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La mattina seguente mi alzai presto, decisi di tenermi in allenamento, indossai un abbigliamento sportivo e andai a correre, dopo circa due ore tornai in casa e mi fiondai in doccia, mi vestii velocemente e raggiunsi mio padre e i ragazzi. Salutai tutti e mi misi di fianco a mio padre.

"Come sta andando?" chiesi a mio padre.

"Molto bene, sta sera spaccheranno ne sono sicuro." sorrise mio padre non staccando lo sguardo dai ragazzi.

"Non ho dubbi!" sorrisi anch'io.

Il mio sguardo si posò su Nicolò, anche lui mi stava guardando. Corse verso di me.

"Eh brava, non mi dici niente?" sorrise a trentadue denti.

"Di che parli?" risi io.

Lui diede uno sguardo veloce a Federico indicandolo, lo guardai e vidi che mi stava sorridendo e immediatamente ricambiai il sorriso. Mi allontanai un po' da mio padre prendendo per un braccio Nico.

"Non dirlo a nessuno ti prego, per ora questa cosa deve rimanere il più segreta possibile." lo raccomandai.

"Si signora, non preoccuparti!" rise lui per poi tornare dagli altri.

Qualche ora dopo, finiti gli allenamenti tornammo in casa per prepararci. Presimo le valigie e ci dirigemmo verso l'aereoporto per raggiungere Londra, dove si sarebbe tenuta la partita Spagna-Italia. Sorrisi non appena notai che avevo il posto vicino Federico.

"Dimmi se non è il destino." rise Federico sedendosi.

Sorrisi, l'aereo decollò, e data la mia terribile paura degli aerei strinsi istintivamente la mano di Federico, lui sorrise senza dire niente. Dopo poco decisi di palrargli di quello che era successo la sera prima, non ne avevamo parlato  poiché tornammo immediatamente in casa, ma era arrivato il momento.

"Fede..." dissi richiamando la sua attenzione.

"Dimmi." si girò a guardarmi.

"Ti va di parlare di ieri?" sorrisi io.

"Certo!" si girò un po' in modo da vedermi meglio.

"Allora, io non posso negare di provare qualcosa e penso che ieri te ne sia accorto. Però sono tanto confusa, che ne dici se proviamo a frequentarci per vedere come va?" dissi io non smettendo di guardarlo.

"Non potrei essere più d'accordo." sorrise.

Ricambiai il sorriso, lui si avvicinò lentamente poggiando le sua frinte alla mia.

"Non possiamo qui..." sussurrai.

"Lo so, ma sta sera possiamo, vero?" sussurrò anche lui.

Annuii. Mi poggiai sulla sua spalla addormentandomi. Venni svegliata poche ore dopo da Federico, segno che eravamo arrivati. Ognuno andò nelle proprie camere e una volta pronti ci fu una mini riunione pre-partita, arrivammo allo stadio e presi subito posto vicino a mio padre. Scattai una foto e decisi di pubblicarla nelle stories.

La partita cominciò, ero molto tesa ma fiduciosa, difatti al 60' Federico fece goal, esultai come una matta

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La partita cominciò, ero molto tesa ma fiduciosa, difatti al 60' Federico fece goal, esultai come una matta. Tremai per tutto il tempo dei rigori ma una volta capito che eravamo in finale il sorriso non mi si volle togliere dalla faccia. Abbracciai mio padre e lui ricambiò immediatamente. Vidi Federico correre verso di me, mi abbracciò e mi mise in braccio facendo alcuni giri.

"Siamo in finale!" urlò.

"Sii! Siete stati bravissimi!" urlai anch'io.

"Hai visto il goal?" disse lui mettendomi giù.

"Si, sei stato bravissimo." sorrisi io.

"Era per te." non smise di guardarmi.

Lo abbracciai di nuovo e gli lasciai un bacio sulla guancia.

"Vorrei baciarti." gli sussurrai.

"Non dirmi così." rabbrividii lui.

"Ci vediamo dopo." mi fece l'occhiolino e corse dagli altri nello spogliatoio.

"Wow pa'." mi limitai a dire sedendomi di fianco a lui.

"Sono senza parole anch'io." disse lui.

Ridemmo. Non appena i ragazzi furono pronti salimmo sull'autobus per tornare in hotel, i ragazzi fecero tutto il viaggio a cantare canzoni napoletane e ad urlare "siamo in finale". Inutile dire che io mi misi a fare festa insieme a loro. Mi portavano un'allegria inimmaginabile, con loro era impossibile annoiarsi. Arrivati, scendemmo e ognuno raggiunse le proprie stanze. Federico mi prese per un braccio e mi fece nascondere dietro un cespuglio.

"Aspetto il bacio." disse lui mettendosi in pozione.

Io sorrisi e gli diedi un bacio.

"Grazie." sorrisi io.

"Per cosa?" disse interrogativo.

"Per il goal." dissi.

Lui sorrise, mi mise le mani sui fianchi e mi baciò.

Just us - Federico Chiesa ෆDove le storie prendono vita. Scoprilo ora