Capitolo Nove - Louis

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Louis ha dormito un sacco.

Louis ha dormito un sacco perché è rientrato quasi alle sei del mattino, gettandosi sul letto senza smuovere le coperte. C'è stato un grugnito da parte di Niall, nemmeno tanto contenuto, che ha portato il ladro a lanciargli un cuscino. Questo riscuote la guardia scelta.

''Allora, per caso avete...''

La voce è assonnata, roca e strascicata, più in sonno che in veglia, ma Louis coglie la nota maliziosa tra le labbra della guardia.

''Se solo finisci la frase, Horan, giuro su Dio.''

Ed è terminato tutto con una risata sonnacchiosa.

Il che, ecco, Louis nemmeno prova a spiegarsi il perché ci stia andando con i piedi di piombo, perché gli sembra così ovvio. Ovvio perché Harry non è mai uscito dalla sua torre e non aveva idea potessero intercorrersi relazioni tra uomini; ovvio perché Harry non è una camera buia e anonima che non ricorderà e lascerà prima che sorga il sole; ovvio perché, tra le strade di una città che non è mai stata davvero la sua, si è concesso di non avere segreti con un'altra persona, e di fare spazio a un'altra vita, nei suoi ricordi, oltre alla sua, senza nemmeno porsi il problema o l'ansia di farlo, come se fosse facile; ovvio perché non vuole il corpo di Harry, ma la sua risata nell'orecchio e le sue labbra sulla tempia e le dita contro le sue e il naso affondato contro la sua clavicola, le gambe che s'intrecciano per stendersi.

Louis si sveglia dopo un sonno pesante tratteggiato da occhi verdi con lo stomaco leggero e piacevolmente caldo insieme.

Sbatte gli occhi pesti di sonno contro la luce troppo alta del sole, sfregandoseli e sbadigliando. Il cielo è terso e punteggiato di piccole nuvole, l'aria invernale smorzata dai raggi e dal profumo dello speziale sotto la loro finestra. Deve essere passato da molto mezzogiorno.

Girandosi pigramente tra le coperte, si sente riposato e felice, perché adesso che ha chiarito tutto con Harry e si sente il ragazzo scorrere nel sangue, deve solo fare le cose con calma. Adesso che ha detto ad alta voce che, dopo quella sera, non ha nessuna intenzione di voltare le spalle al riccio, può davvero viverla un po' come viene, dare ad Harry i suoi spazi, farlo arrivare alle sue conclusioni.

Perché no, Louis non bacerà Harry. Non se lo può permettere.

Ci è andato molto vicino, la sera prima (una decina di volte). Quando gli ha portato la birra, gli è sembrato quasi naturale sporgersi appena e sfiorargli le labbra, come se lo stesse salutando. Tra il momento 'Louis Tomlinson é il mio preferito' e la promessa di Harry di custodire ogni suo brutto sogno, ha avuto l'istinto, il fremito nei muscoli di chinarsi almeno cinque volte, ed una l'ha persino fatto, solo che poi ha retrocesso e usato la scusa di volere un sorso di birra. Quando l'ha attirato al centro della piazza, era a tanto così. Sentire il più piccolo contro di lui, poi, e non alzargli la testa era stato appena più facile che camminare sui carboni ardenti (non che Louis possa mai farlo. Ha la pelle delicata.)

Si era concesso un bacio sulla fronte e uno appena dietro l'orecchio, pur di non morire prima dell'alba, ed era sgusciato via prima di rispondere al 'rimani' di Harry stringendosi a lui per le ore successive. Perché Louis aveva baciato e assaggiato e sorpassato uscii di camere da letto attaccato a labbra senza nome, e sapeva cosa gli piaceva. Harry non ne aveva idea, e nel momento in cui l'avrebbe capito, Louis sarebbe stato lì. Era un ottimo piano.

Il lui ventenne l'avrebbe probabilmente deriso per una serie interminabile di minuti, additandolo come un idiota, ma quelli erano unicamente fatti suoi e del lui del passato.

Il ladro si stiracchia e si alza, facendo schioccare il collo in una mossa veloce. Mentre ancora si sta massaggiando la nuca, la porta si apre con lo scatto della serratura. Ne esce una testolina bionda.

Tangled ||L.S.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora