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31 Agosto 2020, 8:30 AM

Ed eccomi qui, gia' sveglia a quest'ora, tra qualche ora devo essere in aeroporto per tornare finalmente nel mio paese, l'Italia. Sono stata due anni qui in America per seguire i miei ultimi anni di studio in un'accademia per make-up artist.

Sono stesa sul letto a guardare il soffitto da almeno venti minuti, sono ansiosa di tornare a casa, di vedere i miei genitori, mio fratello Manuel e la sua ragazza. Nei miei ultimi due anni ho vissuto con mio fratello Mattia, insieme a mio fratello Manuel hanno deciso di regalarmi un anno all'estero come exchange student, che poi sono diventati due a causa del covid. E' inutile dire quanto io sia stata felice scoprendo il regalo.


«SLENIA MA TI VUOI SVEGLIARE?» urla Mattia entrando nella mia stanza.
«Buongiorno anche a te fratellone» rispondo mentre mi alzo dal letto.
«Buongiorno -mi risponde mentre mi da un bacio sulla guancia -sei ponta?».
«Piu' o meno, ho un po' d'ansia».
«Dai vieni qua -mi dice allargando le braccia- andra' tutto bene stai tranquilla» conclude per poi darmi un bacio sulla testa.
«Lo sai che mi mancherai vero?» gli chiedo con tono dolce.
«Lo so, ma tranquilla che tra poco vi raggiungero' anch'io» mi risponde. Ebbene si, mio fratello non verra' con me a causa del suo lavoro, quindi mi tocca affrontare oltre dodici ore di viaggio da sola.

1 Settembre 2020, 9:05 AM

«Pronto mamma?».
«Dove siete?».
«Ma come non ci siete? E io come arrivo a casa?».
«Va bene, ci vediamo dopo. Vi voglio bene».

Ed eccomi da sola a Milano, adesso mi aspetta un' ora di macchina.

Il viaggio verso casa e' molto silenzioso, l'autista mi ha solo salutato quando mi sono avvicinata a lui in aeroporto, decido di chiudere gli occhi, tanto appena arrivo a casa saro' svegliata dall'autista.

Mi sono appena svegliata dal mio sonnellino post viaggio, controllo il telefono e noto che siamo in viaggio da piu' di un'ora e mezza.

«Mi scusi, ma non dovevamo arrivare mezz'ora fa?».
«Ci sono stati dei cambi durante il tragitto. -mi confessa per poi continuare subito dopo dicendo- Le consiglio di chiamare i suoi genitori»
«Come? Perche'? Gli e' successo qualcosa?» dico agitata.
«Non gli e' successo niente, stia tranquilla» dice ridendo.
«Menomale! Comunque grazie» annuncio e in risposta ricevo un sorriso.

«Ciao papo».
«Perche' l'autista mi ha detto di chiamarvi?».
«Come non vengo a casa? Dove vado allora».
«In che senso lo scopriro'?».
«Voi siete malati eh» dico ironica a mio padre.
«Ma come fai a sapere che subito dopo sarei andata a vedere sulle mape, uff».
«Certo che siete fuori di testa eh. Mattia sa tutto vero?».
«Adesso quel deficiente mi sente».
«Va bene, ci sentiamo dopo».

«Tia sei uno stronzo» dico a mio fratello Mattia.
«Dai che sorpresa sarebbe stata se te lo avessi detto scusa?» dice ridendo.
«Hai ragione, ma noi ci eravamo promessi di non avere segreti e tu adesso hai infranto la promessa» dico offesa.
«Lo so Cici ma sappi che poi mi amerai alla follia. Comunque com'e' andato il viaggio?».
«Quello in aereo bene, quello in macchina invece no» rispondo.
«Dai non fare la bambina, secondo te dove stai andando?» chiede lui.
«O da Luna a Roma o giu' in Calabria a casa ma e' improbabile».
«Ci sei vicina ma non ti dico altro».
«E sono sicura che non posso scrivere a Luna, vero?».
«Esatto».
«Ma che ore sono da te?».
«Le cinque e qualcosa».
«Oddio scusa Tia, ti lascio dormire, ti voglio bene».
«No ma va tranquilla, tanto tra un po' mi sarei dovuto svegliare» ammette sbadigliando.
«Sicuro?» gli chiedo.
«Sicurissimo, dai raccontami com'e' la situazione covid li' a casa».

«Mi scusi, quanto manca?» chiedo all'autista.
«Esagerando 40 minuti, dipende se troviamo traffico o meno».
Ecco come non detto!
Siamo bloccati nel traffico da almeno dieci minuti e non so che fare, non posso chiamare i miei perche' lavorano, Mattia anche, Luna, la mia migliore amica, e' all'universita'. Le ultime due opzioni sono Manuel e Thessa, la sua ragazza, il problema e' che mia cognata sta studiando e mio fratello si sta allenando per l'europeo. La soluzione e' leggere per l'ennesima volta il mio libro preferito.

«Come mai ci fermiamo? Siamo arrivati» chiedo all'autista mentre sta accostando.
«Non ancora, ma sotto ordine dei sui genitori devo bendarla» mi dice mostrandomi la banda per gli occhi.
«Faccia pure, tanto ormai non mi stupisco piu' delle idee dei  miei» ammetto ridendo.

Non so quanto tempo sia passato, forse cinque  minuti oppure venti, l'unica cosa che so e' che ci siamo di nuovo fermati.
«Siamo arrivati?».
«Si, devo chiederle un'ultima cosa, adesso le metto delle cuffie con la musica altissima, dica basta se il volume e' alto, se invece va bene mi faccia un pollice in su. Poi le togliero' la benda per vedere se mi sente o meno».
«Certo che i miei genitori sono fuori di testa» dico prima di sentire la musica altissima.
La musica non e' troppo alta quindi faccio il pollice in su' come mi ha chiesto l'autista, subito dopo mi alza la benda e mi dice qualcosa che io non riesco a sentire.
«Cosa? Non la sento» gli dico.
In risposta mi fa un okay con la mano e subito dopo mi abbassa la benda.
Poco dopo sento afferrarmi il braccio destro, questo vuol dire che devo scendere dalla macchina.
Pochi secondi dopo sento qualcuno davanti a me.

Tutto cosi' inaspettato || Federico ChiesaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora