei quasi. Adesso non ti resta che accompagnare la palla...

Cinque, quattro, tre, due, uno...

Il suono che indicava la fine di quell'incontro, coincise perfettamente con il rumore della palla arancione che, dopo un istante di incertezze, rotolando attorno al cerchio metallico, lo attraversò senza problemi, regalando così il punto decisivo allo Shohoko che, in quel momento si era appena guadagnato la prima vittoria, realizzata contro il Takezato, dei giochi interscolastici.

"WHAAAAA!!!"

Applausi, grida, gioia e lacrime, scoppiarono dalla tifoseria che, potendo finalmente tornare a respirare, non si trattenne più, lasciando che tutta l'emozione di quel risultato arrivasse ai giocatori della squadra.

"SI!! Grande Hanamichi!" il capitano Ryota, entusiasta, si avvicinò al giocatore, saltandogli letteralmente sulle spalle per la gioia. Ayako, dalla panchina dove le riserve erano impazzite per la felicità, faticò a contenersi, constatando quanto fosse migliorato il numero dieci e, gioendo per il risultato raggiunto.

I giocatori in campo si accerchiarono tutti attorno a Sakuragi complimentandosi con il ragazzo per la meravigliosa performance.

"Complimenti Sakuragi!"

"Un'azione degna del re del basket"

"Sei il migliore"

Il numero dieci, emozionato ed eccitato, si godette tutte quelle attenzioni, gongolandosi come sempre, regalando sorrisi ed occhiate languide sia al pubblico che ai propri compagni di squadra. Orgoglioso di sé, dopo essersi vantato abbastanza per il risultato conquistato, Hanamichi ricercò fra i giocatori quelle iridi nere e profonde in grado di scaldargli il cuore, nonostante il freddo che portassero con loro. In disparte, sudato ed accalorato per il gioco, Rukawa ricambiò lo sguardo, sorridendo impercettibilmente ed annuendo in segno di congratulazioni.

"Bravo re del basket, davvero notevole" mimò con le labbra.

--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

La vittoria contro il Takezato aveva segnato ufficialmente l'inizio dei campionati interscolastici e, l'ascesa al successo dello Shohoku come, possibile prossima squadra vincitrice e favorita dell'intera competizione. Lo scandalo o, meglio dire, la faccenda Rukawa/Sakuragi, dopo quella mattina di meno di dieci giorni prima, si era andata via via affievolendo, restando solo un aneddoto divertente con cui occupare la prima parte dell'intervallo per il pranzo. Dopo l'arringa di Rukawa, l'accusa rivolta verso la Akagi e, le lacrime di quest'ultima che ne avevano confermato la colpevolezza, la ragazza aveva lasciato il ruolo come vice-manager della squadra, sparendo alla vista dell'intera squadra di basket e, riducendo al minimo la possibilità di incontrare i giocatori, anche solo per sbaglio fra i corridoi della scuola. di natura diversa, ma non meno incisivo era stato il ritiro, seguito dal silenzio di Mari Kawai che, si era vista abbandonare non solo dai suoi più fedeli lettori e sostenitori ma, anche da alcune delle sue più intime amiche come la coetanea ed artefice per nulla innocente di tutto quel trambusto.

PIANO BDove le storie prendono vita. Scoprilo ora