16.

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«Come siete carini» sento dire da Acerbi appena io e Ale entriamo in sala.
«Vedi, siamo proprio una bella coppia» dice Alessandro stringendomi a lui.
"La coppia migliore siamo io e Fede, decisamente".
«L'hai ammesso finalmente, era ora» proferisce Angelo ed io non capisco.
«Cosa dovrei aver ammesso scusate?» chiedo dirigendomi verso Nico Barella, o come lo chiamo io "Jordan", siccome è fan del basket e Michael è l'unico giocatore che conosco, per sedermi vicino a lui.
«Che tu e Fede siete la coppia migliore» mi risponde Francesco.
«Serio? L'ho detto seriamente? Credevo di averlo pensato » dico imbarazzata.
«Hai pensato ad alta voce appunto» puntualizza Kean che si trova difronte a me. Fede intanto mi si è seduto di fianco, con la coda dell'occhio ho visto che sul suo volto è apparso un sorriso compiaciuto.
«Guarda che sono geloso» proferisce parola Stephan.
«Tu rimani il mio preferito e lo sia» gli dico mandandogli un bacio volante che prende al volo.
«Ragazzi avete visto per caso Nicolò» chiede il fiorentino.
«È in stanza, tra poco dovrebbe scendere. Perché?» chiede Francesco mentre porta alla bocca la sua brioche.
«L' altro giorno mi ha detto che dopodomani torna a Roma» confessa bevendosi il suo succo.
«Di già?» dico io mentre prendo la mia tazza di cappuccino per berlo.
«Essi, farà tutte le visite lì» continua lui.
«Cos'è quello sguardo?» mi chiede Moise assottigliando gli occhi scrutando il mio volto.
«Quale sguardo?» chiedo indifferente continuando a bervi il mio cappuccino.
«Quello che hai appena fatto, lo abbiamo visto tutti non hai via di scampo» continua il giovane.
«E va bene, vi dico cosa ho pensato».
«Ah ma perchè tu pensi?» mi interrompe Vinci che si trova di fianco a Federico. 
«Invece di interrompermi torna a non fiatare e ad ascoltare come stavi facendo» gli dico fulminandolo con lo sguardo. Una cosa che odio è sicuramente essere interrotta.
«Stavo dicendo, stavo pensando ad organizzargli una cena come si deve» finisco di esporre la mia idea.
«Per me ci può stare» commenta Jordan seguito da frasi di approvazione da parte degli altri. 
«Perfetto allora, vado a chiedere il permesso al Mister a allo staff» dico alzandomi dal mio posto.
«Vengo con te» dice Federico.
«O ma che carino il nostro Chiesino» commenta Francesco e a questa frase, il diretto interessato, fa un sorriso a trentadue denti.
«Buongiorno -dico rivolgendomi al tavolo del Mister e dello staff- Mister dopo posso chiederle una cosa?» chiedo.
«Puoi chiedermela anche ora, tranquilla» mi risponde sorridendomi.
«Siccome sappiamo che dopo domani Nicolò scende a Roma, ci è venuto in mente di organizzare una cena per bene, per augurargli una pronta guarigione, ovviamente verrà svolta con il consenso di tutti voi» dico rivolgendomi ai membri dello staff presenti.
«Certo, non c'è nessun problema. Saremo invitati anche noi, giusto?» chiede ironico.
«Tutti voi sarete gli ospiti d'onore» rispondo stando al gioco.
«Ah perfetto allora, non mancheremo» mi risponde ridendo.
«Ci conto. Buona continuazione» dico ricevendo diversi ringraziamenti. Durante la conversazione con il Mister, Fede è rimasto a qualche passo dietro mi me, salutando poi cordialmente il tavolo dello staff.
«Possiamo parlare?» mi chiede lui dopo avermi seguito fuori dalla sala.
«Certo, dimmi tutto».
«Possiamo andare in un posto più appartato?» chiede, è visibilmente a disagio.
«Ovviamente».
«Andiamo in camera mia se ti va bene, così c'è meno probabilità che Manuel ci veda ed inizia a fare storie» dice ridendo, provocandomi una risata.
«Se non vogliamo morire ci conviene» dico ridendo. Eccoci, dopo qualche minuto, in camera di Fede. 
«Siediti o stenditi pure, fai come se fosse camera tua» mi dice chiudendo la porta alle sue spalle.
«Grazie» dico sorridendo stendendomi sul letto di Jordan.
«Volevo parlarti di quello che è successo quando siamo entrati in sala» dice sedendosi sul suo letto e guardandomi dritto negli occhi.
«Anch'io volevo parlartene» confesso. E vero, volevo parlargli a riguardo, ma dovevo ancora decidere quando.
«È vero quello che hai detto?» mi chiede diretto, senza giri di parole.
«Si» rispondo abbassando lo sguardo e diventando rossa, me ne accorgo dal fatto che sento il viso in fiamme.
«Seria?» chiede lui.
«Credo di non essere mai stata così tanto seria in vita mia» gli rispondo.
«Buono a sapersi » commenta lui.
«Perché?» gli chiedo guardandolo negli occhi.
«Anch'io penso che saremmo una bella coppia» confessa imbarazzato.
«Buono a saperlo» risposta più stupida non potevo dargli, infatti mi sto tirando delle sberle mentalmente.
«Quindi?» chiede lui.
«Quindi cosa?».
«Cosa facciamo?».
«Credo che metterci insieme adesso non sia corretto, ci conosciamo troppo poco. Sono dell'idea che prima dobbiamo conoscerci» confesso. Federico non sembra deluso da quello che ho detto, anzi sembra capirmi.
«Sono perfettamente d'accordo. Quindi dovremmo iniziare a frequentaci?» chiede.
«Credo proprio di si» rispondo sorridendogli.
«Posso?» chiede Fede indicando il letto di Nico, dove sono stesa.
«E me lo chiedi anche? Questa dopo tutto è camera tua» rispondo. «È sempre meglio chiedere» dice mentre si siede ai piedi del letto.
«Prima cosa da sapere se dobbiamo frequentarci: non chiedermi mai il permesso se devi fare qualcosa, di te mi fido quindi puoi stare tranquillo» gli dico alzando la testa da cuscino.
«Quindi ti fidi di me adesso» dice il fiorentino guardandomi negli occhi mentre mi si stende accanto.
«Mi sono sempre fidata di te, dalla prima volta che mi hai rivolto la parola» gli confesso. Ed è vero, mi ha sin da subito trasmesso sicurezza e sincerità.
«Questo è un punto in più allora» dice mentre si gira sul fianco destro, in questo modo mi può guardare senza girare la testa.
«Direi proprio di si» dico sorridente mettendomi sul fianco sinistro per guardarlo meglio.
«Anche tu sin da subito mi hai incuriosito, poi come ti sei preoccupata per la storia di Virginia mi ha conquistato, non mi è mai capitato che una persona a me nuova si sia preoccupata così tanto per me» confessa senza togliere lo sguardo dai miei occhi.
«Te l'ho detto, mi sei interessato sin da subito, la sera della cena, mentre parlavamo del rapporto con i nostri fratelli ho capito che sei molto insicuro e non ti fidi della prima persona che passa».
«Hai ragione, da quando ho iniziato ad essere conosciuto la gente mi si è avvicinata solo perchè iniziavo ad essere qualcuno, da ragazzino non capivo ma poi, col passare del tempo, ho imparato ad accorgermi se una persona mi si avvicina per suo interesse o perchè vuole veramente conoscermi» confessa.
"Fede sei in camera?" sentiamo urlare aldilà della porta.

Tutto cosi' inaspettato || Federico ChiesaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora