"Chiacchiere nei corridoi"

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Yohei Mito si stava trascinando stanco e, piuttosto assonnato, per i corridoi della scuola, con lo scopo di raggiungere la propria classe per le lezioni del pomeriggio. Aveva mangiato decisamente troppo. Tutto quel riso e quel pesce ancora più deliziosi del solito, visto che ad offrire il pranzo a tutti era stato Noma, dividendo e festeggiando con loro la vincita di una mano fortunata al Pachinko, gli avevano messo addosso un sonno non indifferente. Tutti, ovviamente, ne avevano approfittato abbuffandosi come se non mangiassero da giorni interi, tutti tranne Hanamichi. Il giorno prima il suo amico era uscito per la prima volta per un appuntamento ufficiale con Haruko e, in tutta la sua vita, il giovane non aveva mai visto così teso ed emozionato in egual misura il ragazzo. Quella mattina, Mito, si era alzato presto, desideroso di ritagliarsi un po' di tempo, giusto qualche minuto, da solo con il rossino per sapere com'era andato il pomeriggio romantico. Non era intenzionato ad entrare nei dettagli di cosa o non i due giovani avessero effettivamente fatto, ma voleva solo accertarsi che fosse stata una piacevole esperienza per entrambi e che, soprattutto Hanamichi, stesse bene e non si stesse crucciando troppo per qualche eventuale gaffe dettata dall'inesperienza e dall'ansia. Il fatto che il ragazzo non si fosse presentato, che non lo avesse avvisato della sua assenza e che, di lui fino a quel momento a scuola non vi fosse traccia, non prometteva nulla di buono.

Dove diavolo s'era andato a cacciare Hanamichi?

L'anno precedente per una partita persa, il ragazzo, sentendosi l'unico responsabile di una tale sconfitta si era tagliato i capelli in segno di pentimento Yohei, non osava immaginare fin dove avesse potuto spingersi l'amico se, convinto di aver fatto un qualche torto alla ragazza. Perplesso ed anche un po' preoccupato per quel silenzio, lo studente raggiunse la classe ma, mentre stava per entrare e prendere posto si accorse subito che, qualcosa non andava. Due suoi compagni sembravano essere concentrati in una conversazione intensa dai toni piccanti ma, non appena avevano notato il suo arrivo si erano subito zittiti passando ad un argomento sicuramente meno interessante. Non mancarono, però, di lanciargli diverse occhiate curiose e di scambiarsi notevoli sguardi d'intesa.

Cosa diavolo stava succedendo?

"Ehi Mito!" richiamò la sua attenzione uno dei due ragazzi seduti a pochi banchi di distanza dal suo, mentre Yohei prendeva posto posando la cartella sul tavolo.

"Che fine ha fatto il genio? Cos'è dopo aver fatto un bel buco nell'acqua ha deciso di non farsi vedere in giro per un po'?"

"Secondo me si è trasferito in un'altra scuola, qui ha capito che la sua reputazione è decisamente rovinata. Altro che genio del basket" rincarò la dose l'altro ragazzo sogghignando "Qui abbiamo a che fare con il tensai dell'impotenza. Se fossi in Sakuragi cambierei direttamente stato altro che scuola, vista la storia che sta girando su di lui."

I due ragazzi scoppiarono in una sonora risata, smorzata all'istante dalla sguardo truce rivolto ad entrambi dall'amico della testa rossa. Mito non aveva minimamente idea a che cosa, quei due cretini, stessero facendo riferimento, ma dai loro discorsi e dalle loro allusioni, potette comprendere che, in quel discorso, dovessero c'entrare Hanamichi, Haruko e qualsiasi cosa fosse avvenuta il giorno prima durante il loro appuntamento.

Se Hanamichi non si era fatto vivo per tutto il giorno, forse la situazione era più grave di quello che il ragazzo aveva supposto. "State zitti brutti idioti, se non volete che vi faccia saltare tutti i denti a suon di pugni in faccia" tuonò provocando l'effetto sperato nei suoi due interlocutori. "Adesso spiegatemi bene di che diavolo state parlando. Che cos'è questa storia che sta girando e che vi fa tanto ridere?" domandò serio il ragazzo, continuando a mantenere stretti i pugni e lo sguardo minaccioso sui due compagni di classe.

"Ehi, Ehi..." balbettò uno dei due cercando di tranquillizzarlo e maledicendosi per averlo provocato. Tutti erano a conoscenza del fatto che Mito faceva parte, assieme ad altri ragazzi della scuola, della tanto temuta Gundan di Sakuragi e che questa, non fosse certo famosa per le sue inclinazioni al dialogo ed al pacifismo. Mito era considerato il braccio destro del rossino ed uno dei più grandi attaccabrighe e picchiatore forte di tutta la scuola, dopo il suo compare "Calmati va bene? Noi non c'entriamo niente. Abbiamo solo riportato quello che ci è stato detto da alcuni ragazzi del terzo anno. È una voce che sta girando su Sakuragi da qualche ora, oramai lo sa praticamente tutta la scuola. Pare che il tuo amico abbia lasciata insoddisfatta sul più bello la sua fidanzata, e che, il motivo sia stato la sua impossibilità nell'alzarsi sull'attenti al momento opportuno" concluse il ragazzo, trattenendo un sorriso.

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