Capitolo Sette - Louis

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''Mamma-''

''Madre, Louis William. Madre.'' la donna trascina quasi il bambino, che piccolo com'é non riesce a stare al passo delle sue gambe lunghe e slanciate. In più, ha appena visto un cagnolino nell'angolo di un vicolo in penombra, ma sa che non può avvicinarsi a carezzargli la testa, a meno che non voglia ritrovarsi la mano rossa per uno schiaffo. E il bambino non vuole.

''Madre'' ripete, concentrandosi e facendo sporgere la punta della lingua tra le labbra sottili ''Madre, cos'è quello?''

La donna si ferma di scatto, abbassando con uno schiaffo la mano protesa di suo figlio. ''Non si indica, Louis William. Non farlo mai più.''

''Scusate, madre.''

La donna sospira: ''Quello è il mosaico che stanno costruendo per la famiglia reale, che ha perso il loro unico figlio. E' un monumento celebrativo.''

Gli enormi occhi blu del bambino diventano ancora più grandi ''E' morto?''

''No, Louis William. E' scomparso tre anni fa. L'hanno rapito. I bambini cattivi vengono rapiti, lo sapevi?''

La piccola testa castana si incassa nelle altrettanto piccole spalle ''No, non lo sapev-''

''Ti conviene comportarti bene, allora. E cosa devi fare per comportarti bene?''

Questa la sa, si dice il bambino, una scintilla di esultanza nel petto. Quando risponde bene a quella domanda, sua madre è sempre contenta, per un po'. Non dura mai tanto, e questo gli dispiace, perché lui, quando è da solo e non a una noiosa cena con la sua famiglia, ride tantissimo. Si chiede se sua madre rida mai. Non se lo ricorda, non l'ha mai vista ridere.

''Devo diventare un avvocato, come mio padre, e portare avanti il nostro studio legale. Poi devo trovare una moglie e farci dei figli, che diventeranno avvocati, proprio come me.''

Il bambino non sa cosa sia un avvocato, però sembra interessante. Si chiede se gli piacerà, dato che deve diventare uno di loro, o se ne ha la stoffa. Suo padre dice che avere la stoffa è molto importante.

Louis William alza la testa per vedere l'espressione rilassata della madre, mentre annuisce molto piano, come se le facesse male il collo. ''Molto bene. Molto bene.''

''Sono stato bravo, madre?''

Un piccolo annuvolarsi nella zona delle sopracciglia. ''Hai semplicemente fatto il tuo dovere, e niente di più. Ogni cosa che fai per noi non è nient'altro se non il tuo dovere.''

''Anche volervi bene?''

Le labbra sottili di sua madre prendono una piaga indistinta, fredda. ''Non sei obbligato a volerci bene, Louis William, ma a tollerarci e rispettarci.''

''Ma io vi voglio bene, madre.''

Un lampo negli occhi chiari della donna, insieme a una stretta della sua piccola mano, gli notificano che qualcosa nel suo umore è cambiato.

''Voler bene alle persone significa essere deboli, Louis William, e prima di essere realizzato non te lo puoi permettere. E anche dopo, ricorda che volere bene è sinonimo, quasi sempre, di delusione. La gente tenderà a deluderti molto facilmente, soprattutto quando inizierai a tenerci.''

A quel discorso, Louis William scuote le spalle e riprende a camminare. Non sembra un ostacolo così difficile, tantomeno insormontabile.

Basterà non affezionarsi.

***

''Louis?''

Louis si riscuote, gli occhi ancora fissi sul mosaico della famiglia reale. E' seduto, e non ha idea del perché la sua testa, tra le altre cose, abbia deciso di riportare a galla proprio quel ricordo. Poi adocchia la figura di Harry, seduta sulla panchina proprio di fronte al mosaico, insieme a lui ma distante, la gamba costantemente in movimento, e sente di saperlo.

Tangled ||L.S.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora