Kenma's pov
Mi sono sempre rivisto nello stereotipo del ragazzo con la testa tra le nuvole. Ad essere sincero, ho sempre sentito che fosse una nomina che non desse giustizia alla mia persona, come se venissi inserito in una categoria, un qualcosa che aveva più l'aria di una trappola
Anche in questo contesto, mi sono sempre sentito in dovere di non dire niente, di accettare le cose come stanno, di reprimere tutto affinché gli altri non fossero costretti a scorgere quanto effettivamente io avessi paura.
È una caratteristica che mi appartiene da quando ho memoria, ogni piccolo frammento della mia infanzia mi ricorda quanto io sia connesso a una facciata incapace di descrivermi appieno
E man mano che maturavo questa consapevolezza, al posto di prendere le redini della situazione, di provare a rompere le catene di una trappola che non mi concedeva respiro, mi limitavo a fare l'unica cosa che mi facesse provare la sicurezza necessaria per farmi credere di essere salvo, al sicuro
È un qualcosa che, ancora adesso, ritengo sbagliata, soprattutto considerando quanto mi sia andato a sfavore
Ma le persone si legano a ciò che ritengono sicuro, a quello che può preservarli
E prima che me ne accorgessi, quella gabbia era lì a circondarmi, a togliermi il respiro utilizzando delle catene che io stesso mi ero legato al collo, ai polsi, ma soprattutto, all'unica cosa capace di liberarmi dallo straziante macigno delle categorizzazioni come questa: la bocca, la voce.
Così, Kenma Kozume, avvolto dalle catene di una paura soffocata dal suo talento innato nel reprimere le emozioni, capace anche di fargli sembrare il freddo metallo di esse un morbido nastro di seta, ha sempre deciso di scappare
Qualunque cosa andava bene: libri, videogiochi, manga, fumetti, qualunque cosa capace di estraniarlo dalla sua gabbia soffocante andava bene
Tuttavia, l'unico mezzo capace di farlo sprofondare nel candido inconscio della sua mente, era dormire.
Mi sono sempre sentito abbastanza stupido per affidarmi a un qualcosa di così semplice e incerto per scappare dal mondo reale, dalle categorizzazioni imposte dalla gente
Tuttavia, non appena mi trovavo a metà tra l'ebrezza dell'inconscio e il mondo reale, non mi importava più
Perché dormire, leggere, giocare ai videogiochi
Tutto questo era capace di creare una dipendenza capace di farmi allontanare da qualunque cosa.
Tuttavia, ritrovandomi in questa situazione, non posso far altro che rimproverarmi per essermi affidato a un metodo così incerto
Perché quell'ebrezza sembra essere svanita, e adesso quell'inconscio che non facevo altro che bramare tutto il tempo, si è trasformato in una trappola ancor più sinistra di quella in cui mi ritrovo nella realtà
Da quando te ne sei andato, Kuroo, il sonno, così come qualunque altra cosa, non è più capace di distrarmi
Adesso, chiudere gli occhi mi fa sentire come se ti avessi in pugno, come se fossi a un millimetro da te
Ma una sensazione del genere è terribile, se accompagnata dall'agonia dalla consapevolezza del fatto che sia solo un'illusione
E ciò che mi fa rendere conto di quanto io sia sprofondato in un baratro di miseria, è il fatto che la mia stessa mente mi faccia illudere del fatto che tu sia qui, a un millimetro dallo stringere la mia mano, per poi catapultarmi nel mondo della realtà
Sprofondo nell'inconscio, vengo cullato da una realtà distorta, lontana da quella a cui appartengo
Ma alla fine, tutto ritorna. Vivido, incontrastabile, come uno schiaffo
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Tutte le cose che non sai |kuroken
FanfictionÈ davvero così semplice nascondersi dietro un omonimo che non ci rappresenta? È davvero la cosa giusta accontentare a ogni costo le pretese degli altri? Kuroo, mentre lottava contro se stesso per lasciare andare Kenma, era convinto che, in ogni caso...