DISCORSO ALLA FOLLIA

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Sei la mia nemesi

e la mia mimesi,

parte di me:

stupore,

rumore,

dissidio interiore.

Diversità in mezzo alla gente:

fuori luogo per sempre.

L'arduo capire

come vortice risucchia,

lurida macchia

che non si può lavare.

Sognare

una vita normale,

un roseo futuro,

è sbattere contro il muro

dell'amara realtà

senza pietà.

Frustrazione ,

emarginazione,

alienazione,

il tassello mancante

del pensiero danzante:

esaltazione e abisso profondo

sei tu in questo mondo.

L'inaccettabile,

l'irrisolvibile,

ti copri per la vergogna,

un discorso incomprensibile

nella nuova Babilonia.

Un tentativo di madre natura,

il germe di una creatura futura.

Sei l'ombra che mi sta dinnanzi,

la matrice dei sogni infranti,

la rovina con le mie stesse mani

che scombussola i miei piani.

Il problema che sta a monte,

la salvezza è troppo lontana,

non si vede all'orizzonte.

Sei un orgasmo al contrario,

un regime totalitario,

la solitudine che mi ingoia

in questa paranoia.

Un pensiero che ho già scordato,

un grido inascoltato

che mi rende affranto,

perché è finito l'incanto

in un copioso pianto.

Tu sei la ragione del fallimento,

motivo di sgomento,

un lungo inverno,

l'attimo eterno

in un girone dell'inferno.

FRAMMENTIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora