Capitolo Quattro - Harry

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Quello Stesso Giorno

Gothel evita accuratamente una radice, rimuginando sul carico di tessuti che ha mandato mesi fa alla città vicina, in attesa del mercato.

(In realtà, potrebbe tranquillamente farsi male, durante la sua traversata per la locanda ad ovest, dato che Harry la aspetta a casa, pronto e disponibile per curarla. Ma lei sarà a casa tra più di una settimana, quindi si pone il problema.)

Mentre tenta di ricordarsi quante tonalità di blu ha a disposizione per le vecchie megere che ogni volta la saccheggiano delle sue sete, vede un lampo bianco spandersi davanti a lei e fermarsi di scatto, trafelato. E' un giovane dai capelli biondi, che la scruta con gli occhi sgranati, le guance rosse e il fiato corto.

Prima che Gothel possa dire qualsiasi cosa, il giovane parla: ''Buonasera, signora. Faccio parte delle Guardie Reali, siamo qui in spedizione. Ha per caso visto...''

Il mondo di Gothel si accartoccia su sé stesso, diventa scuro, quasi crolla. ''Guardie Reali?'' interrompe, di scatto. ''Cosa ci fanno le Guardie Reali nella foresta?''

''Dei ladri sono scappati, signora. Nessuno di dannoso per altri esseri umani, stia tranquilla, ma hanno trafugato un bene che...''

''Sei qui da solo? Chi c'è con te? Quanti siete?'' domanda ancora, in fretta, facendo sbattere gli occhi azzurri del suo interlocutore dalla confusione.

''Siamo un plotone, signora. Sparso per la foresta. E' per caso successo qualcosa con le nostre truppe che l'ha...''

''Harry,'' mormora Gothel, premendosi un palmo sulle labbra. Harry che è a casa, da solo, Harry che vuole uscire e non è in grado di opporre resistenza, Harry che è l'unica, insulsa cosa rimasta di quel maledetto fiore...

Non sa quando ha iniziato a correre, abbandonando la sacca con le provviste da qualche parte quando si è impigliata a dei rovi, sa solo che una volta arrivata il sole sta calando sull'orizzonte e ha tagli sulle ginocchia, sulle braccia e sul viso, che non si cura di controllare nonostante il sudore, che mischiato al freddo la sta facendo tremare, penetri all'interno facendoli bruciare. Scende le scale a due a due, contenta che il ragazzo biondo si sia fermato al suo 'no!' urlato quando le è stato chiesto se avesse bisogno di aiuto, ma quel sollievo dura molto poco, sostituito dall'ansia di vedere la sagoma familiare della torre davanti a lei. E' troppo lontana per vedere, nella stanza buia, cosa sta succedendo, così urla: ''Harry! Liam! Fatemi salire, ragazzi!''

E il suo cuore è pronto ad esultare di gioia ed inventare una qualsiasi scusa per non lasciare di nuovo la torre, non appena sentirà la voce profonda e preoccupata di Harry risponderle dall'alto, o vedrà gli occhi tranquilli e scuri di Liam occhieggiarla pacatamente mentre sale. Quasi ha un moto di rabbia nel pensare che è tutta colpa di Harry- Se solo i suoi capelli potessero essere tagliati a dovere, così da portarsi una ciocca in giro, se solo non fosse nato grazie a quel fiore, se solo non fosse nato e basta. Se solo fosse capace di seguirla dovunque, ma se qualcuno sapesse di lui? E' una paranoia, infondo come potrebbero sapere chi è e cosa è Harry, ma Gothel riesce solo a pensare al fatto che gli porteranno via l'unica cosa che può tenerla in vita. E lei ha paura di morire.

In particolare adesso, quando i due non le rispondono, e lei ha passato un minuto a sperare e incamerare aria, anche se sente che non è abbastanza.

Così, Gothel fa il giro della torre e inizia a rimuovere dei rovi, ferendosi i palmi e facendo sanguinare il sotto delle sue unghie, ma non le interessa. Ha le dita distrutte quando, finalmente, riesce a vedere l'arco murato di tante piccole pietre che, a gomitate (quel punto della manica si macchia di sangue, insieme alla spalla che ha ben presto sostituito la spinta) riesce a buttare giù abbastanza da proseguire il suo lavoro con le mani. Nonostante non abbia fiato, sale le scale a chiocciola totalmente buie, affidandosi al corrimano e alla disperazione, quasi cadendo un paio di volte. Arrivata al punto più alto, Gothel spinge con le braccia finché non riesce a sollevare la mattonella del pavimento. Sguscia nella sua stanza, senza preoccuparsi di richiudere.

Tangled ||L.S.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora