"𝐼𝑙 𝐶𝑎𝑚𝑝𝑎𝑛𝑒𝑙𝑙𝑜"

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Non mi aspettavo una domanda del genere, non era alla Damiano. Lo guardai stranita

<rispondimi> incalzò lui...

<-si c-erto che ti amo> non capivo il perché di quella domanda.

<bene allora devi fidarti di me e lasciarmi fare.> disse lui distogliendo gli occhi dai miei. Eh no tesoro mi dispiace, ma non finirai il discorso così facilmente.

<no, Damiano. E' qui che ti sbagli, se vogliamo stare insieme dobbiamo trovare un punto di equilibrio. Di certo non possiamo fare sempre quello che TU decidi.> cercai di farlo ragionare...

<e così siamo tornati a Damiano?> rispose lui seccato.

<vuoi stare con me?> adesso avrei iniziato anche io con le domande profonde. Non rispose. Mi assalì il panico più totale, le lacrime tentavano di uscire. Continuò a non rispondere. Ma che gli prendeva.

Non volevo che mi vedesse così, mi girai di spalle iniziando a fissare la parete con sguardo spento. Forse non voleva stare con me, era solo uno stupido bacio, forse non gli piacevo abbastanza... Emisi un piccolo verso strozzato, come un singhiozzo, poi mi sentì afferrare per la spalla, e sussultai. Poi la sua voce roca mi sussurrò all'orecchio:

<certo piccola, certo che voglio stare con te>. Il mio cuore mancò di un battito, mi voltai verso di lui e lo vidi parzialmente per colpa del velo di lacrime che mi offuscava la vista.

<e va bene facciamo che fumo di meno, ma tu promettimi che imparerai a sorridere più spesso, sei così bella quando sei felice. Queste lacrime proprio non ti si addicono...> sul volto gli comparve uno dei sorrisi più comprensivi che avessi mai visto, di istinto lo strinsi a me. Dopo un pò mi alzai, mi stavo dirigendo alla porta, quando pronunciò il mio nome. Mi girai di scatto:

<damme un bacio> disse lui facendo una faccia da angelo,

<perché dovrei?> dissi tentando di provocarlo...

<non sei affatto la santarellina che sembravi di essere>, la sua faccina confusa mi fece morire dal ridere, non potevo resistergli era più forte di me.

Lasciai andare la maniglia della porta e senza esitazione mi fiondai sulle sue labbra. Delicatamente mi sollevò per i fianchi e mi fece sedere a cavalcioni sulle sue gambe, senza mai interrompere il nostro bacio.

Misi le mani nei suoi folti capelli e ogni tanto li tiravo leggermente. Lui intanto, mi raffreddava la pelle delle anche con i suoi anelli massicci e dorati.

Ad interromperci fu il rumore del campanello della porta della villa, ma fu questione di secondi, prima che presi dalla foga ritornassimo a baciarci.



Ciao a tutti,

Questo è il tredicesimo capitolo della mia storia, spero vi stia piacendo...

Le incomprensioni tra Giorgia e Damiano sono sparite... Chi avrà bussato al campanello?

BUONA LETTURA <3

𝐷𝐼𝑉𝐸𝑅𝑆𝐼 𝐷𝐴 𝐿𝑂𝑅𝑂Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora