"𝑇𝑢 𝑀𝑖 𝐴𝑚𝑖?"

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Dopo un quarto d'ora di relax mi decisi ad uscire, presi il telo che avevo appoggiato su uno dei bordi dei pannelli di vetro, lo legai intorno al busto e lentamente uscii dal box doccia.

Per poco non presi un infarto, mi ritrovai la rockstar davanti a me, a petto nudo, con la schiena appoggiata al lavandino e le mani incrociate al petto. I capelli erano leggermente ondulati, morbidi sulle spalle per non parlare di quei maledetti occhi ricoperti di nero che ogni volta mi stregavano.

Mi fissava dalla testa ai piedi, sorrise. Ero come paralizzata sotto il suo sguardo, mi sentivo proprio tanto rossa in viso, ma è anche giusto no? Ritrovarsi ricoperti soltanto da un sottile asciugamano davanti agli occhi del proprio ragazzo.

Dam mi prese per i fianchi, mi avvicinò a sé e mi baciò. Le mie mani nei suoi capelli e i nostri respiri sincronizzati, gli sguardi incrociati e le labbra unite in un unico sorriso.

Mi staccai lentamente da lui che aveva ancora le mani sulle mie anche, sentimmo la voce di Thomas sempre più vicina, mio fratello sbucò dalla porta con aria felice.

Dam era un po' infastidito, da quello che avevo capito non dovevano mai invadere la sua privacy. Ci conoscevamo da 5 anni, avevo capito che era una persona molto riservata e apprezzavo molto questa cosa.

<DOVETE TOGLIERVI TUTTI STO VIZIO ORRIBILE, DOVETE BUSSA' ALLA PORTA PRIMA DI APRIRE.> era rosso in viso per aver gridato troppo.

Thomas ci guardò poi sorrise e disse con aria divertita uno "scusa" soffocato dalle risate che stava per cacciare, dopo ciò uscì dal bagno e chiuse la porta alle sue spalle. Damiano aveva il respiro irregolare e i pugni serrati.

Gli accarezzai la guancia e cercai di tranquillizzarlo scoccandogli un bacio sulla parte superiore della mascella, sapevo che lo faceva impazzire in quel punto. Infatti il respiro tornò regolare ed era sparito il rosso rabbia dal suo bel faccino da rockstar. Gli presi la mano e lo invitai ad avviarsi in sala da pranzo dagli altri.

Io intanto andai nella sua camera alla ricerca di vestiti alla rinfusa. Presi dei suoi pantaloncini neri e una maglietta lunga nera con sopra la stampa a colori di un gruppo rock trovata nell'armadio. Infilai dei calzini neri con sopra la stampa di alcuni cactus e mi recai in sala da pranzo.

Trovai Vic che apparecchiava il tavolo nero opaco, Thomas che accordava la sua chitarra, Ethan che vedeva video su youtube e bhe il mio David sulla soglia del balcone a fumare una delle sue tante sigarette.

Il fumo copriva parzialmente la sua faccia, ma comunque riuscivo a vedere il suo bel profilo. Ero sulla soglia della porta a guardare i vari movimenti dei miei compagni. Vic si accorse della mia presenza,

<non stare così ferma che me metti ansia>, io abbozzai un sorriso e intanto i tre maschi di casa si girarono nella mia direzione e mi fissarono.

Mi sentivo al centro dell'attenzione. Thomas si alzò dopo aver lasciato la sua chitarra appoggiata su uno dei cuscini del divano. Mi prese a braccetto e mi sussurrò all'orecchio:

<e così tu e il belloccio romano state insieme eh? Hai capito la mia sorellina...> disse facendomi intanto l'occhiolino.

Lo guardai negli occhi verdi, lui capì che la risposta era affermativa, mi fece uno sguardo complice, poi girò sui tacchi e tornò ad accordare la sua bella chitarra.

Tornai a guardare la rockstar. Si girò verso di me e mi guardò con aria interrogativa, come a chiedermi come mai lo stessi fissando. Bhe di certo non potevo dirgli che era il ragazzo più bello che avessi mai visto e che in quel momento lo stavo venerando con gli occhi come se fosse la mia divinità, nah sarei apparsa troppo sottona.

Mi sa che non so come riuscì a leggermi nel pensiero, perché scosse la testa ridendo per poi tornare a guardare fuori dal balcone aspirando dalla sua sigaretta.

Quando fumava troppo mi innervosiva, non volevo che gli si rovinasse la voce per colpa di un suo inutile e brutto vizio. Lo guardai con aria seccata e se ne accorse, infatti buttò la sigaretta che era solo a metà e mi venne incontro. Mi prese per mano e mi portò nella camera più vicina: stanza di Victoria.

<oi Gio me dici che tieni, non me guardà così che non me fai capì>.

Non volevo incontrare il suo sguardo... Sin dal primo giorno che l'ho visto, non si staccava mai da quel maledetto pacchetto di sigarette. Non ne potevo più, sono fatta così, dopo un pò scoppio.

<senti Dam lo dico per il tuo bene, non voglio che tu fumi così tanto, anzi vorrei che non fumassi proprio. Passi le tue giornate ad aspirare da quella dannata arma di morte>.

Aveva lo sguardo basso, poi parlò: <Gio tu me ami?>




Ciao a tutti,

Questo è l'undicesimo capitolo della mia storia, spero vi stia piacendo...

C'è stato il nostro primo litigio di coppia... Cosa succederà nel prossimo capitolo?

BUONA LETTURA! <3

𝐷𝐼𝑉𝐸𝑅𝑆𝐼 𝐷𝐴 𝐿𝑂𝑅𝑂Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora