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Indossasi velocemente il costume, presi il telo e misi le airpods avviandomi verso la piscina. Tolsi il vestito che avevo messo come pareo ed entrai nell' idromassaggio, appoggiando la testa allo schienale chiudendo gli occhi. Ero immersa nella musica fin quando non aprii gli occhi e vidi Federico davanti a me, sobbalzai.

"Sei matto..." sussurrai.

"Ciao." si limitò a dire togliendosi la maglietta ed entrando nell'idromassaggio.

"Non ci parlo con i traditori." dissi guardandolo male.

"Perchè, io lo sono?" corrugò la fronte.

"Di sicuro non ho detto io agli altri che abbiamo dormito insieme." lo guardai.

"Barella..." sussurrò.

Sbuffai guardando in un altra direzione.

"Non potevo fare altro, mi dispiace, ma stai tranquilla, tuo padre non lo sa." mi spiegò.

"Okay." lo ignorai.

Lui continuava a fissarmi mentre io guardavo altrove. Allungò la mano e prese una delle mie cuffiette mettendosela all'orecchio.

"Bella questa." disse muovendo la testa a ritmo di musica.

Giocai con le mie mani, non sapendo cosa fare, mi sentivo in inbarazzo, ma volevo proprio chiedergli perchè negli ultimi giorni non mi aveva rivolto la parola. Feci per alzarmi ma le sue parole mi bloccarono.

"Dove vai?" chiese.

"Dove vado? via. Dammi almeno una motivazione per il quale dovrei rimanere qui." dissi un po' arrabbiata.

"Non capisco..." disse interrogativo.

"Lascia che ti rinfreschi la mente, hai dimenticato che non mi hai minimamente calcolato più dopo la sera al locale? pensavo fossimo amici, ma a quanto pare non lo siamo più o non lo siamo mai stati." alzai la voce.

Lui appoggiò i gomiti sulle ginocchia, facendo sparire il viso tra le mani.

"Mia... mi dispiace, io... pensavo di aver fatto qualcosa di sbagliato, notavo quanto eri in imbarazzo quella sera, non stavi bene con me, poi specialmente nella tua stanza non so cosa mi sia preso, per questo non ti ho parlato molto, pensavo che no ne volevi sapere più niente di me." disse con il viso tra le mani.

"Federico... io non ho mai detto una cosa del genere, se magari me ne avessi parlato piuttosto che ignorarmi te lo avrei detto..." dissi rimettendomi a sedere.

"Lo so, scusa ancora." alzò lo sguardo posandolo dritto sul mio.

"Va bene... e comunque non è vero che ci sto male con te, solo che non riesco ad approcciare bene e non sapevo cosa dire." spiegai.

Lui annuii e sorrise.

"È proprio bello il mio nome detto da te." rise.

"Davvero?" risi anch'io.

"Eh si." disse.

Mi guardò intensamente dalla testa ai piedi, persi vari battiti. Non mi ero neanche accorta che la distanza tra di noi stava diminuendo lentamente portando i nostri visi a pochi centimetri di distanza. Capendo quello che stava per succedere mi allontanai e vidi un po' di delusione sul suo volto.

"Raccontami di te, non so praticamente niente." dissi cercando di rompere l'imbarazzo.

"Non ho molto da dire, ho sempre giocato a calcio." rise seguito da me.

"Non so, qualcosa su di te..." lo guardai.

"Beh... sono molto attaccato alla mia famiglia, mio padre per me è sempre stato fonte di ispirazione, infatti è stato proprio lui che raccontandomi sempre del calcio e portandomi con lui alle partite mi ha fatto appassionare al calcio e non smetterò mai di ringraziarlo; mio fratello è unico, e il fatto che anche lui stia seguendo le orme di nostro padre mi rende molto felice, mi fa un sacco piacere quando mi chiede consigli perchè mi ricorda di quando io lo facevo con mio padre." sorrise raccontando.

Just us - Federico Chiesa ෆDove le storie prendono vita. Scoprilo ora