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Il giorno dopo mi svegliai con un sorriso stampato sul volto. Ero davvero felice, finalmente io e Federico eravamo qualcosa. Si, ci avevo messo un po' a capirlo, ma come si dice? meglio tardi che mai. In fondo sono sempre stata una molto lenta, a cui piace prendersi i propri tempi e riflettere bene prima di azzardare un passo, ma devo ammettere che a volte mi maledicevo per questa cosa, perché avrei voluto essere più sciolta, più avventuriera, e questo giovò molto sulle mie amicizie ormai inesistenti. Ma ero felice di aver conosciuto tante persone nuove, i ragazzi, con i quali fin da subito si creò un bellissimo legame, specialmente con Federico che, con tutto quello che faceva mi faceva stare bene. Dopo aver sistemato la valigia, presi la borsa e scesi di sotto. Sorrisi non appena vidi Federico.

"Buongiorno bellissima." mi sorrise lui.

"Buongiorno bellissimo." sorrisi anch'io.

"Sono bellissimo?" fece la faccia da cucciolo.

"Tanto." risi.

"Quand'è che potrò baciarti davanti a tutti?" disse lui sussurrando.

"Non appena parlerò con mio padre." sussurrai anch'io.

"A proposito, ripensando a ieri sera, al fatto che ci siamo detti ti amo, e anche a quelle bellissime parole che hai detto, cosa siamo?" disse lui guardandomi intensamente.

"Non so dimmelo tu." sorrisi.

"Bene, allora... hai voglia di passare tanto tempo con me? e di diventare pazza insieme a me?" rise un po' dicendo le ultime parole.

"Certo che si." sorrisi a trentadue denti.

"Ho sognato tanto questo momento, non sai quanto." sorrise.

Lo abbracciai e gli lasciai un piccolo bacio sulla guancia.

"Piccioncini, ho interrotto qualcosa?" disse Nicolò raggiungendoci.

Scossi la testa.

"Cos'è successo che siete così felici?" disse guardandoci.

"Nulla, ci siamo fidanzati." sorrise Federico.

Nico spalancò la bocca per poi abbracciarci ed iniziare a saltellare come un bambino.

"Ragazzi, sono troppo felice, sapete questo cosa vuol dire?" disse con aria da festaiolo.

"No." dissimo io e Fede all'unisono.

"Uscita a quattro." fece un urletto.

Io e Fede ci guardammo per un attimo per poi iniziare a ridere.

"Sarà un po' complicato però." disse Fede grattandosi la nuca.

"Perché?" dissi io.

"Io abito a Torino, Nico a Milano e tu a Roma." disse ovvio Fede.

Abbassai la testa. Non ci avevo pensato. Fede abitava a torino ed io a Roma, come avremmo fatto a stare insieme? Mille dubbi mi balenarono in testa fin quando mio padre non ci chiamò per salire sull'autobus.

***

Arrivati a Londra, ci dirigemmo immediatamente in hotel, i ragazzi si allenarono mentre io mi iniziai a preparare per la sera. Indossai la maglia della nazionale che mi regalò mio padre e una volta che tutti i ragazzi furono pronti salimmo sull'autobus che ci portò allo stadio. Prima della partita ci fu una mini riunione.

"Ragazzi, lasciate che spenda due parole. Se siamo arrivati fino a questo punto vuol dire solo che siete strepitosi, non ci sono altre spiegazione -rise- avete dato il meglio di voi stessi, avete dimostrato a tutta l'Europa che avete talento da vendere e avete reso me un capitano fiero di aver allenato una squadra così forte e così splendidamente brava. La formazione la sapete già, tutto quello che dovete fare e uscire e fargli il culo, e dimostrare ancora una volta che l'italia è una macchina da guerra fortissima, io credo in voi e ci ho sempre creduto. Ma soprattuto ragazzi, divertitevi, questo non dimenticatelo mai. Buona fortuna." disse mio padre.

I ragazzi compresa me applaudimmo, poi entrarono in campo. La partita fu sudata, specialmente con il goal dell'inghilterra al secondo minuto, ma io sapevo che ce l'avrebbero fatta, infatti arrivò il goal di Bonucci. La tensione salì ancora di più ai rigori. Ma esultai come una matta non appena realizzai che avevamo vinto, l'Italia campione d'Europa. Abbracciai mio padre e iniziammo a pingere. Vidi Federico in lontananza che correva verso di me e io feci lo stesso andandogli incontro. Ci abbracciammo.

"Siamo campioni d'Europa!!" disse urlando.

"Sii! cazzo si!" dissi io continuando a piangere.

Mi mise in braccio facendomi girare.

"Ti amo alla follia!" disse lui.

"Ti amo anch'io." lo baciai.

Mi mise giù, mi girai e vidi mio padre che guardava nella mia direzione a bocca aperta.

"Ops, e adesso?" disse Federico.

"Gli parlerò." dissi io ridendo.

Mi misi a correre e mi buttai in mezzo si ragazzi che a turno mi abbracciarono tutti.

"Siamo campioni d'Europa!!" disse Bernardeschi.

"Si Berna, lo siete!" urlai io.

Piansi per tutto il tempo, specialmente quando vidi Chiellini alzare la coppa. Nessuno ci credeva, eppure diedero la prova che l'Italia, ancora una volta vale.


Spazio autrice

Ciaooo, ho cambiato la copertina del libro, fatemi sapere se vi piace🥰

Just us - Federico Chiesa ෆDove le storie prendono vita. Scoprilo ora