Capitolo 37

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Kenma's pov

Sentire la stretta di mia madre, sembra essere uno scenario quasi surreale

Da che ho memoria, nella mia testa continua ad esistere una convinzione secondo la quale io debba riuscire a farcela anche senza l'aiuto degli altri

Era un regola che mi ero imposto fin da piccolo, o più precisamente, dalla prima volta in cui i miei non tornarono a Tokyo per il mio compleanno.

Lo ricordo bene quel pomeriggio, sembra essere una cicatrice ancora aperta, una di quelle che anche se vengono sfiorate, bruciano molto

Probabilmente è solo un esageratissimo paragone che non affibbia il giusto peso alla reale situazione

Eppure, quel giorno fu capace di condizionare il mio punto di vista così tanto, che non posso far altro che drenare quella straziante sensazione usando delle inutili metafore che, se provassi a spiegare a qualcuno, come risposta riceverei solo uno sguardo confuso

'Ma forse, sto solo esagerando'

Quella sera, quando finalmente gli squilli del telefono non mi avevano portato a sentire la  metallica voce della segreteria, fu proprio questo che mi dissero

E ricordo che le loro voci erano così visibilmente seccate, che mi fecero sentire solo un peso

Solo uno di quei fastidiosi impegni che non dovresti procrastinare, ma che finisci a non portare a termine in ogni caso.

Mi dissero che stessi solo esagerando, che non avesse senso prendersela così tanto

Riuscirono a farmi sentire in colpa, quella sera

"Kenma ascolta, non siamo venuti perché lavoriamo, mica siamo qui per divertirci. Dovresti essere grato di avere dei genitori che fanno sempre in modo di farti vivere con tutto il necessario e anche di più. Stringi i denti un altro po', per favore"

Sentivo di stargli mancando di rispetto

Sentivo che alla fine fossi davvero un peso, una completamente inutile zavorra da trascinarsi dietro

E quelle parole fecero così male, che fu in quell'esatto momento che realizzai come chiunque può essere pronto a voltarti le spalle.

Vorrei non averlo scoperto così presto

Vorrei non aver avuto un'infanzia condizionata da degli squilli che mi portavano solo ad un ennesimo avviso della segreteria telefonica

Ma da un lato, non posso far altro che ritenermi quasi fortunato

Lo scoprii subito, quindi mi ritrovai preparato per il futuro

Avevo già deciso, mi ero già ripromesso che assolutamente nessuno sarebbe mai dovuto diventare indispensabile, fin da quando ero piccolo

Perché alla fine le persone se ne vanno tutte

E io non avevo intenzione di provare di nuovo le stesse sensazioni di quella sera

Ricordo quanto piansi, dopo aver terminato la telefonata

Ricordo quanto mi sentissi solo, lasciato in disparte pure dalla mia famiglia

Non volevo più stare così.

Il suono della pioggia infrangersi sulla finestra di camera mia, fu l'unica cosa a farmi rendere conto che in quella sera di ottobre, stesse effettivamente diluviando

E mentre quelle lacrime rigavano il mio viso

Mentre l'unica fonte di luce era prodotta dai lampi che si scagliavano in cielo ad intermittenza, mi ritrovai a piangere sempre di più

Tutte le cose che non sai |kurokenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora