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I giorni seguenti furono molto monotoni, seguii mio padre agli allenamenti quasi tutti i giorni, parlai poco con i ragazzi che ogni giorno erano sempre più stanchi e dopo cena andavano immediatamente nelle loro camere per riposare. Persino Federico mi parlava poco, o meglio dire quasi mi ignorava, si limitava a darmi il buongiorno, o mi sfoggiava un sorriso sforzato se ci incontravamo in giro per l'Hotel. Non capii il suo atteggiamento, pensai di aver fatto qualcosa di sbagliato e che magari non volesse parlarmi per questo, ma mi convinsi che era solo stanco e preferiva riposare che parlare con me. L'unico che mi ha davvero calcolata fu Matteo, faceva sempre la doccia per ultimo in modo da passare un po' di tempo con me in sala relax. Notai da subito che era un ottima persona, di buon cuore e davvero divertente. Strinsi di più anche con Nicolò, che si rilevò anche lui essere una persona d'oro. Mi balenava spesso in mente Federico, non riuscivo proprio a capire, magari dovevo fare qualcosa io, ma diciamoci la verità, non sono mai stata il tipo che fa il primo passo, e neanche quello che chiede subito scusa. In fin dei conti perchè mi importava così tanto di lui tanto da essere un pensiero costante? scacciai subito i pensieri ripromettendomi di non pensare più a lui. Ero molto attenta a guardare i ragazzi che giocavano fin quando mio padre fischiò, segno che era finita la partita.

"Ragazzi - fece segno di avvicinarsi - oggi è l'ultimo giorno di trasferta, domani partiremo, e tra cinque giorni esatti ci sarà la prima partita degli europei, quindi per festeggiare sta sera andremo tutti in un ristorante!" disse sorridendo ai ragazzi.

"Possiamo bere? Anzi no, rettifico, posso bere?" dissi abbassandomi gli occhiali guardando fisso mio padre. Tutti risero.

"Ignorate Mia, torniamo in Hotel." prese il borsone.

I ragazzi si cambiarono negli spogliatoi e infine iniziammo ad incamminarci verso l'hotel.

"Mia!" disse Barella correndo verso di me.

"Dimmi tutto Nico." dissi guardandolo.

"Beh... hai dormito con Federico quindi?" mi fece una faccia perversa.

"Non ci posso credere che ve lo ha detto." alzai gli occhi al cielo.

"Era inevitabile, è entrato in stanza la mattina presto e tutti eravamo già svegli, non ha potuto dire altro." disse ridendo.

"Giuro che lo picchio." guardai male in direzione di Federico.

"Allora, com'è stato?" sorrise.

"Non è stato niente perchè si è praticamente ubriacato dopo tre birre, l'ho dovuto riportare all'hotel e non volevo disturbarvi dato l'orario e non volevo proprio che mio padre lo venisse a sapere quindi..." dissi con sguardo basso.

"Strano, di solito ci vogliono più di tre birre per farlo ubriacare." disse stranito.

"Ah..." mi limitai a dire.

"Io penso che lui abbia bisogno di te, sai?" mi guardò.

"Per quale motivo dovrebbe?" dissi guardandolo anch'io.

"Beh, sei simpatica e carina, lui non ha molte amiche o amici con cui confidarsi, a parte noi che siamo come fratelli ormai. Secondo me cerca proprio questo." mi spiegò.

"Potresti avere ragione, ma come me lo spieghi il fatto che è da quattro giorni che mi evita?" dissi sbuffando.

"Lui è fatto così, magari si è reso conto di aver sbagliato su qualcosa e si sta concedendo dello spazio per riflettere; ma wow hai contato pure i giorni, eh?" sorrise.

"Non li ho contati, ma comunque sia non mi importa, se tiene tanto a me come dici tu riprenderà a parlarmi prima o poi, no?" chiesi.

"Credo proprio che lo scopriremo solo vivendo." rise.

"Non vuoi proprio parlarci?" mi chiese.

"No, non è nei miei piani. Non sono una che attacca bottone facilemte, quando eravamo al locale non sapevo cosa dire e mi sentivo molto in imbarazzo..." risposi.

"Va bene, allora... voglio che mi tieni aggiornato su questa situazione eh!" sorrise nuovamente.

"Si certo," ricambiai il sorriso.

Arrivati in hotel corsi in camera per decidere cosa indossare per andare al ristorante, completamente indecisa tra due vestiti li presi e andai in camera di Matteo, bussai.

"Hey entra." disse Matteo aprendo la porta.

"Allora, ho un dramma: mi piacciono tutti e due ma non so scegliere, mi aiuti?" dissi facendo vedere i due vestiti.

"Meglio questo." disse indicandomene uno dei due.

"Si hai ragione." gli sorrisi.

Ad un tratto, vidi la porta del bagno aprirsi, mostrando Federico a petto nudo con solo un asciugamano in vita, mi guardò e rimase bloccato per un attimo, poi distogliendo lo sguardo prese dei vestiti dalla valigia e tornò in bagno. Ringraziai Matteo e tornai in camera per prepararmi; finita la doccia mi truccai leggermente, passai la piastra sui capelli i misi i tacchi. Presi la borsa e andai da mio padre.

"Ciao tesoro, sei bellissima!" disse dandomi un bacio sulla guancia.

"Anche tu papà." lo abbracciai.

Aspettammo pochi minuti, non appena eravamo tutti andammo al ristorante. Fu una serata abbastanza noiosa, o al meno per me. Sta volta Federico era seduto molto lontano da me e non mi degnava di uno sguardo. Sbuffando mi alzai per andare al bar del ristorante, mi sedetti al bancone e ordinai il mio solito gin tonic. Sorseggiai il mio drink da sola, persa nei miei pensieri.

"Come mai qui sola?" La voce di Matteo mi fece risvegliare dei miei pensieri.

"Mi annoiavo di la..." dissi guardando il drink.

"Non sono uno psicologo, ma credo che ci sia qualcosa che non va, è così?" disse cercando di incontrare il mio sguardo.

"No, sono solo immersa nei miei stupidi pensieri, ma davvero sto bene, ma grazie per l'interesse." gli sorrisi.

Restammo li a parlare per un po' e poi tornammo dagli altri, vidi Federico che mi guardava camminare insieme a Matteo, ma sta volta fui io a distogliere immediatamente lo sguardo.

"Vorrei fare un brindisi - iniziò mio padre alzandosi dalla sedia e sbattendo un coltello al bicchiere - a noi, spacchiamo in questo europeo, facciamogli vedere di che pasta siamo fatti, ragazzi, ma soprattutto divertiamoci." sorrise.

Tutti urlarono e alzarono i bicchieri brindnado, io presi il mio e lo scolai a fondo bianco. Dopo poco tornammo in hotel e decisi che come ultima sera mi sarebbe piaciuto tornare in idromassaggio per rilassarmi un po'.

Just us - Federico Chiesa ෆDove le storie prendono vita. Scoprilo ora