"𝐿𝑎𝑐𝑟𝑖𝑚𝑒 𝐶𝑜𝑚𝑒 𝑃𝑖𝑜𝑔𝑔𝑖𝑎"

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Adesso purtroppo non potevamo semplicemente rifugiarci nel nostro mondo delle favole, dovevamo affrontare la realtà. Mi staccai dal bacio, anche lui sapeva che era giunto il momento di un confronto, ma semplicemente non voleva affrontarlo. Si alzò e mi invitò a seguirlo.

Uscimmo sul grande terrazzo della villa e ci sedemmo su delle sedioline bianche di ferro battuto intorno ad un tavolo del medesimo materiale e colore. Era una calda sera d'estate, avevo totalmente perso il conto dei giorni, ma sapevo per certo che mancava pochissimo alla fine delle vacanze, prima che probabilmente sarei dovuta partire per quella strana scuola.

<allora ragazzì che vuoi fare?> disse mentre con una mano cercava di cacciare dalla tasca dei pantaloni un accendino e con l'altra reggeva una sigaretta. Poi volse il suo sguardo verso il mio.

<bhe penso sia un'ottima opportunità per terminare gli studi, riscoprirmi, io ci andrei...>, ecco tornato il suo sguardo freddo e tormentato.

Non appena finii di parlare un tuono rimbombò nel cielo diventato ormai grigio, e un lampo crepò l'infinito che si estendeva sopra di noi. Iniziò a piovere. Amavo la pioggia, da bambina passavo ore sotto quelle piccole goccioline d'acqua che colpivano il mio capo.

Il mondo coperto dalla pioggia sembrava rappresentare il mio animo, tormentato, ma dannatamente bello. Si, probabilmente ero diversa da tutte le altre ragazze, ma il sole mi rendeva triste, mentre la pioggia era sempre riuscita a tirarmi incredibilmente su il morale. Il vento si alzò e iniziò a sferzarmi il volto, mi faceva sentire così libera. Chiusi per un momento gli occhi, e cercai di godermi quel momento meraviglioso prima di ritornare a litigare con Damiano.

Aprii gli occhi, stava guardando altrove con fare infastidito... arrabbiato.

<mi spieghi che problema c'è?> volevo capire, non voleva che andassi a quella a scuola?

<Giorgia si dà il caso che io e te stiamo insieme da poco, avrei voluto passare più tempo con te, ma tu che fai? TE NE VAI!>

Stava scaricando la colpa su di me, fantastico... Avrebbe dovuto essere felice per me, e non cercare di fermarmi...

Cacciai una risata isterica, mi venne spontanea. No, non riuscivo più a guardarlo, vedevo il suo volto incorniciato da quei maledetti capelli ormai bagnati dalla pioggia. Avrei voluto picchiarlo, inveirgli contro, ma al tempo stesso stringerlo a me.

Una cosa che odiavo del mio carattere, era non riuscire mai a trattenere le lacrime in un momento di rabbia. Fortunatamente questa volta i simboli della mia sofferenza si mascheravano perfettamente con le gocce di pioggia che mi colpivano trasversalmente il volto.

Mi alzai bruscamente dalla sedia di metallo che provocò un forte rumore quando cadde al suolo dopo esser stata spinta involontariamente dalla mia rabbia, che si stava pian piano sprigionando. Volevo che nessuno vedesse questo lato di me, non mi piaceva, ma in momenti come questo mi risultava impossibile controllarlo...

Mi girai verso l'ingresso del terrazzo, e a passo veloce mi diressi verso di esso per ritornare in casa, volevo stare da sola, cantare, gridare, fare qualsiasi cosa mi avesse aiutato a calmarmi. Tutta questa situazione mi stava distruggendo.

Una mano fredda e bagnata però mi fece girare il volto, e fu proprio in quel momento che lo vidi, con il trucco colato e i vestiti zuppi... mi guardava, e non distoglieva il suo sguardo dal mio, io non potevo, con una mano teneva il mio mento e mi risultava impossibile voltarmi. Spostò la sua mano dal mio volto all'omero, poi, proprio come se dovesse invitarmi a danzare, mi porse la sua mano.

Tutto questo sembrava mi facesse ricordare della mia vita passata, la immaginavo così, io e il mio principe, due ragazzi appartenenti agli anni ottocenteschi, ribelli e pieni di vita, che si trovavano a danzare ad un gran galà tenuto in un'enorme sala di un castello decorato in stile gotico...

Tutto così perfetto, tutto così dannatamente magico...

Non potevo rifiutarlo, non potevo.

Gli strinsi la mano e lui di scatto iniziò a correre verso la parte più lontana del grande terrazzo, giunti alla ringhiera mi fece voltare verso destra, c'era una piccola scala a chiocciola che conduceva all'esterno della villa, non l'avevo mai notata...

<ma... cos'è questa Dam?> chiesi confusa e stupita allo stesso tempo.

<shhh piccola, non farti sentire, forza inizia a scendere...> non me lo feci ripetere due volte, con prudenza iniziai a percorrere i ripidi gradini di metallo bagnati dal temporale, fin quando non toccai l'erba. Mi voltai e vidi la rockstar raggiungermi il più velocemente possibile. Guardai davanti a me... Stavo sognando, un enorme prato si estendeva davanti a noi, c'erano fiori bianchi che ci conducevano fino all'entrata di una fitta foresta.

<sei pronta? Dammi la mano> disse Dam quasi in un sussurro...

Lo guardai e posai la mia mano sulla sua, strinse forte e iniziò a correre verso l'orizzonte...

Eravamo così felici, così spensierati, più correvamo più i nostri capelli si bagnavano infrangendosi contro le gocce che diventavano via via sempre più violente, il vento sempre più incessante, e il mio animo, il nostro animo, sempre più libero e felice.

Ad un tratto Dam si fermò, si voltò verso di me, e sorridendo posò le sue mani sui miei fianchi, strinse la presa e mi sollevò in alto, verso il cielo ricoperto di nuvole grigie, dove la furia di qualche creatura angelica si stava infrangendo.

Rivolsi il volto verso la pioggia, sorrisi e iniziai a canticchiare, mentre la rockstar, continuava a farmi volteggiare nel cielo. Una volta posata di nuovo con i piedi sul prato, d'istinto lo baciai. Non potevo fare altro se non tenerlo vicino a me più tempo possibile....

Amavo il modo in cui mi faceva sentire, amavo il suo tocco, amavo le sue parole, i suoi pensieri, amavo lui in tutte le forme in cui si manifestava...

Ad un tratto, la pioggia cessò e così anche il vento, e da dietro gli alberi spuntò nuovamente il sole, che noia...

<penso sia giunto il momento di tornare a casa, gli altri ci staranno cercando> disse con voce flebile Damiano.

Mi limitai semplicemente ad annuire, mentre ripensavo a cosa era accaduto poco tempo prima, sembrava tutto così poco reale, tutto frutto di una storia o di un sogno, ma invece era accaduto davvero, e non potevo crederci...

Raggiungemmo la villa in silenzio,

<oh eccovi, ce stavamo preoccupando!> disse Thomas apparendo sulla soglia delle scale

<ma... voi non eravate di sopra a parlare? Come ci siete arrivati alla porta di ingresso?> disse Vic alquanto confusa...

<eh teletrasporto!> scherzai io mentre mi sfuggì una piccola risata

<allova? Avete visolto voi due?> disse Ethan mentre cercava in giro per casa le bacchette per la batteria

<ehm...in realtà non lo so.> dissi io, effettivamente era così, il nostro discorso non era finito...

<vabbè non importa, ci penseremo domani> disse la rockstar.

Gli rivolsi uno sguardo poco carino, prima di incamminarmi verso le scale per andare ad asciugarmi visto che i miei capelli e i vestiti erano completamente fradici.

Passai circa un'ora in bagno, dopodiché uscii, e indossai un pigiama di Vic. Mi avvicinai alla porta per scendere al piano di sotto, ma non appena toccai la maniglia, questa si aprì rivelando Damiano. Entrò nella stanza, mi fece rientrare con lui e...



Ciao a tuttii...

Questo è il capitolo 20 della mia storia, spero vi stia piacendo!....

VI RINGRAZIO TANTISSIMO PER LE 575 VISUALIZZAZIONI!! PER ME SONO UN GRANDE TRAGUARDO...<33

Secondo voi Damiano e Giorgia nel prossimo capitolo riusciranno a risolvere questa loro questione? Damiano accetterà la scelta di Giorgia?

BUONA LETTURAA!!<33 :))


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