Mia Mancini
Il mattino seguente ci svegliammo presto per prendere l'aereo per andare a Coverciano, dove i ragazzi si sarebbero allenati in vista delle partite successive. Ignorai tutti per l'intera mattinata fin quando mio padre mi fece la fatidica domanda:
"Tesoro, c'è qualcosa che non va?" disse lui sedendosi vicino a me.
"No pa' tranquillo." dissi abbassando lo sguardo.
"Ti conosco fin troppo bene da sapere che non è vero." disse.
"Sto un po' giú..." dissi guardandolo con gli occhi lucidi.
"Cos'è successo? cos'hanno combinato i ragazzi?" disse un po' incazzato.
"Niente, semplicemente mi è tornato alla mente quel ricordo..." dissi nascondendo il viso con le mani.
"Tesoro... - mi abbracciò- lo sai che io sono sempre qui accanto a te, quando hai bisogno di parlare di queste cose non esitare a chiamarmi, anche durante gli allenamenti, mentre dormo, sempre. Dimmi come ti senti."
"Mi sento fragile, come se tutti potessero farmi qualsiasi cosa e non saprei come fermarli." dissi piangendo.
"Amore mio, non posso capire come ci si sente, ma sappi che sono qui, ce la farai a superare questo momento, come hai fatto anni fa, perché sei una donna forte, e molto intelligente. Io credo in te." disse guardandomi.
Lo abbracciai.
"Cerca di superare questo momento, lo so che è difficile, non pensarci, e so che me ne pentirò di queste parole, ma... passa del tempo con i ragazzi, la loro pazzia ti farà pensare ad altro." mi diede una bacio sulla fronte.
"Grazie papi." gli diedi un bacio sulla guancia.
"Mia..." disse Federico venendo verso di me.
Mi alzai di scatto, prendendo Federico per il braccio e trascinandolo in un corridoio.
"Mio padre non deve sapere che tu lo sai, nessuno deve sapere di questa storia." dissi fissandolo.
"Tranquilla." disse.
"Come stai?" continuò.
"Insomma..." iniziai.
"Ci penso io a farti stare bene, oggi abbiamo allenamento tutto il giorno, ma sta sera sono tutto tuo, ci vediamo fuori alle 22." disse dandomi un veloce bacio sulla guancia per poi tornare dagli altri.
Tornai nella hole, presi il telefono lasciato lì precedentemente e mi incamminai verso la mia stanza. Il pomeriggio seguii mio padre agli allenamenti, cercai di concentrarmi io più possibile sulla partitella per non pensare ad altro. Ma non fu molto utile visto che quel ricordo mi balenava spesso nella mente.
"Mia, giochi?" disse Nicolò raggiungendomi.
"Te lo scordi." dissi fissando gli altri ragazzi che giocavano.
"Scusami ancora... non dovevo farti quella domanda sono stato uno stronzo, ti vedo che sei giù e mi sento responsabile di questo, davvero c'è qualcosa che posso fare per farti sentire meglio?" disse lui con aria triste.
"Tranquillo Nico non è niente, ma se vuoi fare qualcosa per farmi sentire meglio, fai un goal." gli feci l'occhiolino.
"Subito!" rise lui.
Iniziò a correre, rubò la palla a Chiellini e fece goal.
"Wow! non pensavo ci riuscissi." urlai io.
"Non sottovalutarmi." rise.
***
Arrivata la sera, scesi per cenare insieme ai ragazzi. Mangiai poco. Mi ricordai dell' "appuntamento" con Federico, salii in camera rapidamente per cambiarmi, indossai un pantaloncino nero semplice con una maglietta bianca morbida. Scesi di sotto e sorrisi non appena vidi Federico che mi aspettava, lui ricambiò immediatamente il sorriso."Seguimi." si limitò a dire iniziando a camminare.
"Dove andiamo?" dissi io seguendolo.
"Sorpresa." disse sorridendo.
"Non mi piacciono le sorprese." dissi io.
"Io penso proprio che ti piacerà invece." mi guardò lui.
"Staremo a vedere." dissi.
Camminammo per un altro po' fin quando Federico mi disse:
"Chiudi gli occhi, e non sbirciare." sorrise.
"Mi metti paura così." risi io.
Mi prese per mano, mentre io con una delle mie mi coprivo gli occhi, fecimo pochi passi.
"Puoi aprirli." disse Federico lasciandomi la mano.
Aprii lentamente gli occhi e sorrisi alla vista del campetto da calcio.
"Wow..." mi limitai a dire.
Corse da una parte del campo, prese due paia di scarpette e una palla e tornò da me.
"Indossale." disse porgendomi un paio di scarpe.
Feci come mi disse, e anche lui indossò l'altro paio.
"Okay, cosa facciamo?" dissi io guardandolo.
"Giochiamo." sorrise.
Buttò la palla a terra ed iniziò a correre.
"Fede..." iniziai.
"Mia, goditi il momento." disse lui non smettendo di correre.
Non me lo feci ripetere due volte, iniziai a correre inseguendolo, cercando di rubargli la palla e dopo vari tentativi ci riuscii, arrivando in porta e segnando.
"Mia, sei troppo brava." disse lui raggiungendomi.
"Nah." risi io.
"Che c'è Chiesa? sei già stanco?" lo guardai con aria di sfida.
Lui mi sorrise iniziando a correre, ma non gli concessi di prendere la palla. Dopo un po' ci buttammo a terra stanchi.
"Mi piace passare del tempo con te, sai?" disse Lui guardandomi.
"Non avrei mai pensato di dirlo, ma anche a me..." sorrisi timidamente arrossendo.
"Sei troppo bella..." sussurrò.
"Eh?" dissi fingendo di non aver capito cosa avesse detto.
"Sei bellissima!" urlò.
Risi.
Mi girai sul fianco per guardarlo meglio. I nostri sguardi non volevano sentirne di staccarsi l'uno dall'altro, in quel momento tante emozioni si accavallarono, il cuore iniziò ad accelerare, tanto che non capì nemmeno quello che stavo per fare, mi avvicinai sempre di più lasciandogli un piccolo bacio a stampo.
———
Spazio autrice.
Ciao a tutti!!❤️
Volevo chiedervi: vi sta piacendo la storia? c'è qualcosa che potrei migliorare? fatemi sapere!
Vi chiedo scusa se trovate dei piccoli errori che magari mi sfuggono.
Grazie a tutti coloro che lasciano le stelline, siete speciali✨
A domani con un prossimo capitolo!
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Just us - Federico Chiesa ෆ
FanfictionMia Mancini, figlia del mister della nazionale Italiana di calcio è costretta dal padre a seguirli in trasferta in vista degli europei. Proprio li incontrerà Federico Chiesa, cosa succederà? ⚠️Tutto quello che leggerete è frutto della mia immaginazi...